Roma , martedì, 17. settembre, 2024 18:00 (ACI Stampa).
A fine giugno un report della Polizia ha evidenziato che nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 e febbraio 2024, a Roma sono stati registrati ben 133 casi di aggressione fisica di non lieve entità, denunciati nelle scuole medie superiori: in tutti i casi, gli insegnanti coinvolti hanno dovuto recarsi in ospedale per farsi refertare, come ha riportato il sito ‘OrizzonteScuola’. Analizzando i 133 episodi, emerge un quadro complesso: ben 70 di questi atti di violenza sono stati commessi da studenti.
Partendo da questi dati ad inizio del nuovo anno scolastico abbiamo chiesto una riflessione sul disagio giovanile al prof. Tonino Cantelmi, medico-chirurgo, psichiatria e psicoterapeuta, componente del Comitato Nazionale per la Bioetica e consultore del dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: “Milioni di utenti, soprattutto i più giovani, sentono un irrefrenabile desiderio, un bisogno imperante di essere sempre connessi. Come risulta evidente, anche le relazioni sociali si vedono compromesse da tale dinamica. Sebbene internet possa essere un fantastico strumento per facilitare i contatti con amici e familiari, presenta anche un aspetto negativo, come la creazione e il mantenimento di ‘vincoli liquidi’. Tali vincoli causano una sensazione di vuoto e malessere, provocando un forte impatto sull’autostima, in particolar modo tra gli adolescenti”.
Allora cosa sta avvenendo nei giovani?
“Già prima del Covid, in un libro dal titolo molto evocativo, ‘L'epoca delle passioni tristi’, Miguel Benasayag e Gerard Schmit, denunciavano l’inesorabile e crescente malessere dei nostri figli e la frattura con il mondo adulto. Oggi questa crisi è evidente: da un lato abbiamo ragazzi e adolescenti sempre più rabbiosi, oppositivi, autolesionisti e poveri di empatia e dall’altro abbiamo adulti e genitori adultescenti, cioè incapaci di contenere l’esplosività dei loro figli ed immersi in problemi adolescenziali non risolti. Figli rabbiosi e genitori adultescenti costituiscono un mix micidiale ed a volte incontenibile proprio nell’ambiente scolastico, dove insegnanti coraggiosi cercano di imporre qualche limite e qualche regola, evocando il bisogno di una educazione alla responsabilità”.