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L'ora della Madre, la liturgia del Sabato Santo

Da 36 anni l'appuntamento a Santa Maria Maggiore

Il mosaico absidale di Santa Maria Maggiore |  | www.basilicasantamariamaggiore.va Il mosaico absidale di Santa Maria Maggiore | | www.basilicasantamariamaggiore.va

Se il Venerdì Santo è per antonomasia l’“Ora” di Gesù, che amò i suoi fino all’oblazione di sé sull’altare della Croce, il Sabato Santo è l’“Ora” della Madre, il vertice del suo lungo e faticoso cammino di fede, ai piedi della Croce ella stette, quale nuova Eva, associandosi al sacrificio del Figlio e accogliendo come figli tutti gli uomini redenti dal suo Sangue divino. Quando poi i discepoli, la sera del Venerdì Santo, posero Gesù nel sepolcro, la sua fede non venne meno, né venne meno la sua indissolubile unione col Figlio Redentore.

Anzi, solo in Lei stette in quell’Ora la fede di tutta la Chiesa, in lei si raccolsero le speranze del mondo. Perciò è la Madre della nostra fede.

Scriveva san Giovanni Paolo II: “nel Sabato Santo la Chiesa si identifica con Maria: tutta la sua fede è raccolta in Lei, la prima credente. Nell’oscurità che avvolge il creato, Ella rimane sola a tener viva la fiamma della fede, preparandosi ad accogliere l’annuncio gioioso e sorprendente della resurrezione.”

Così, l’“Ora” della Madre, celebrata nel Sabato Santo, è la più adatta e significativa preparazione a vivere la grande Veglia pasquale del Signore che risorge glorioso dai morti.

Questa mattina la liturgia si è ripetuta nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore come da più di 36 anni. “L’Ora della Madre”, è la celebrazione che intende proporre e far rivivere il dolore e la fede suprema di Maria nell’attesa della risurrezione del Signore. A presiedere il Cardinale Stanislaw Rylko, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore.

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La celebrazione mariana che si compie a Santa Maria Maggiore, e in tante altre parti d’Italia e del mondo il mattino del Sabato Santo, trova ispirazione nella liturgia bizantina, che canta davanti all’icona della sepoltura di Gesù i lamenti della Madre sul Figlio ucciso e la sua ansia di vederlo ritornare vivo dai morti. In quell’ora suprema, in cui tutto sembrava ormai definitivamente finito, è lei “Chiesa che crede” contro ogni umana evidenza, che spera contro ogni speranza.