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Salvatore Martinez: la preghiera sostiene l’annuncio del Vangelo

L'esperienza del Rinnovamento nello Spirito come scuola di preghiera per il 2024

Papa Francesco e Salvaore Martinez nel 2014 |  | RnS Papa Francesco e Salvaore Martinez nel 2014 | | RnS

“Il ‘Dio amore’ incarnato da Gesù di Nazareth, che ha segnato nei secoli la discontinuità storica con tutte le forme di dominio e di oppressione umane, deve essere riproposto con un linguaggio capace di ridare voce all’interiorità. Una cifra spirituale più marcata, che accentui la dimensione della fraternità. Niente più della misericordia attrae, converte e salva la vita. Se evangelizzare è voce del verbo amare, il nostro servizio all’uomo e alla sua dignità integrale e trascendente deve includere tante nuove sfide. Nelle nostre comunità ecclesiali urge dar corso a un nuovo ‘idealismo evangelico’ ispirato dalla Parola di Dio e praticare un nuovo ‘realismo pastorale’ suscitato dalla vita delle nostre famiglie. Occorre una nuova ‘crociata d’amore’, per dirla con don Luigi Sturzo”.

Da questa riflessione abbiamo incontrato il dott. Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito fino allo scorso anno, a Tolentino, nelle Marche, per chiedere di spiegare in quale modo si può predicare il Vangelo a tutte le creature: “Come Gesù ci ha insegnato, dando fiducia allo Spirito Santo. Senza questa relazione personale con lo Spirito Santo l’evangelizzazione non avanza, addirittura non è possibile. San Paolo VI nell’esortazione apostolica ‘Evangelii Nuntiandi’ chiaramente ha detto che evangelizzare non è questione di metodologie o di capacità umane, ma è un rimando allo Spirito di Dio, che ci rende capaci di diffondere il Vangelo. A questo punto l’evangelizzazione sarà sempre nuova, perché è resa tale dallo Spirito Santo: nuova nell’ardore, diceva san Giovanni Paolo II.

Però, prima di tutto, è necessario obbedire alla voce di Gesù; è Lui che ci chiede di evangelizzare e di portare il Vangelo ad ogni creatura. Papa Benedetto XVI affermava che in un mondo che cambia il Vangelo non cambia e non cambia, perché è immutabile lo Spirito Santo di Dio. A noi è chiesto di cambiare per prendere atto dell’urgenza di una nuova evangelizzazione in questo tempo. Che non risparmi nessuno a partire proprio dai battezzati, che hanno bisogno di essere rievangelizzati”.

‘Il movimento carismatico per sua natura dà spazio e risalto alla preghiera, in particolare alla preghiera di lode, e questo è molto importante’. Con queste parole, a gennaio, al consiglio nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo papa Francesco ha chiesto di dare risalto alla preghiera: per quale motivo?

“Tutto deve avere inizio nella preghiera, perché niente può avere destino se non inizia nella preghiera. Questo è un metodo che ci è stato insegnato da Gesù, che si ritirava per pregare, insegnando agli apostoli quanto sia fondamentale pregare; soprattutto nel cenacolo la discesa dello Spirito Santo viene ‘provocata’ dalla preghiera intensa e senza alcun limite di tempo. Senza la forza dello Spirito Santo nulla è nell’uomo; lo Spirito Santo fa pregare e diventa fonte di preghiera. La preghiera è ispirazione e sapienza; la preghiera è visione, che ci fa comprendere cosa possiamo fare, dandoci la forza. Papa Francesco ci disse che tutto poggia sull’adorazione ed in quest’udienza ha ribadito il binomio preghiera ed evangelizzazione come due binari, lungo i quali la storia può scorrere”.

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Perché è importante pregare?

“Tutto ha inizio nella preghiera, con l’invocazione dello Spirito; e perché la preghiera tutto sostiene: è la fede interiorizzata e potenziata dai doni dello Spirito, che si ricevono pregando. Siamo in ‘recessione spirituale’ perché abbiamo trascurato di alimentare la vita nuova nello Spirito. Quante conversioni, quanti miracoli ottiene la preghiera comunitaria. Io ritengo che l’avvenire della Chiesa, a partire dai Sinodi in corso, passi in modo decisivo dalla nostra capacità di tornare ad ascoltare la voce del Signore, pregando, a fare silenzio per poi esprimere la gioia di chi sta alla presenza di Dio”.

In quale modo la preghiera diventa azione?

“La vera preghiera è azione, così come la formazione non è solo qualcosa di concettuale o di dottrinale, ma deve tradursi in vita. Una preghiera che non aggancia la vita non è la preghiera di Gesù. Non a caso nella preghiera che Gesù ha insegnato, il Padre Nostro, vediamo azioni concrete che la preghiera deve mettere in atto. La preghiera, che nel Rinnovamento nello Spirito, è la preghiera di lode, che non solo ci fa riconoscere la presenza di Dio, ma ci permette di vedere in quanti modi Dio si mette al lavoro nella storia. La preghiera di lode è uno strumento potente per mettere in azione i carismi per far avanzare il Regno di Dio”.

Undici anni fa il card. Bergoglio fu eletto papa: quali sono gli elementi significativi del suo pontificato?

“Sono già trascorsi 11 anni e non sono pochi. I tratti distintivi del suo pontificato appaiono già agli esordi del suo papato. Il pontefice guarda alla storia del mondo con uno sguardo profondo, provocando una nuova considerazione verso le grandi povertà del nostro tempo. Il papa ha una parola del Vangelo, che ispira la sua condotta e che dice che è fondamentale, riguardante le opere di misericordia corporali, che Gesù annuncia nella sinagoga di Nazaret: guardare l’uomo: ciechi, poveri, oppressi, prigionieri.

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C’è da guardare in faccia l’uomo e la sua esigenza di giustizia e di carità sociale. Questo pontificato sposta l’attenzione decisamente sulle grandi emergenze che la storia pone. Papa Francesco chiede una Chiesa incarnata, capace di vivere l’autenticità del Vangelo, dando corso a misericordia come paradigma dell’impegno del cristiano. Ci sono grandi sfide che stanno a cuore a papa Francesco, ma certamente la fraternità universale ed attenzione al creato rappresentano un volto compiuto di questo pontificato”.

Quindi un pontificato chiamato a grandi sfide: “Papa Francesco non ha perduto un giorno nel mettere in atto il suo generale programma di riforme strutturali e di rinnovamento ecclesiale. La sua passione, il suo coraggio, la sua visione profetica sono di grande stimolo per tutti. Il suo impegno per la risoluzione delle grandi sfide che animano la storia, in primis il tema della pace e delle diseguaglianze sociali che attentano alla dignità umana, va sostenuto e rilanciato come spazio propizio per una nuova testimonianza del Vangelo, che rigeneri la Dottrina sociale e l’umanesimo cristiano”.