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Quei Conclavi al Quirinale. Quando l'elezione del Papa avveniva nel palazzo del Quirinale

Quattro furono i pontefici eletti al Quirinale, nella famosa Cappella Paolina.

Particolare di arazzo Musei Vaticani | Particolare di arazzo Musei Vaticani | Credit AT Aci Stampa Particolare di arazzo Musei Vaticani | Particolare di arazzo Musei Vaticani | Credit AT Aci Stampa

Lo sguardo del mondo è oggi puntato sulla Cappella Sistina, luogo per antonomasia dei Conclavi. Eppure, nella storia della Chiesa, non sempre è stata la cappella di Michelangelo il luogo deputato per la riunione dei cardinali per l’elezione del nuovo pontefice. Altro luogo, il palazzo del Quirinale, sede dal 1946 del Presidente della Repubblica italiana. Ma prima di divenire la residenza dei Capi di stato italiani, fu anche sede nel 1870, dopo la breccia di Porta Pia e l'annessione di Roma al Regno d'Italia, di Casa Savoia. Ma, percorrendo a ritroso la sua storia, troviamo anche ben 30 pontefici che abitarono in questo palazzo che si erge sopra il colle Quirinale: soprattutto a partire dal pontificato di Paolo V Borghese. 

Torniamo al Quirinale e alla storia dei Conclavi. Furono ben quattro i prelati che entrarono nel palazzo come cardinali e ne uscirono come pontefici. Quattro Conclavi per quatto pontefici: Leone XII (eletto il 28 settembre 1823), Pio VIII (eletto il 31 marzo 1829), Gregorio XVI (eletto il 2 febbraio 1831), e il famoso Pio IX (eletto il 16 giugno 1846), l’ultimo papa re.

Il primo conclave iniziò il 2 settembre 1823. In questo caso, l’elezione ha un retroscena. Per l’elezione a pontefice si pensava a due nomi: quello del cardinal Francesco Saverio Castiglioni e il cardinal Antonio Gabriele Severoli. Se in un primo momento sembra aver la meglio il cardinal Severoli, a complicar le cose ci pensa l’Austria che pone il veto sulla sua elezione. Castiglioni era un estremo difensore del primato del papa. Dunque, nome bruciato. Ed è allora che spunta un nome di compromesso: quello del cardinal Annibale Della Genga. Sarà lui a divenire papa Leone XII. 

 

Come successore, ci sarà papa Pio VIII, ossia il cardinal Castiglioni (uno dei nomi in lizza del precedente conclave). Un papato di transizione, così fu definito. E così fu, d’altro canto visto che durò molto poco visto il cagionevole stato di salute del nuovo pontefice. Inizio pontificato,  31 marzo del 1823. Fine pontificato, 30 novembre: otto mesi. 

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Veniamo così a papa Gregorio VII: uno dei conclavi dell’800 più lunghi. Il conclave, infatti, durò ben cinquanta giorni. A essere eletto, al Quirinale, per il soglio di Pietro è il cardinal (monaco camaldolese) Mauro Cappellari, già prefetto di Propaganda Fide. Sceglierà di andare a vivere in Vaticano, lasciando il Quirinale, la sede della sua elezione. 

 

Ultimo pontefice a essere eletto al Quirinale è papa Mastai Ferretti, ossia il famoso Pio IX, l’ultimo papa-re. Ci vollero solo due giorni di conclave per eleggerlo. L’altro candidato era il cardinal Lambruschini, altro nome famoso della Curia romana. 

 

Ma dove avveniva lo scrutunio per il Conclave? Se il Vaticano ha la sua “Sistina”, il Quirinale ha la sua “Paolina”: fu la Cappella Paolina, infatti, ad essere lo scenario di trame, di compromessi, e preghiere per l’elezione del pontefice. I cardinali avevano a disposizione questo ambiente di una bellezza che affascina ancora oggi i visitatori: la grande cappella prendeva il nome da papa Paolo V Borghese, che la fece costruire nel 1615 per avere a disposizione nel palazzo del Quirinale un ambiente delle stesse dimensioni della Cappella Sistina. Un gioiello d’arte quello che si presenta ancora oggi a chiunque entri in questo spazio così importante per la storia della Chiesa. Stucchi dorati e bianchi fanno da scenografia.  Sulla parete destra vi è un imponente balcone marmoreo, anch’esso del ‘600: è la cosiddetta cantoria, che ospitava il coro per le messe cantate. Gli affreschi hanno data più recente: sono del 1800. Finte nicchie ospitano delle statue (anch’esse dipinte) degli Apostoli, degli Evangelisti e di San Paolo. L’altare presenta sopra un arazzo che l’Ultima predica di Santo Stefano, il primo martire della Chiesa.

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