Città del Vaticano , lunedì, 2. giugno, 2025 13:30 (ACI Stampa).
“Sono lieto che, all’indomani della celebrazione del Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, un gruppo di esperti si sia riunito presso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita a riflettere sul tema: Evangelizzare con le famiglie di oggi e di domani. Sfide ecclesiologiche e pastorali. Tale tema ben esprime la preoccupazione materna della Chiesa per le famiglie cristiane presenti in tutto il mondo: membra vive del Corpo mistico di Cristo e primo nucleo ecclesiale a cui il Signore affida la trasmissione della fede e del Vangelo, specialmente alle nuove generazioni”. Con queste parole inizia il Messaggio che papa Leone XIV ha voluto inviare ai partecipanti al Seminario “Evangelizzare con le famiglie di oggi e di domani. Sfide ecclesiologiche e pastorali”, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Seminario di due giorni che si apre oggi e si chiude domani, 3 giugno.
Papa Leone XIV cita nel Messaggio Sant’Agostino: “Come in Te abbiamo la sorgente della vita, così nella tua luce vedremo la luce”. Una frase che fa riflettere il pontefice sul tempo presente “caratterizzato da una crescente ricerca di spiritualità, riscontrabile soprattutto nei giovani, desiderosi di relazioni autentiche e di maestri di vita”. Proprio per questa sete è importante, allora, “che la comunità cristiana sappia gettare lo sguardo lontano, facendosi custode, davanti alle sfide del mondo, dell’anelito di fede che alberga nel cuore di ognuno”. Papa Leone XIV riscontra particolarmente urgente, “in questo sforzo, rivolgere un’attenzione speciale a quelle famiglie che, per vari motivi, sono spiritualmente più lontane: a quelle che non si sentono coinvolte, che si dicono non interessate, oppure che si sentono escluse dai percorsi comuni, ma nondimeno vorrebbero essere in qualche modo parte di una comunità, in cui crescere e con cui camminare”.
Il suo sguardo è poi rivolto a tutti coloro che “ignorano l’invito all’incontro con Dio”. Di fronte a questo bisogno, il pontefice lamenta una sempre più diffusa “privatizzazione” della fede che “impedisce spesso a questi fratelli e sorelle di conoscere la ricchezza e i doni della Chiesa, luogo di grazia, di fraternità e d’amore”. Ed è così, allora, che anche se magari possono esserci “sani e santi desideri” in queste persone, molti “cercano sinceramente dei punti di appoggio per salire i sentieri belli della vita e della gioia piena, molti finiscono coll’affidarsi a falsi appigli che, non reggendo il peso delle loro istanze più profonde, li lasciano scivolare di nuovo verso il basso, allontanandoli da Dio e rendendoli naufraghi in un mare di sollecitazioni mondane”. Tra queste persone ci sono genitori e figli, molto spesso “alienati da modelli di vita illusori, dove non c’è spazio per la fede, alla cui diffusione contribuisce non poco l’uso distorto di mezzi in sé potenzialmente buoni – come i social – ma dannosi quando fatti veicolo di messaggi ingannevoli”.



