Carpi , domenica, 9. marzo, 2025 10:00 (ACI Stampa).
La Quaresima è come un lungo corso di esercizi spirituali. Un tempo prezioso in cui siamo invitati a rientrare in noi stessi per ascoltare la voce del Signore. E’ l’occasione per riscoprire la Sua amicizia, quella amicizia che spesso tradiamo, lasciandoci sedurre dalle tentazioni che ci allontanano da Lui, proprio come accadde ad Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Il Maligno non smette mai di tenderci tranelli, facendoci credere che possiamo costruire la nostra vita e il mondo senza Dio. La buona notizia è che in questa lotta, non siamo soli. Possiamo contare sulla presenza di Gesù, il quale, ci mostra la via della vittoria. Anche Lui, infatti, ha affrontato le insidie del Diavolo nel deserto e ne è uscito vittorioso. Le Sue tentazioni sono le stesse che ogni giorno bussano alla porta del nostro cuore. Cristo le ha vinte, dimostrandoci che la vera forza non sta nell’autosufficienza, ma nell’affidarsi al Padre mediante la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la Penitenza.
Il diavolo si avvicina a Gesù e gli sussurra:
«Se tu sei Figlio di Dio, di’ che questa pietra diventi pane» (Mt 4,3). Lo tenta con la fame, con il bisogno primario. Quante volte anche noi ci lasciamo sedurre dall’idea che basti soddisfare i nostri bisogni materiali per essere felici? Il mondo ci illude, facendoci credere che successo, denaro e benessere siano tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ma Gesù, con fermezza, risponde: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Non possiamo vivere solo di cose materiali. Il nostro cuore ha sete di qualcosa di più grande. Nel nostro cuore portiamo una sete di eternità, un desiderio di bellezza, un bisogno di amore, una necessità di luce e di verità, che ci spingono ad andare sempre oltre Questi desideri profondi non sono illusioni, ma segnali della nostra origine divina. Sono l’impronta, la firma lasciata da Dio stesso nell’anima dell’uomo. Solo Lui, dunque, può davvero saziarci (cfr Benedetto XVI, Udienza Generale, 7 novembre 2012).
Il diavolo insiste e provoca:
«Se sei Figlio di Dio, gettati giù…» (Mt 4,6). Questa volta cerca di spingere Gesù a mettere alla prova il Padre, come a dire: “Se davvero ti ama, interverrà a salvarti.” Anche noi, nei momenti di difficoltà, ci troviamo a chiederci: “Se Dio mi ama, perché soffro?” Ma Gesù ci insegna che la fede non si fonda sui miracoli o sulle prove tangibili, bensì sulla fiducia. Risponde deciso: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Mt 4,7).Credere significa affidarsi, anche quando il cammino è oscuro, anche quando non comprendiamo il disegno divino.
L’ultima tentazione è la più sottile e seducente: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, se ti prostrerai in adorazione davanti a me» (Mt 4,9). Satana offre a Gesù il dominio del mondo, la gloria umana. È la tentazione del potere, della vanità, dell’apparenza. Ma Gesù, ancora una volta, non si lascia ingannare e proclama: «Il Signore, tuo Dio, adorerai: a lui solo renderai culto» (Mt 4,10).
Viviamo in una società che esalta l’apparenza, il prestigio, il possesso. Ma Gesù ci mostra un’altra strada: la vera felicità non sta nell’accumulare, ma nel donarsi.