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L'Arcivescovo Guimaraes: "il Giubileo è una occasione di rinnovamento per le Forze Armate"

In vista del Giubileo delle Forze Armate Aci Stampa ha parlato con l’Arcivescovo Fernando Guimaraes, CSSR, Ordinario Milatare emerito del Brasile

L'Arcivescovo Fernando Guimaraes, Ordinario Miltare emerito del Brasile |  | FG L'Arcivescovo Fernando Guimaraes, Ordinario Miltare emerito del Brasile | | FG

Nel fine settimana si svolgono in Vaticano le celebrazioni per il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza che domenica avranno il loro apice con la Messa presieduta da Papa Francesco. Del senso di questo speciale giubileo e della vita militare oggi, Aci Stampa ha parlato con l’Arcivescovo Fernando Guimaraes, CSSR, Ordinario Milatare emerito del Brasile.

La vita militare è costruita su valori fondamentali, propri della persona umana. Il servizio alla Patria presuppone la generosità di una donazione totale della persona, basata sulla Verità. Più che una professione, la vita militare è un autentico sacerdozio, perché servendo la Patria, fino al sacrifício della stessa vita se necessario, si serve Dio nella persona dei fratelli. Generosità e spirito di sacrificio, lealtà e prontezza, coraggio e audacia, spirito de giustizia, tutto ciò contribuisce a fare di uua persona un buon militare. E non possiamo dimenticare ciò che dice la Parola di Dio: se il Signore non è presente, invano veglieranno le sentinelle...  Il Giubileo è un'ottima occasione affinché i militari cristiani, rinnovando la loro fede in Dio e la loro appartenenza alla Chiesa, rinnovino anche le loro forze e, così, rendano un servizio sempre più generoso ed efficace alle loro Nazioni.

Una speciale celebrazione giubilare per le Forze Armate è un grande segno di considerazione da parte del Papa e della Chiesa.

La vita militare ha sempre occupato un posto speciale nella Chiesa. Fin dai primi tempi del cristianesimo, i militari sono stati oggetto di attenzione e di cura da parte dei Pastori della Chiesa. E, a sua volta, i militari, fin dall'inizio, hanno trovato una profonda identificazione tra i valori militari e il messaggio del Vangelo e hanno cercato nella fede il sostegno per svolgere bene la loro missione di difesa della Patria e di protezione dei cittadini. La storia della Chiesa, in tutte le epoche, mostra l'armonia tra le due realtà e l'azione pastorale ed evangelizzatrice della Chiesa verso i militari. La partecipazione della vita militare in questo Giubileo continua questa lunga tradizione. Anche la Chiesa Militare brasiliana si fa  presente a questa celebrazione giubilare. L’attuale Arcivescovo Militare, Monsignor Marcony Vinícius Ferreira, è a Roma per partecipare a questa celebrazione, con un gruppo di militari brasiliani, con a capo un Generale di 4 stelle dell’Aeronautica, che io ho ordinato come diacono permanente, il primo Generale della storia del Brasile ad essere ordinato diacono.

Qual è il significato, il senso del Capellano Militare oggi?

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Il Cappellano Militare deve unire, nel suo modo di vivere, due realtà distinte. I candidati vengono selezionati attraverso un concorso pubblico federale e, una volta approvati, vengono inseriti come ufficiali nel corpo armato e seguiranno la carriera militare come gli altri. Come sacerdote, è chiamato ad essere uomo di Dio, l'evangelizzatore, il pastore dei suoi compagni militari. Come militare, deve incarnare in modo convincente gli ideali militari, assumendone i valori. Solitamente dico ai nostri Cappellani che devono essere 100% militari e 1.000% sacerdoti. In Brasile, abbiamo l'esperienza di un lavoro interreligioso, unendo sacerdoti cattolici e pastori evangelici, incorporati nelle Forze Armate. Sono circa 190 sacerdoti cattolici e una settantina di Pastori evangelici. È stato un lavoro di successo, di cooperazione, nonostante le difficoltà inevitabili, unendo fianco a fianco i due gruppi religiosi, che incarnano la presenza del Vangelo tra i fratelli militari, nel rispetto di ogni convinzione religiosa, ma anche nella cura spirituale di tutti senza distinzione, attendendo ogni confessione nella sua specificità.

Quali sono i compiti dell’Ordinario Militare?

In Brasile, in virtù di un Accordo Diplomatico tra la nostra Repubblica e la Santa Sede, l’Ordinario Militare deve essere un brasiliano di nascita, ha il grado di Arcivescovo, subordinato direttamente al Papa, pur essendo membro effettivo della Conferenza Episcopale Brasiliana.  Dal punto di vista ecclesiastico, è il responsabile dell'Arcidiocesi Militare, equiparato a un vescovo diocesano. Coordina, come superiore ecclesiastico, i cappellani militari cattolici distribuiti tra le tre Forze Armate - Marina, Esercito e Aeronautica - e anche tra le Forze Ausiliarie - Polizie e Vigili del Fuoco Militari ed anima, come Pastore proprio, tutta la vita cattolica delle caserme. L'Ordinariato Militare è configurato come una vera e propria diocesi, con le strutture necessarie per lo sviluppo delle sue funzioni.  Dal punto di vista dello Stato brasiliano, l'Arcivescovo Militare integra il gabinetto del Ministro della Difesa come suo Assessore per l'assistenza religiosa alle Forze Militari, la quale è prevista dalla Costituzione Brasiliana. In questo senso, è il punto di riferimento dei Capellani Militari, cattolici o protestanti, presso lo Stato brasiliano.

Le Forze Armate ormai sono viste anche come uno strumento di pace.

Un antico detto latino afferma: Si vis pacem, para bellum. Se vogliamo la pace, dobbiamo essere preparati alla guerra. Non dimentichiamo che il peccato originale ha lasciato il suo segno di concupiscenza nell'essere umano. L'inclinazione al male è sempre presente nella nostra realtà umana. È necessario vigilare sulla pace, anche combattendo il male in tutte le forme in cui si manifesta.  Il lavoro militare è sempre stato e deve essere sempre un servizio alla pace, anche quando è necessario l'uso della forza per garantirla. Non possiamo lasciarci influenzare da una visione romantica della convivenza pacifica idilliaca, perché questa non esiste nella vita reale. D'altra parte, e questo è molto sottolineato nel nostro lavoro pastorale con i militari, l'uso della forza sproporzionata non è mai giustificabile, poiché finisce per diventare simile al male che si intende combattere.