In vista della Festa patronale di Sant’Agata, l’Arcivescovo di Palermo Monsignor Corrado Lorefice ha tenuto – lo scorso 10 gennaio - nella Cattedrale di Catania una catechesi di preparazione portando con sé una reliquia del Beato Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993.

“Sant’Agata ancor oggi – ha detto l’Arcivescovo Lorefice - risplende come esempio di cuore integro e puro completamente consacrato a Dio e alla giustizia fino al martirio. Questa è la chiamata di ogni cristiano sia esso cristiano-laico o cristiano-prete, o che abbia abbracciato la vita consacrata. Una fede relazione d’Amore. Una vita alimentata dall’amore, linfa vitale che, come nel tralcio irrorato dalla vite, porta frutto che rimane. Una vita vissuta nella ricerca di ciò che è giusto, bello e buono. Nella coerenza tra ciò che si dice e ciò che si opera. Nella pienezza della libertà da ogni sicurezza umana, che arriva a disporre della vita per un amore più grande”.

“Agata ieri e don Pino Puglisi oggi – ha aggiunto l’Arcivescovo di Palermo - ci testimoniano che un cuore amante di Dio, puro, integro, trasparente, casto, è il vero unico presupposto per superare l’egoismo di matrice idolatrica che attanaglia i nostri stili di vita e le nostre relazioni. Questi due martiri della fede e della giustizia ci avvertono, altresì, che su questa frontiera interiore si gioca la nostra appartenenza a Cristo e il nostro concreto apporto alla costruzione  della Casa comune – il pianeta Terra – e della Città che abitiamo, sempre più segnati  da nuove forme di povertà e fragilità, dalla disgregazione sociale, dalle disuguaglianze, dall’illegalità, dall’ingiustizia, dall’indifferenza, dall’emarginazione e dalla violenza. Dall’avanzare del singolarismo e della cultura della morte”.

Puglisi è morto per il suo ministero e la sua testimonianza di fede. Come Agata, In odium fidei. Puglisi di Palermo e Agata di Catania sono stati crocifissi con Cristo, non erano  più loro che vivevano ma Cristo viveva in loro. La loro vita che hanno vissuto nella carne, l’hanno vissuta nella fede del Figlio di Dio che li ha amati e ha dato se stesso per loro”, ha concluso Monsignor Lorefice.