Advertisement

Papa Leone XIV per i 500 anni del movimento Anabattista: costruiamo una civiltà d'incontro dell'amore

Il Messaggio di Papa Leone XIV ai partecipanti alla commemorazione dei 500 anni del movimento Anabattista

Papa Leone XIV (immagine di repertorio) | Papa Leone XIV (immagine di repertorio) | Credit Vatican Media Papa Leone XIV (immagine di repertorio) | Papa Leone XIV (immagine di repertorio) | Credit Vatican Media


“Cari amici, mentre vi riunite per commemorare i 500 anni del movimento anabattista, vi saluto cordialmente con le prime parole pronunciate da Gesù risorto: «Pace a voi!»”
, con queste parole inizia il messaggio - redatto in lingua inglese - che papa Leone XIV ha inviato ai partecipanti alla commemorazione dei 500 anni del movimento Anabattista a Zurigo in Svizzera. 

Un messaggio che continua nel ricordare la “gioia della nostra celebrazione della Pasqua” e che riflette “sull'apparizione di Cristo la sera di quel «primo giorno della settimana», quando Gesù non solo entrò attraverso i muri e le porte chiuse, ma attraverso i cuori timorosi dei suoi discepoli”. In quella occasione - sottolinea il pontefice - Cristo “nell’impartire il suo grande dono della pace, fu sensibile all'esperienza dei discepoli, suoi amici, e non nascose i segni della sua Passione ancora visibili nel suo corpo glorioso”. E cotinua: "Accogliendo la pace del Signore e accettando la sua chiamata, che comprende l'essere aperti ai doni dello Spirito Santo, tutti i seguaci di Gesù possono immergersi nella radicale novità della fede e della vita cristiana. In effetti, un tale desiderio di rinnovamento caratterizza lo stesso movimento anabattista”.

Il messaggio prosegue: “Il motto scelto per la vostra celebrazione, "Il coraggio di amare", ci ricorda, soprattutto, la necessità che cattolici e mennoniti compiano ogni sforzo per vivere il comandamento dell'amore, la chiamata all'unità cristiana e il mandato di servizio verso il prossimo. Allo stesso modo, sottolinea la necessità di onestà e gentilezza nel riflettere sulla nostra storia comune, che include ferite dolorose e narrazioni che influenzano le relazioni e le percezioni cattolico-mennonite fino ai giorni nostri”. Sottolinea, allora, quanto sia importante “quella purificazione dei ricordi e quella rilettura comune della storia che possono permetterci di guarire le ferite del passato e costruire un nuovo futuro attraverso il "coraggio di amare". Anzi, solo così il dialogo teologico e pastorale può portare frutto, un frutto duraturo”. 

 

E conclude: “Il mio augurio per ciascuno di noi, quindi, è di poter dire, citando Sant'Agostino: «Ogni mia speranza è posta nell'immensa grandezza della tua misericordia. Da' ciò che comandi e comanda ciò che vuoi»". Sottolinea, inoltre, l’importanza dell’unità fra i cristiani “perché più i cristiani saranno uniti, più efficace sarà la nostra testimonianza a Cristo, Principe della Pace, nella costruzione di una civiltà di incontro dell’amore”.

Advertisement



Il movimento anabattista nasce nel 1525. Siamo nell’ambito di quei processi di riforma della chiesa che ebbero inizio nel 1517 a Wittenberg ad opera di Martin Lutero. L'origine  è da ricercare a Zurigo, dove Corrado Grebel, Felice Manz e Giorgio Blaurock, separatisi dal movimento creato da Zwingli, confermarono, nel 1525, per mezzo del battesimo agli adulti, il loro cristianesimo separatista. Le dottrine fondamentali degli Anabattisti furono definite nel 1527 nella cosiddetta "Confessione di Schleitheim".