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Letture, il Natale con lo sguardo di un asinello, che poi siamo noi

Un libro speciale di Massimo Tellan

La copertina del libro |  | Edizioni San Paolo La copertina del libro | | Edizioni San Paolo

Betlemme vista all’altezza degli occhi umidi e profondi di un asinello, la storia della salvezza tracciata dal suo passo trotterellante, simbolo e insieme tenero, stupito e generoso ‘comprimario’  di una vicenda che cambia il volto della Storia. Massimo Tellan, nel suo libro “Serafino. La salvezza raccontata da un asino”, pubblicato da San Paolo Editore, propone infatti una lettura originale, che funziona anche da antidoto, se vogliamo,  contro le false sdolcinature natalizie appiccicate persino sopra lo scabro racconto evangelico. Un asino testimone di quanto accaduto oltre 2000 anni fa è davvero attendibile?

Lo è, anche perché un fatto è certo: un asino appare nelle prime rappresentazioni della Natività, e dalla tradizione che attinge ai  Vangeli apocrifi che la raccontano, così si è formata la solida tradizione secondo la quale nel riparo di fortuna trovato da Giuseppe per Maria partoriente vi erano degli animali, compreso probabilmente il nostro asinello. Poi Gesù farà il suo ingresso in groppa all'asino a Gerusalemme fra il tripudio osannante della folla e in questo caso i Vangeli canonici citano l’innocente cavalcatura, anche se non sono tutti d’accordo nel citare espressamente l’asino, ma anche un’asina e un puledro. Del resto, l’asino era considerato l’animale prescelto dai re in tempo di pace: Cristo entra pertanto in Sion come il re pacifico promesso dai profeti. Segno di regalità, dunque, e nello stesso tempo di umiltà, di pacificazione. L’autore spiega in modo chiaro e scorrevole il significato di simboli, riti, fino alle costruzioni teologiche che il racconto biblico presenta. Serafino racchiude in se’ l’immagine-chiave della mitezza e della purezza del cuore;  l'asino è dunque  un animale molto presente nella religione cristiana; nel Medio Evo sono diffuse molte leggende intorno alla presenza di asini nelle storie della Bibbia e si sviluppa una complessa simbologia a loro legata.

L’autore, sacerdote e teologo, dunque, si avvale della chiave romanzesca e a tratti di sapore quasi favolistico ma segue certamente un filo logico e del tutto pertinente con il racconto evangelico. Il suo animale-protagonista, Serafino, è una creazione originale e personale, ma è anche modellato su quanto tradizione e scrittura fin qui ci hanno sempre mostrato. E il lettore segue i lunghi  viaggi di Serafino a  Betlemme,  in Egitto, Gerusalemme,  fino a intravedere la triste sagoma del  Golgota. Ha calpestato polvere e sabbia, ha Ha contemplato la Salvezza incarnata da un bimbo appena nato, ha osservato, pieno di stupore, i cortei esotici di visitatori venuti da molto lontano, con doni meravigliosi, desiderosi di contemplare quella creatura che antichissime profezie descrivevano come Colui che avrebbe cambiato il destino dell’umanità.

Dallo sguardo obliquo, definiamolo in questo modo, di un asino, così vicino alla terra e attento ai minimi dettagli la storia di Gesù,  Maria e Giuseppe esce dai canoni abituali,  diventa essenziale e priva di ogni orpello e luccichio esteriore, si spoglia di retorica e si riveste della sottile corazza dell’umiltà. Il libro di  Massimo Tellan,  “Serafino. La salvezza raccontata da un asino”, pubblicato da San Paolo Editore, si propone come una lettura originale, che funziona anche da antidoto, in un certo senso,   contro le false sdolcinature natalizie appiccicate persino sopra lo scabro racconto evangelico.

Il romanzo di Tellan evoca anche un’altra immagine iconica, ( o almeno lo è stata per molto tempo) legata all’immagine mite e sofferente di un asino, in un film di grande bellezza ormai relegato in rari cinema d’essai: si tratta del capolavoro di Robert Bresson del 1966, Au hazard Balthazar, il cui protagonista è appunto un asino, che vive la propria esistenza passando da un padrone all’altro, che serve e pazientemente segue le tenerezze, le crudeltà, le solitudini, i dolori degli esseri umani i cui destini si incrociano con il suo, fino alla ultima violenza di cui sarà vittima innocente. Che rimanda alla presenza della vittima innocente fra tutte, Gesù Cristo.

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   Possiamo dunque seguire Balthazar e Serafino nel loro vagare per il mondo, come se, alla fine la vera meta fosse quella di accompagnarci  davanti alla umile dimora di Betlemme, che ospita quel Bambino che attende tutti e spalanca le braccia al mondo. 

 

 

Massimo Tellan,  “Serafino. La salvezza raccontata da un asino”, pubblicato da San Paolo Editore, pp.224, euro 18