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Silvia Serventi racconta "la purità del cuore" di santa Camilla Battista da Varano

L'intervista Silvia Serventi, curatrice del libro ‘La purità del cuore ed altri scritti’ di santa Camilla Battista da Varano

La copertina del libro | La copertina del libro | Credit Mondadori La copertina del libro | La copertina del libro | Credit Mondadori

‘La modernità di una mistica del Rinascimento italiano: Santa Camilla Battista da Varano’: questo è stato il titolo del convegno svoltosi al monastero ‘Santa Chiara’ di Camerino, in provincia di Macerata, moderato da fra Lorenzo Turchi, docente della Pontificia Università Antonianum di Roma, con quattro relazioni: ‘Le opere latine di santa Battista da Varano, clarissa e umanista’ a cura della dottoressa Silvia Serventi, ricercatrice indipendente; ‘II profilo e l’avventura di sora Battista tra le clarisse e i monasteri di I Regola’ a cura della professoressa Letizia Pellegrini, docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Macerata; ‘Immagini e visioni da un monastero’, proposta dal professor Giuseppe Capriotti, docente di Storia delle Religioni all’Università di Macerata; infine il professor Pierluigi Feliciati, docente di Scienze documentarie all’Università di Macerata, ha incentrato la relazione sul tema ‘L’archivio del monastero di Santa Chiara di Camerino: progetto di recupero e valore’. La giornata è stata conclusa dalla celebrazione eucaristica officiata da monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica; mentre nella serata è stato proposto lo spettacolo teatrale ‘Come una carezza – Il viaggio di Camilla Battista Varano’ del ‘Gruppo Teatro in bilico’.

Nella giornata di studio è stato presentato il volume di santa Camilla Battista da Varano, ‘La purità del cuore ed altri scritti’, a cura di Silvia Serventi, dottoressa di ricerca in italianistica e docente di storia dell’arte: “Diversamente dall’autobiografia o dai ‘Dolori mentali’, il ‘Trattato della purità del cuore’ non ha avuto un’ampia diffusione e, sino all’ultima ripresa degli studi, erano noti solo tre manoscritti tardivi legati all’ambiente oratoriano, nei quali compariva sempre collocata tra i ‘Dolori mentali’ ed un compendio delle ‘Istruzioni al discepolo’. I due codici, entrambi del XVI secolo, permettono una revisione del testo su una base più sicura e consentono di leggerlo in una versione più completa e vicina all’originale”.

A lei chiediamo di raccontare l’occasione per questa pubblicazione: “In quest’anno cade il quinto centenario dalla morte di Battista da Varano, al secolo Camilla, figura significativa di monaca umanista passata dalla corte di Camerino al monastero per lei edificato dal padre. Con la nuova edizione incentrata sul ‘Trattato della purità del cuore’ si mette a frutto il ritrovamento di versioni diverse dell’opera e la si rilegge alla luce dell’intera produzione della clarissa marchigiana pubblicata in appendice. Nel 2009 infatti, quando gli studi intorno alla sua figura fiorirono in vista della canonizzazione avvenuta nel 2010, furono rinvenuti a Padova e a Genova due importanti manoscritti che presentano un testo più ampio di quello che si conosceva, il primo in latino e il secondo in volgare”.

Ma chi era questa santa?

“Camilla Battista da Varano, beata dal 1843 e santa dal 2010, è stata un personaggio unico nel panorama italiano della seconda metà del Quattrocento: figlia di aristocratici, educata agli studi umanistici, diviene poi clarissa e mistica. Ed altrettanto unica è l’unione di umanesimo e misticismo. Leggere il ‘De puritate cordis’ in un latino che potrebbe essere quello di Marsilio Ficino è già un’esperienza del tutto fuori del comune”.

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Cosa era la purità del cuore per santa Camilla da Varano?

“La purità del cuore è distinta da Battista in tre parti: verso Dio, verso il prossimo e verso sé stessi. La purità verso Dio consiste nel pensare rettamente di Dio, ovvero credere con semplicità, senza voler indagare con sottigliezza tutto ciò che si legge o si ascolta su Dio. Quella verso il prossimo si manifesta nel non giudicarlo, non mormorare contro di lui ma anzi onorarlo. La purità verso sé stessi è avere di sé una pessima opinione e riconoscere la propria incapacità di fare il bene e sopportare le avversità senza l’aiuto divino”.

 

In quale modo la purità del cuore conduce a Dio?

“Il raggiungimento della purità è considerata la prima tappa dell’itinerario spirituale poiché è solo grazie ad essa che è possibile arrivare all’amorosa crocifissione e all’offerta di sé. La purità corrisponde alla fede, la propria crocifissione alla speranza e l’offerta volontaria di sé alla carità”.

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Quale rapporto c’è tra purità e Sapienza per santa Camilla?

“In alcuni passi del trattato Battista applica alla purità quanto nella Bibbia viene detto della sapienza: esorta il destinatario a cercarla fin dalla sua giovinezza, a prenderla come sposa lasciandosi istruire da lei sulla via delle virtù. La sapienza illumina, mentre chi non la possiede cammina nelle tenebre. Allo stesso modo solo chi ha la purità del cuore e della mente può progredire nella via che conduce a Dio e sopportare con pazienza le avversità”.

 

Esiste un rapporto tra la purità del cuore di santa Camilla e la ‘Terza delle considerazioni sulle stimmate’ di san Francesco?

“L’autrice ricorda espressamente le domande di san Francesco: ‘O Dio, chi sei tu? E chi sono io?’, riportate nella ‘Terza considerazione sulle stimmate’. La conoscenza di Dio e di sé corrispondono in un certo senso al primo e al terzo tipo di purità e sono come due lumi che, facendo cogliere il contrasto tra l’abisso della bontà di Dio e quello della propria viltà, portano all’umiltà”.

 

La purità del cuore è una riflessione valida anche oggi?

“Soprattutto la riflessione sulla purità verso il prossimo è particolarmente attuale, se si pensa alle numerose esortazioni di papa Francesco ad evitare le mormorazioni. Invece di giudicare gli altri santa Camilla Battista insegna a guardare sé stessi: scrive di aver ricevuto il dono di essere cieca di fronte ai difetti dei fratelli e di avere impresso così in profondità la verità della sua nullità e miseria che questa consapevolezza non le verrebbe strappata se anche tutto il mondo la lodasse. Questa constatazione non porta però alla tristezza ma alla gioia di riconoscersi creatura sommamente amata da Dio”.