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Morte e nascita si intrecciano nel Palazzo dei Papi a Castelgandolfo

Una mostra ricorda come Pio XII sostenne la popolazione sfollata dai bombardamenti nel 1944

Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie |  | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie | | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie |  | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie | | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie |  | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie | | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie |  | Musei Vaticani
Alcune immagini degli sfollati nelle Ville Pontificie | | Musei Vaticani

Nel suggestivo contesto del palazzo papale di Castel Gandolfo, il cuore della Chiesa cattolica si unisce in commemorazione dell'80° anniversario del tragico bombardamento del collegio Propaganda Fide del 1944. La conferenza, tenutasi in memoria delle oltre 500 vittime di quel drammatico evento, è stata onorata della presenza del presidente del Governatorato di SCV, il Cardinal Fernando Vérgez Alzaga.

‘’La storia di Castel Gandolfo è intrisa di dolore, distruzione e lutto, ma è anche permeata da un senso di speranza e solidarietà umana senza pari’’ spiega il Cardinale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo apostolico, conosciuto come villa Barberini, insieme al collegio Propaganda Fide, divennero rifugio per oltre 12.000 persone in fuga dai devastanti effetti della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, la protezione offerta dalle mura della Santa Sede non fu sufficiente per sfuggire alla furia dei bombardamenti.

Il 10 febbraio 1944 resterà per sempre impresso nella memoria di Castel Gandolfo. Verso le 9:15 del mattino, bombardieri americani sganciarono le loro terribili cariche, mietendo circa 500 vittime innocenti. Questo attacco aereo, che trasformò la speranza in dolore, colpì duramente le ville pontificie, trasformate in un improvvisato ospedale per soccorrere i feriti. Tra le vittime si contarono anche 16 suore claustrali, simbolo della tragedia che si era abbattuta su quel luogo una volta considerato sicuro.

Pio XII, aveva fatto il massimo per evitare una tale tragedia, offrendo rifugio nelle stanze più riservate del palazzo. La carità del Pontefice, permise la nascita di 37 bambini, solo nel primo mese. Due dei quali, in onore del Santo Padre, furono chiamati, Pio Eugenio ed Eugenio Pio, dai loro genitori.  Oggi, attraverso la mostra e il lavoro simbiotico dei Musei Vaticani, le Ville Pontificie e l’Archivio Apostolico Vaticano, si intende mantenere viva la memoria di quegli eventi drammatici e dell'eredità di solidarietà lasciata da Pio XII.

La mostra, curata da Luca Carboni, si propone di raccontare la storia di quei luoghi, alternando anni di guerra a anni di speranza. Attraverso archivi e materiali inediti, si offre al visitatore un'opportunità unica di comprendere la complessità di quei giorni oscuri. La Marcia della Pace, che commemora annualmente le vittime del bombardamento, ha fortemente auspicato la realizzazione di questa mostra, che oggi, in occasione dell'80° anniversario, finalmente vede la luce.

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Le ville pontificie di Castel Gandolfo rappresentano non solo un luogo di recupero e rifugio durante i momenti più bui della storia, ma anche un simbolo tangibile del bene portato dalla solidarietà umana. Attraverso la mostra e le iniziative commemorative, si intende non solo onorare la memoria delle vittime, ma anche ricordare al mondo intero i devastanti effetti che una guerra può avere sull'umanità, spronando così alla costruzione di un futuro di pace e fratellanza universale.

L’accesso  alla mostra è gratuito ed è incluso nel biglietto d’ingresso al Palazzo Papale di Castel Gandolfo, visitabile (con guida o autonomamente) insieme al Giardino del Moro e al Giardino Segreto.

Nel giorno inaugurale dell’evento espositivo, per le strade del borgo di Castel Gandolfo e all’interno delle stesse Ville Pontificie sfilerà, così come è consuetudine il 10 febbraio di ogni anno, il corteo della Marcia della Pace promossa, in ricordo del tragico evento, dalle città di Castel Gandolfo e Albano Laziale insieme con l’Associazione Storia e Memoria dei Castelli Romani (già Associazione dei Familiari Vittime del bombardamento di Propaganda Fide).