Papa Francesco ha ricevuto in Udienza la rappresentanza dell’Ospedale “Francesco Miulli” di Acquaviva delle Fonti, di Bari.

“Si tratta di un Ente Ecclesiastico, e ciò interpella ancora di più la nostra responsabilità come Chiesa. Esso infatti è un luogo che unisce l’ispirazione cristiana alla professionalità e all’innovazione clinica e tecnologica. Vorrei soffermarmi su due aspetti essenziali della vostra opera: mettere al centro la persona e promuovere la ricerca scientifica”, spiega subito il Papa.

Mettere al centro la persona. “Voi cercate di essere fedeli all’impegno di chi vi ha preceduto, continuando a mettere al centro della vostra opera “li poveri ammalati”. “Ciò vi ha reso una realtà dinamica e in continua crescita, come testimonia il modo in cui aggiornate costantemente sia le cure sia le strutture, in funzione di un servizio il più completo possibile ai pazienti. In effetti, la nuova sede dell’Ospedale vi permette di offrire ai degenti oltre 600 posti letto, con sale operatorie e unità operative, in cui lavorano con professionalità e abnegazione più di mille dipendenti. Ho apprezzato l’apertura, all’interno della struttura, di un Poliambulatorio per migranti – realizzato in collaborazione con la Caritas Diocesana –, che si avvale delle prestazioni volontarie di tutto il personale medico e infermieristico”, questo l’apprezzamento del Pontefice.

“E veniamo al secondo punto: promuovere la ricerca scientifica. Già da decenni siete impegnati anche in questo, in collaborazione con numerose Università italiane. Da due anni, però, con l’accreditamento del Ministero dell’Università e della Ricerca, il “Miulli” è diventato Policlinico Universitario e ha attivato il Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia. Si tratta di un obiettivo di grande valore, che permette da un lato agli operatori sanitari presenti di svolgere un servizio riconosciuto sia in ambito accademico sia assistenziale nel proprio territorio, e dall’altro dà anche l’opportunità alle migliori intelligenze locali di non emigrare – l’emigrazione è un problema che impoverisce i territori, e noi lo conosciamo –; anzi, può incoraggiare altre professionalità di alto livello a venire a operare in Italia, in un arricchente scambio di competenze su più larghi orizzonti”, conclude Papa Francesco.