Domenica scorsa Monsignor Riccardo Battocchio ha ricevuto la consacrazione episcopale e si è insediato come nuovo Vescovo di Vittorio Veneto. A conferirla il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia. Co-consacranti il Cardinale Beniamino Stella, Prefetto emerito della Congregazione per il Clero, e Monsignor Claudio Cipolla, Vescovo di Padova.

Battocchio, 63 anni nell'agosto prossimo, era stato nominato Vescovo di Vittorio Veneto da Papa Francesco lo scorso 24 febbraio. In precedenza era stato Rettore dell'Almo Collegio Capranica e Segretario speciale del Sinodo sulla sinodalità.

"In questo momento - ha detto il Vescovo Battocchio - non ringrazio il Signore per quello che sono diventato. Non lo faccio perché non so bene cosa mi aspetta da qui in avanti. Lo so in teoria: cosa voglia dire effettivamente essere vescovo, spero di impararlo cammin facendo. Ora ringrazio Dio per avermi creato, fatto cristiano, chiamato a servire la Chiesa come prete; per avermi conservato, custodito e sostenuto fin qui attraverso la bontà e la pazienza di tante persone, molte delle quali sono qui presenti, a cominciare dalla mia famiglia e dagli amici. Spero di avere buoni motivi per ringraziarlo di avermi affidato il ministero di vescovo a Vittorio Veneto quando, alla fine di questa vita terrena, mi troverò di fronte a Lui. Per annunciare, celebrare e vivere il Vangelo bisogna conoscerlo. Conoscere il Vangelo significa incontrarlo, perché il Vangelo, è in definitiva la persona di Gesù Cristo. Io, come ogni cristiano, ho incontrato e incontro il Vangelo ascoltando le parole della Bibbia, celebrando la Messa, pregando. Come ogni cristiano, l’ho incontrato e lo incontro nei volti delle persone con le quali condivido il fatto di essere a questo mondo, cosa spesso affascinante, tante volte accompagnata da sofferenze difficili da sopportare e persino da descrivere".

Nell'omelia il Patriarca di Venezia, Monsignor Moraglia, ha invece ricordato che il Vescovo "con la sua Chiesa è essenzialmente chiamato a dire una cosa: il nome di Dio. È un compito non facile in una società che ha messo Dio da parte o lo considera questione privata se non, addirittura, ostacolo ad una moderna emancipazione. Il nome di Dio, in sé, è indicibile e lo si rende presente solo annunciando Gesù; chi vede Lui vede il Padre".