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La croce di san Filippo Neri restaurata è tornata nella basilica de' Fiorentini

Un restauro della croce alla quale era solito rivolgere la propria preghiera San Filippo

Un momento della cerimonia, Don Roberto Paoloni e Claudia Ranieri |  | WR Un momento della cerimonia, Don Roberto Paoloni e Claudia Ranieri | | WR

Filippo Neri, uno dei più conosciuti santi di Roma, chiamato addirittura il secondo Apostolo della città, è fiorentino di nascita anche se trasferito nella capitale ancora giovane. E proprio a Roma si dedicò alla sua originale missione d’evangelizzazione nella città con tanta povertà economica ma anche morale. Si occupava prevalentemente di ragazzi di strada, avvicinandoli alle pratiche religiose e alla fede facendoli divertire, cantando e giocando. Per il suo carattere gioioso e a tratti burlone, fu anche chiamato il “santo della gioia”. Nel 1551 Filippo Neri fu ordinato sacerdote e si stabilì nella chiesa di san Girolamo della Carità. Il futuro santo radunò intorno a sé un gruppo di giovani e così nacque il primo nucleo della sua istituzione, l'Oratorio: alcuni suoi discepoli divennero sacerdoti, cominciarono una vita in comunità e Filippo ne divenne rettore. L’Oratorio viene successivamente proclamato come vera congregazione da Gregorio XIII nel 1575. Neri viene ricordato, tra le altre cose, anche per aver introdotto, nel giorno di giovedì grasso del 1552, la tradizione del cosiddetto Giro delle Sette Chiesa, un pellegrinaggio a piedi per le sette chiese principali di Roma.

Nel 1564, su pressioni delle comunità fiorentine che volevano avere un sacerdote carismatico a capo della loro nuova chiesa nazionale a Roma, Pio IV affidò a Filippo Neri la funzione del rettore della chiesa di san Giovanni Battista de’ Fiorentini.

Filippo Neri morì nel 1595 e subito dopo la sua morte ebbe subito fama di santità presso i fedeli. La Chiesa lo proclamò santo nel 1622 e, da allora, è stato ritenuto una sorta di "compatrono" di Roma. Le sue spoglie sono venerate nella cappella della chiesa di Santa Maria in Vallicella ma tante altre reliquie si trovano in altre chiese. Nella basilica di san Giovanni Battista de’ Fiorentini c’è una cappella dedicata al Santo dove viene conservato il suo busto con il reliquiario della croce alla quale era solito rivolgere la propria preghiera, realizzato da Giuseppe Ducrot.

Recentemente il Crocifisso di san Filippo Neri è stato restaurato: è stato riportato nella cappella il 17 dicembre alla conclusione della Messa domenicale. Alle ore 10.45, la Croce ha fatto il suo ingresso in basilica, portata dalla dott.ssa Claudia Ranieri, restauratrice, che l’ha consegnata al sacrestano. Successivamente una piccola processione guidata dal parroco, don Roberto Paoloni, ha attraversato la chiesa per recarsi verso la cappella dove la Croce è stata reinserita nel busto-reliquiario di san Filippo Neri.

Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, i sacerdoti che si occupano della comunità indiana, che usufruiscono della chiesa, la sopraccitata dott.ssa Ranieri, il dott. Luigi Ficacci, parrocchiano, già direttore dell'Istituto Centrale del Restauro che ha permesso il restauro della Croce, ed un altro parrocchiano, ben conosciuto al grande pubblico, il senatore Maurizio Gasparri.

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Del restauro ha parlato la dott.ssa Ranieri. “La croce presentava un critico e compromesso stato di conservazione in quanto entrambi i bracci erano caratterizzati da rotture in corrispondenza dell'incastro centrale” – ha detto restauratrice. - Qui il legno, già molto sottile, era ulteriormente indebolito dall'attacco di insetti xilofagi. La fase più importante dell'intervento è stata il consolidamento e il risanamento del supporto ligneo e ha previsto la ricostruzione delle lacune tramite l'inserimento di piccoli tasselli in legno allo scopo di ridare continuità e solidità alla struttura”.

La cerimonia della ricollocazione della Croce di san Filippo Neri si è conclusa con la preghiera comune e la benedizione del parroco sui presenti.