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Un nuovo orizzonte ecumenico: l'arcivescovo Stefan da Papa Francesco

Non c'è stato il primo incontro ecumenico tra l'arcivescovo ortodosso di Macedonia e Papa Francesco. Ma l'orizzonte ecumenico è aperto. Ed è pieno di significati

Arcivescovo Stefan | L'arcivescovo Stefan | Gianluca Teseo / ACI Group Arcivescovo Stefan | L'arcivescovo Stefan | Gianluca Teseo / ACI Group

Tra le udienze che Papa Francesco ha dovuto annullare per una influenza lo scorso 26 febbraio, c’era quella con l’arcivescovo Stefan, il capo della Chiesa Ortodossa di Macedonia - Arcivescvado di Ohrid. Non sarebbe stato il primo incontro tra i due. Sarebbe, tuttavia, stato il primo incontro da quando la Chiesa ortodossa macedone ha visto riconosciuta la sua autocefalia. Significa, in parole povere, che la Chiesa Ortodossa Macedone non è più considerata scismatica tra le Chiese ortodosse, e può dunque avere un dialogo ecumenico ufficiale con la Santa Sede.

Parlando con ACI Stampa, l’arcivescovo Stefan spiega il perché la sua visita, nonostante il mancato incontro con il Santo Padre, fosse così importante.

Quella del 26 febbraio non sarebbe stata la prima occasione di incontrare il Papa. Quale era l’occasione?

Da sessant’anni, i vescovi della nostra Santa Chiesa hanno la gioiosa occasione di recarsi ogni anno a Roma, il 24 maggio, in occasione della celebrazione della festa dei santi Cirillo e Metodio, che in Macedonia del Nord è non solo una festa della Chiesa, ma anche una festa di stato. Quindi, ho avuto l’opportunità molte volte di venire qui, di inchinarmi davanti la tomba di San Cirillo e di incontrare i primati della Chiesa cattolica - Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, il quale ho potuto incontrare durante la sua visita della Macedonia del Nord nel 2019.

Quale è la differenza tra quei primi incontri e quelli di oggi?

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In tutti gli incontri finora abbiamo fatto parte della delegazione ufficiale dello Stato. Adesso per la prima volta siamo presso la Santa Sede solo come delegazione ecclesiastica ufficiale, come Chiesa ortodossa locale la cui unità canonica ed eucaristica è riconosciuta dal Patriarcato ecumenico e che ha già ricevuto un tomos per l'autocefalia dalla Chiesa Madre. Da qui il sentimento speciale che abbiamo provato questa volta, quando siamo stati invitati da Sua Santità, Papa Francesco, a venire a Roma e Vaticano per la prima volta come primate della Chiesa. Purtroppo la condizione di salute del Papa ci ha impedito di incontrarci, ma sono fiducioso che lo faremo nel prossimo futuro.

Come è cambiata la situazione della Chiesa Ortodossa Macedone - Arcivescovado di Ohrid?

L'ecclesiologia della Chiesa ortodossa è tale che la comunità panortodossa è composta da diverse Chiese locali autocefale, cioè da Chiese che sono uniche nei loro dogmi e nella vita sacramentale, ma che funzionano in modo indipendente. Allo stesso tempo, in linea di principio, ogni nazione ortodossa con uno Stato ha la propria Chiesa locale. E poiché la nazione macedone ha raggiunto la sua indipendenza statale per ultima tra le nazioni ortodosse balcaniche, ne consegue che noi siamo stati gli ultimi a dichiarare la nostra autocefalia, quindi, per una serie di tenacia politica siamo stati anche gli ultimi che la nostra indipendenza fosse accettata da parte delle Chiese ortodosse sorelle.

Ma perché non era riconosciuta prima?

Il nostro popolo aveva una propria Chiesa indipendente, molto più avanti della maggior parte delle altre Chiese, aveva il famoso arcivescovado di Ohrid nel mondo ortodosso, che, avendo sede nell'antica città macedone di Ohrid, era l'istituzione ecclesiastica più rispettata nel mondo e nei Balcani per otto secoli, fino all’abolizione non canonica della sua attività da parte del sultano ottomano nel 1767. Da allora il nostro popolo ha cercato costantemente di ristabilire l'arcidiocesi, ma la mancanza di condizioni politiche l'ha ostacolata fino alla seconda metà del secolo scorso, quando all’Assemblea generale ecclesiale e popolare di Ohrid è stata dichiarata la nostra autocefalia e il primo primate del rinnovato arcivescovado di Ohrid come Chiesa ortodossa macedone è stato eletto l’arcivescovo Dositej.

Come si è proceduto poi?

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L’accettazione della nostra autocefalia da parte delle Chiese sorelle non è andata facile… Ma abbiamo sempre saputo che non ci restava che continuare a testimoniare Cristo, vivendo nello Spirito, e che prima o poi sarebbe arrivato il riconoscimento ufficiale che in Dio e per Dio siamo una Chiesa piena. E così fu È arrivato il momento della nostra accettazione nel seno delle Chiese locali, per il quale diamo gloria e lode a Dio e per il quale rendiamo un ringraziamento speciale a Sua Santità, il Patriarca ecumenico Bartolomeo e a Sua Santità il Patriarca serbo Porfirij.

Quali sono le sfide più grandi che la Chiesa Ortodossa Macedone si trova ad affrontare?

Noi condividiamo le sfide di tutte le Chiese in Europa. Vale a dire, la vita in una società secolarizzata e post-cristiana ci ha posto di fronte alla grande sfida di come trasmettere al meglio la tradizione cristiana all’uomo moderno, la cui frenetica vita urbanizzata spesso lo priva della prospettiva del giardino dell’Eden.

Quale è la situazione in Macedonia del Nord?

In Macedonia del Nord, grazie a Dio, negli ultimi decenni abbiamo costruito, ristrutturato e ornato molti nuovi santuari, rinnovato la vita monastica... così ora i nostri pastori attraverso la vita liturgica regolare, catechismo e altri incontri, cercano di testimoniare e diffondere la fede nella Dio Eterno. Per quanto riguarda invece i progetti sull’inclusione o una maggiore presenza della Chiesa nella vita sociale nel paese, quello che noi come Chiesa stiamo cercando di realizzare è l’introduzione dell’insegnamento religioso nell’istruzione primaria.

Quale è il motivo di questo impegno?

Crediamo, e anche l'esperienza dei paesi con una tale materia educativa di per sé dice che l'apprendimento delle basi della fede migliorerebbe significativamente il codice etico dei bambini e dei giovani. Inoltre, consapevoli della forte digitalizzazione del mondo, come Chiesa stiamo lavorando anche alla creazione dei media digitali, con l’obiettivo di un accesso più facile e veloce all’uomo moderno. Naturalmente, il desiderio di una maggiore presenza nei media e di partecipazione all'approccio educativo non sono obiettivi di per sé, ma sono mezzi per raggiungere l'obiettivo: affinché il nostro gregge che ci è stato affidato realizzi la verità e la bellezza della fede e partecipi attivamente alla vita sacramentale della Chiesa.

Quali saranno i passi successivi nel dialogo ecumenico?

Dopo l’accettazione unanime della nostra autocefalia, è molto probabile che avremo l’opportunità di prendere parte ai lavori della Commissione mista internazionale per il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Ciò ci darebbe l’opportunità di contribuire alla promozione del dialogo teologico, ma anche delle relazioni intercristiane in generale, tanto più che la Chiesa ortodossa macedone, con la sua ricca storia e cultura, con la sua centenaria esperienza di coesistenza pacifica, avrebbe qualcosa da testimoniare e contribuire alla cooperazione reciproca.