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Dottrina della Fede, essere ragazza madre non impedisce l’accesso alla Comunione

Ancora un responsum della Dicastero, questa volta sul concedere la comunione alle madri single. La questione dell’accompagnamento pastorale, il ruolo del vescovo

Sant'Uffizio | Il palazzo del Sant'Uffizio, sede del Dicastero per la Dottrina della Fede | Vatican.va Sant'Uffizio | Il palazzo del Sant'Uffizio, sede del Dicastero per la Dottrina della Fede | Vatican.va

L’ultimo responsum del Dicastero della Dottrina della Fede è su una questione che potrebbe sembrare scontata, ma che invece colpisce molto una porzione della Chiesa, specialmente (pare) in America Latina. Perché il vescovo Ramón Alfredo de la Cruz Baldera  di San Francisco de Macorìs (Repubblica Dominicana) pone il problema della ragazze single che “si astengono dalla comunione per la paura del rigorismo del clero e dei responsabili della comunità”, e addirittura mette in luce che in alcuni Paesi sia sacerdoti che alcuni laici “impediscono, di fatto, alle madri che hanno avuto un figlio fuori dal matrimonio di accedere ai sacramenti e persino di battezzare i loro figli”. E no, risponde il Cardinale Fernandez, “essere ragazze madri non impedisce l’accesso all’Eucarestia”.

Quelli posti dal vescovo della Repubblica Dominicana sono casi senza dubbio estremi, che più che un responsum ufficiale della Dottrina della Fede necessitavano un accompagnamento pastorale da parte del vescovo ordinario. Ma la questione viene posta, e così necessita di una risposta, perché, spiega il Cardinale Fernandez, “le donne, che in tale situazione hanno scelto per la vita e conducono un’esistenza molto complessa a causa di tale scelta, dovrebbero essere incoraggiate ad accedere alla forza salvifica e consolatrice dei Sacramenti”.

Il prefetto del Dicastero della Dottrina della Fede ricorda che già Papa Francesco aveva denunciato il caso quando era arcivescovo di Buenos Aires – e tra l’altro, ma questo non viene ricordato, Bergoglio lanciò anche la campagna Il Battesimo Come Opera Missionaria – e che poi aveva riconosciuto da Papa il coraggio delle donne di portare avanti la gravidanza.

Sottolinea dunque il Cardinale Fernandez: “Si deve lavorare pastoralmente nella Chiesa locale per far capire che il fatto di essere una ragazza madre non impedisce l’accesso all’Eucaristia. Come tutti gli altri cristiani, la confessione sacramentale dei peccati commessi permette loro di accostarsi alla comunione. La comunità ecclesiale deve anche apprezzare il fatto che sono donne che hanno accolto e difeso il dono della vita che portavano in grembo e che lottano, ogni giorno, per crescere i loro figli”.

Il cardinale ammette che si tratta di “situazioni difficili”, da “discernere e accompagnare pastoralmente”, mette in luce che è possibile “che alcune di queste madri, data la fragilità della loro situazione, ricorrano talvolta alla vendita del proprio corpo per sostenere la famiglia”, ma è compito della comunità cristiana di “fare tutto il possibile per aiutarle a evitare questo gravissimo rischio, piuttosto che giudicarle duramente”.

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Fernandez arriva anche rileggere il brano dell’adultera, cui Gesù, dopo non averla condannata, chiede di “non peccare più”. Per il cardinale, è vero che “Gesù invita sempre a cambiare vita, a rispondere più fedelmente alla volontà di Dio, a vivere con maggiore dignità”, ma questo non è il centro di quel brano del Vangelo, che invece rappresenta “l’invito a riconoscere che nessuno può scagliare la prima pietra”.

Il Cardinale conclude ricordando che il Papa, nel suo messaggio al Sinodo, ha “sottolineato il volto femminile e materno della Chiesa” denunciando “gli atteggiamenti maschilisti e dittatoriali di quei ministri che esagerano nel loro servizio e maltrattano il Popolo di Dio”, e sottolinea che spetta proprio al vescovo “fare in modo che tali comportamenti non si verifichino nella Sua Chiesa locale”.