Città del Vaticano , venerdì, 31. gennaio, 2025 11:41 (ACI Stampa).
"Ho voluto che al centro della riforma ci fosse il vescovo diocesano. A lui infatti spetta la responsabilità di amministrare la giustizia nella Diocesi, sia come garante della vicinanza dei tribunali e della vigilanza su di essi, sia come giudice che deve decidere personaliter nei casi in cui la nullità risulta manifesta, ossia mediante il processus brevior quale espressione della sollecitudine per la salus animarum.
Pertanto ho sollecitato l’inserimento dell’attività dei tribunali nella pastorale diocesana, incaricando i vescovi di assicurare che i fedeli siano a conoscenza dell’esistenza del processo come possibile rimedio alla situazione di bisogno in cui si trovano. Rattrista a volte venire a sapere che i fedeli ignorano l’esistenza di questa via".
Così Papa Francesco spiega la sua riforma del processo di nullità matrimoniale che compie 10 anni. Ma resta il fatto che i fedeli non lo conoscono.
Nella udienza per l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale della Rota Romana Papa Francesco propone le sue riflessioni, chiede ancora una volta la gratuità del processo e che i vescovi si occupino di formare personale e gestire i tribunali diocesani.
Trai diritti da difendere c'è quello "di difesa e la presunzione di validità del matrimonio". E cita Benedetto XVI e il suo discorso alla Rota del 2006: " Lo scopo del processo non è quello «di complicare inutilmente la vita ai fedeli né tanto meno di esacerbarne la litigiosità, ma solo di rendere un servizio alla verità»".