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Dalle diocesi, l' Avvento nelle parole dei vescovi italiani

I messaggi per il tempo liturgico che prepara il Natale

Corona d' Avvento davanti al Santissimo Sacramento |  | Parrocchia Santa Maria della Valle (Sant’Angelo d’Alife) Corona d' Avvento davanti al Santissimo Sacramento | | Parrocchia Santa Maria della Valle (Sant’Angelo d’Alife)

Domenica scorsa la Chiesa Cattolica è entrata nel Tempo dell’Avvento che prepara al Natale. La scorsa settimana abbiamo raccontato di alcune iniziative promosse nelle diocesi italiane mentre in questo breve articolo ci soffermeremo sui messaggi che i vescovi italiani hanno inviato alle loro comunità. Ne citeremo solo alcuni.

Il  card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, evidenzia come  “il Dio che viene ci dona la pace, ma ciò richiede che noi diveniamo uomini e donne di pace” compiendo “gesti di riconciliazione”. Per il porporato “il Dio di Gesù Cristo ci dona l’unità, ma ciò implica da parte nostra l’impegno di vivere da riconciliati. Ci dona la gioia, ma questa suppone che noi la sappiamo condividere con quanti attraversano la nostra storia personale. Ci offre la pienezza della sua Vita, ma vuole che utilizziamo la nostra umanità come occasione di vera fraternità e accoglienza nei confronti di tutti, anche se costosa”. L’Avvento, spiega, è “lo spazio liturgico dentro il quale ci rendiamo conto che è Dio che prende l’iniziativa. Viene incontro alle nostre attese di salvezza, in un tempo così drammatico che l’umanità sta attraversando, in cui tutti siamo coinvolti”.

Un invito a “vagliare ogni cosa” arriva dal vice presidente della Cei, il vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savino. In una lettera per l’Avvento e il Natale prossimo il presule sottolinea che i cristiani devono essere “capaci di discernimento”: “in poche situazioni della vita il nostro compito può essere realmente affidato a qualcosa come un sistema Gps. Le scelte tra bene e male, tra bene e meglio, tra beni quasi in concorrenza fra loro e poi le determinazioni esistenziali, cioè sulle grandi direttrici della vita, ma persino molte delle più banali opzioni quotidiane non possono essere delegate. In ogni piccolo o grande discernimento, infatti, prende forma e si gioca la nostra identità. In ogni scelta di qualcosa, scegliamo chi siamo noi. Dove c’è il discernimento, lì c’è l’umano”. “

Facciamo circolare il bene, non stanchiamoci”, scrive il vescovo di Pozzuoli-Ischia Carlo Villano: “non stanchiamoci di far circolare il bene, di renderlo contagioso. Molte volte anche la narrazione che riguarda i nostri territori rischia di enfatizzare solo gli aspetti problematici, come il disagio sociale, l’illegalità diffusa, le azioni violente e corrotte del crimine organizzato. Tutto questo appartiene alla nostra realtà e come cristiani abbiamo il dovere di denunciarlo senza esitazione, sollecitando risposte adeguate da parte di tutte le componenti della società degli uomini. Al tempo stesso, dobbiamo ricordare che c’è già tanto bene nelle nostre comunità, ma molto altro può essere generato da un risveglio evangelico della nostra pastorale”.

In questo tempo – scrive l’arcivescovo di Bari, Giuseppe Satriano – siamo invitati “ad aprire la quotidianità alla presenza salvifica del Signore”. Nel suo messaggio dal titolo “Avvento, esercizio di speranza” il presule sottolinea che “il consumo vorace di ogni cosa annienta l’attesa e ci fa poveri dei sussulti del cuore… e il Signore viene! Sì! Il Signore viene, non si stanca e torna a bussare ai nostri cuori, provocando la nostra responsabilità di uomini, di donne e di credenti”. “Ciò che accade a livello internazionale e le situazioni di vita che registriamo a livello locale – scrive - non possono lasciarci tranquilli, indifferenti, assuefatti. Non possiamo voltare la testa dall’altra parte. Siamo chiamati a nutrire la vita, ripartendo dal nostro tempo, dai giorni che si susseguono. Siamo invitati ad aprire la quotidianità alla presenza salvifica del Signore. Siamo impegnati a una vigilanza che scruti, discerna e accolga. Ecco il tempo dell’Avvento, in cui l’attesa diviene esercizio di speranza”.

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Il vescovo di San Marco Argentano-Scalea, Stefano Rega esorta a “vivere intensamente questo tempo di grazia, abbracciando con fede e stupore l’Avvento come occasione di crescita nella comprensione del mistero di Cristo”. Rega richiama all’importanza di mettere la carità al centro di ogni attività pastorale, “incarnando il mistero del Verbo che si fa carne nell’incontro e nell’aiuto concreto a coloro che soffrono e attendono il nostro sostegno”.

Un invito a “rimettere lo sguardo sull’essenziale” arriva dal vescovo di Ragusa, Giuseppe La Placa, in un messaggio dal titolo “Ora è tempo di gioia”. Tempo di gioia perché - spiega – “è il tempo dell’attesa dell’evento più lieto della storia: la nascita del Figlio di Dio”, ma anche perché “ci indica la strada per rimettere a fuoco il nostro ‘sguardo’ sull’essenziale, per rimodulare le nostre attese e le nostre speranze e accogliere ora, proprio ora, lo ‘scandaloso’ invito alla gioia più vera e più pura, quella che dà senso e pienezza alla nostra vita”.

L’avvento “ci propone un’attesa attiva, un protenderci, con tutto ciò che siamo e che abbiamo, verso il Signore”, sottolinea il vescovo di Ivrea, Edoardo Cerrato: un “cammino antico e sempre nuovo che ci conduce all’incontro con Cristo nella celebrazione dei Suoi ‘misteri’, che nella preghiera del Rosario contempliamo nell’arco della settimana”.