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Papa Leone XIV: “Il cinema non è soltanto moving pictures: è mettere in movimento la speranza”

Il mondo del cinema oggi è in Vaticano. Ecco le parole del Papa agli artisti

Il Papa e il mondo del cinema |  | Vatican Media / EWTN Il Papa e il mondo del cinema | | Vatican Media / EWTN

Il mondo del cinema oggi è in Vaticano. Infatti questa mattina Papa Leone XIV, presso la Sala Clementina in Vaticano, ha incontrato tanti rappresentanti del mondo del Cinema. “Il cinema è un’arte giovane, sognatrice e un po’ irrequieta, anche se ormai centenaria. Proprio in questi giorni compie centotrent’anni, a far conto da quella prima proiezione pubblica, realizzata dai fratelli Lumière il 28 dicembre 1895 a Parigi. Inizialmente, il cinema appariva come un gioco di luci e di ombre, per divertire e impressionare. Ma ben presto, quegli effetti visivi hanno saputo manifestare realtà ben più profonde, fino a diventare espressione della volontà di contemplare e di comprendere la vita, di raccontarne la grandezza e la fragilità, d’interpretarne la nostalgia d’infinito”, dice subito il Pontefice ai tanti presenti.

Per citarne alcuni presenti in Vaticano: Monica Bellucci, Wang Bing, Kate Blanchett, Stéphane Brizé, Sergio Castellitto, Liliana Cavani, Maria Grazia Cucinotta, Abel Ferrara, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, Matteo Garrone. “Con gioia vi saluto, cari amici e amiche, e saluto con gratitudine quello che il cinema rappresenta: un’arte popolare nel senso più nobile, che nasce per tutti e parla a tutti”, commenta il Pontefice.

È bello riconoscere che, quando la lanterna magica del cinema si accende nel buio, s’infiamma in simultanea lo sguardo dell’anima, perché il cinema sa associare quello che sembra essere soltanto intrattenimento con la narrazione dell’avventura spirituale dell’essere umano”, continua Papa Leone XIV.

In vista dell'incontro di oggi, nei giorni scorsi il Papa ha fatto sapere in un videomessaggio quali sono i suoi film preferiti: “La vita è meravigliosa” (1946) di Frank Capra; “Tutti insieme appassionatamente” (1965) di Robert Wise; “Gente Comune” (1980) di Robert Redford; “La vita è bella” (1997) di Roberto Benigni. 

“Uno dei contributi più preziosi del cinema è precisamente quello di aiutare lo spettatore a tornare in sé stesso, a guardare con occhi nuovi la complessità della propria esperienza, a rivedere il mondo come se fosse la prima volta e a riscoprire, in questo esercizio, una porzione di quella speranza senza la quale la nostra esistenza non è piena. Mi conforta pensare che il cinema non è soltanto moving pictures: è mettere in movimento la speranza!”, continua il Papa nel suo discorso in Clementina.

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Con le vostre opere, voi dialogate con chi cerca leggerezza, ma anche con chi porta dentro il cuore un’inquietudine, una domanda di senso, di giustizia, di bellezza. Oggi, viviamo con gli schermi digitali sempre accesi. Il flusso delle informazioni è costante. Ma il cinema è molto più di un semplice schermo: è un crocevia di desideri, memorie e interrogazioni. È una ricerca sensibile dove la luce perfora il buio e la parola incontra il silenzio. Nella trama che si dispiega, lo sguardo si educa, l’immaginazione si dilata e perfino il dolore può trovare un senso. Strutture culturali come i cinema e i teatri sono dei cuori pulsanti dei nostri territori, perché contribuiscono alla loro umanizzazione. Se una città è viva è anche grazie ai suoi spazi culturali: dobbiamo abitarli, costruirci relazioni, giorno dopo giorno”, ne è convinto il Papa.

“L’arte del cinema e l’esperienza cinematografica sono in pericolo. Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività”, dopo queste parole è partito un applauso per il Papa da parte dei presenti.

La nostra epoca ha bisogno di testimoni di speranza, di bellezza, di verità: voi con il vostro lavoro artistico potete esserlo. Recuperare l’autenticità dell’immagine per salvaguardare e promuovere la dignità umana è nel potere del buon cinema e di chi ne è autore e protagonista. Non abbiate paura del confronto con la ferite del mondo. La violenza, la povertà, l’esilio, la solitudine, le dipendenze, le guerre dimenticate sono ferite che chiedono di essere viste e raccontate. Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga. Questo hanno fatto tutti i grandi registi”, continua il Papa.

“Per concludere, la realizzazione di un film è un atto comunitario, un’opera corale in cui nessuno basta a sé stesso. In un’epoca di personalismi esasperati e contrapposti, ci mostrate come per fare un buon film è necessario impegnare i propri talenti. Ma ciascuno può far brillare il suo particolare carisma grazie ai doni e alle qualità di chi lavora accanto, in un clima collaborativo e fraterno. Che il vostro cinema resti sempre un luogo d’incontro, una casa per chi cerca senso, un linguaggio di pace”, conclude Papa Leone XIV.

L’incontro è promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione ed i Musei Vaticani, sulla scia degli incontri di Papa Francesco con i rappresentanti delle arti figurative, nel giugno 2023, dell’umorismo, nel giugno 2024 ed in continuità con il recente Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, celebrato nel febbraio scorso.

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