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I manoscritti della Kabbalah alla Biblioteca vaticana

Un simposio riunisce l'università Nore Dame e l' Università ebraica di Gerusalemme

Uno dei manoscritti della Kabbalah alla Biblioteca vaticana |  | BAV Uno dei manoscritti della Kabbalah alla Biblioteca vaticana | | BAV

Una occasione di confronto e conoscenza alquanto raro. Un "Kabbalah Symposium" organizzato dall'Università di Notre Dame, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV) e dall'Università Ebraica di Gerusalemme che ha offerto un'opportunità unica di studiare alcuni dei più significativi manoscritti cabalistici esistenti nella Biblioteca Vaticana. La collaborazione mette in luce l'eredità duratura della cabala - termine che significa “tradizione” o “trasmissione” e che a volte è sinonimo di “misticismo ebraico” - in Italia e le sue intricate interazioni storiche con la teologia cristiana.

“La Biblioteca Vaticana possiede la più grande ricchezza di manoscritti cabalistici in Italia”, ha dichiarato il Prof. Jeremy Phillip Brown, Jordan H. Kapson Assistant Professor of Theology presso l'Università di Notre Dame e organizzatore del simposio. “Questi testi unici aprono una finestra su secoli di ricerca teologica ebraica e offrono una risorsa senza precedenti per comprendere le storie intellettuali intersecate di ebrei e cristiani”.

I manoscritti comprendono testimonianze precoci e rare di opere fondamentali come il Libro dello Zohar, un'antologia agiografica e omiletica della pietà rabbinica medievale stampata per la prima volta nell'Italia settentrionale nel XVI secolo, e la prima copia del Sefer Yetzirah in Europa occidentale.

Comprendono anche testi attribuiti a personaggi come Nahmanide, Mosè di León e Giuseppe Gikatilla, nonché traduzioni latine prodotte da umanisti cristiani come Pico della Mirandola e il cardinale Giles di Viterbo. Roma, e in particolare la Biblioteca Vaticana, è stata a lungo un crocevia per la trasmissione, la traduzione e la trasformazione di questi profondi scritti mistici.

La Biblioteca Apostolica Vaticana ha accolto con piacere l'iniziativa dell'Università di Notre Dame e dell'Università Ebraica di Gerusalemme”, commenta il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, don Mauro Mantovani, S.D.B., ”mettendo a disposizione i materiali delle sue collezioni e ospitando il Simposio sulla Kabbalah di Roma, che vuole essere non solo un momento di studio accademico, ma anche uno spazio di dialogo e un percorso comune di ricerca. In un momento in cui la conoscenza condivisa è più che mai necessaria, questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di sinergia culturale.”

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È la prima volta che la Biblioteca Vaticana apre il suo patrimonio di manoscritti cabalistici a una coorte internazionale di specialisti in paleografia ebraica, aramaica e latina per una ricerca collaborativa in situ.
L'Università di Notre Dame, e l 'Università Ebraica di Gerusalemme, il principale centro per lo studio del pensiero ebraico e della kabbalah, e l'Università di Bologna hanno lavorato insieme per il simposio. L'unica sessione pubblica è la Keynote Lecture di oggi giovedì 22 maggio alle 16:00 nella Sala Sistina della Biblioteca Vaticana.

La conferenza principale analizzerà il coinvolgimento dei papi nella cabala, a partire dal resoconto di Abramo Abulafia di un'udienza con Niccolò III, passando per il programma di Sisto IV di traduzioni cabalistiche, l'avversione di Innocenzo VIII e Adriano VI per la cabala e l'approvazione della cabala da parte di Leone X e Clemente VIII. Si parlerà anche dell'interesse di Giulio III per lo Zohar e si valuterà il giudizio di Heinrich Graetz, il più importante storico ebraico del XIX secolo, secondo cui la cabala era il “figlio viziato del papato”.