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Papa Francesco, dono, cura e comunità il Bambino Gesù a cento dalla donazione

Una udienza per ricordare il dono al Papa della Famiglia Salviati

Papa Francesco con i piccoli malati del Bambino Gesù |  | Vatican Media Papa Francesco con i piccoli malati del Bambino Gesù | | Vatican Media

Più che il discorso un lungo abbraccio ai malati che il Papa ha incontrato girando in sedia a rotelle tra le file dell' Aula Paolo VI.

L'udienza è quella all Comunità dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” in occasione del 100° anniversario della donazione dell’Ospedale alla Santa Sede da parte della famiglia Salviati.

Il testo lo legge ancora monsignor Filippo Ciampanelli. Il Papa alla lettura preferisce il contatto.

Ma nel testo c'è la storia di una donazione importante. Perchè il Bambino Gesù un secolo fa, "veniva donato alla Santa Sede dalla famiglia Salviati: primo vero ospedale dedicato ai bambini. Il dono fu accolto da Pio XI, che vide nell’opera l’espressione della carità del Papa e della Chiesa verso i piccoli infermi, e da allora è conosciuto come “Ospedale del Papa”".

Il testo parla di  dono, cura e  comunità.

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Nella storia del “Bambino Gesù”  l’elemento del dono, con i valori di gratuità, generosità, disponibilità e umiltà sono origine e fondamento. "È bello ricordare, in proposito, il gesto dei figli della duchessa Arabella Salviati che, all’inizio della vostra storia, regalarono alla mamma il loro salvadanaio per realizzare un ospedale per i bambini: esso ci dice che questa grande opera si fonda anche su doni umili, come quello di questi ragazzi a beneficio dei loro coetanei malati" E oggi c'è "la prospettiva di una nuova sede a Roma, di cui sono state poste recentemente le premesse, con un accordo tra la Santa Sede e lo Stato Italiano. Come pure al notevole impegno economico ordinario e straordinario, legato alla tutela e manutenzione di strutture e apparecchiature; alla garanzia di qualità professionale di medici e operatori; alla ricerca scientifica; fino a giungere all’accoglienza di bambini bisognosi provenienti da ogni parte del mondo, offerta senza distinzione di condizione sociale, nazionalità o religione".

La cura è importante e "perché la scienza e la competenza non restino privilegio di pochi, vi esorto a continuare a mettere i frutti della vostra ricerca a disposizione di tutti, specialmente là dove ce n’è più bisogno, come fate ad esempio contribuendo alla formazione di medici e infermieri africani, asiatici e mediorientali". E con attenzione alle famiglie perché "non c’è cura senza relazione, prossimità e tenerezza, a tutti i livelli".

Un lavoro di comunità: "Questa è la vostra vera forza e il presupposto per affrontare anche le sfide più difficili. Il vostro infatti non è un lavoro come tanti altri: è una missione, che ognuno esercita in modo diverso" fino al dono "di organi, cellule e tessuti, offerti da persone viventi o prelevati dal corpo di persone decedute. L’amore spinge alcuni genitori al gesto eroico di acconsentire alla donazione degli organi dei loro bambini che non ce l’hanno fatta. In tutto questo ciò che emerge è un “fare insieme”, dove i diversi doni concorrono al bene dei piccoli pazienti".

Dolore e speranza che si intrecciano nei pensieri del Papa quando visita il Bambino Gesù.

Il dono di 100 anni fa della famiglia Salviati ha dato frutti abbondanti e il piccolo ospedale sul colle del Gianicolo è oggi un centro accademico di ricerca e di cura pediatrica tra i più grandi in Europa. Punto di riferimento per le famiglie non solo di Roma e del Lazio ma d’Italia e del mondo, è dislocato in 6 sedi che offrono 627 posti letto e gestiscono ogni anno circa 95.000 accessi al Pronto Soccorso, 30.000 ricoveri, oltre 32.000 procedure chirurgiche e interventistiche e 2.500.000 prestazioni ambulatoriali. L’ospedale della Santa Sede copre tutte le specialità mediche e chirurgiche in ambito pediatrico.

Tra i settori di cura più innovativi ci sono la trapiantologia, le malattie genetiche e metaboliche, la cardiologia medica e chirurgica, le neuroscienze, l’oncoematologia e la riabilitazione. All’assistenza medica si affianca un’intensa attività di ricerca che si concentra soprattutto nei grandi laboratori della sede di S. Paolo fuori le Mura e a cui si dedicano quasi 2000 ricercatori. Ogni anno l’Ospedale porta avanti circa un migliaio tra progetti di ricerca e studi clinici e produce oltre 1300 pubblicazioni scientifiche.

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