Città del Vaticano , domenica, 15. giugno, 2025 10:41 (ACI Stampa).
“Il binomio Trinità-sport non è esattamente di uso comune, eppure l’accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana porta in sé un riflesso della bellezza di Dio, e certamente lo sport è tra queste. Del resto, Dio non è statico, non è chiuso in sé. È comunione, viva relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che si apre all’umanità e al mondo”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell’omelia della Messa in occasione del Giubileo dello Sport nella Solennità della Santissima Trinità.
“È da questo dinamismo divino – sottolinea Leone XIV - che sgorga la vita. Noi siamo stati creati da un Dio che si compiace e gioisce nel donare l’esistenza alle sue creature. Alcuni Padri della Chiesa parlano addirittura, arditamente, di un Dio che si diverte . Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità: perché richiede un movimento dell’io verso l’altro, certamente esteriore, ma anche e soprattutto interiore. Senza questo, si riduce a una sterile competizione di egoismi”.
Il Papa poi offre un esempio pratico. Quando durante le gare “gli spettatori gridano: «Dai!», un imperativo bellissimo: non si tratta solo di dare una prestazione fisica, ma di dare sé stessi, di giocarsi. Si tratta di darsi per gli altri e, se si è veramente sportivi, questo vale al di là del risultato”.
Dinanzi a solitudine e individualismo, aggiunge Papa Leone, “lo sport – specialmente quando è di squadra – insegna il valore della collaborazione, del camminare insieme, di quel condividere che è al cuore stesso della vita di Dio. Può così diventare uno strumento importante di ricomposizione e d’incontro: tra i popoli, nelle comunità, negli ambienti scolastici e lavorativi, nelle famiglie”.
In una società digitale che allontana le persone, “lo sport valorizza la concretezza dello stare insieme, il senso del corpo, dello spazio, della fatica, del tempo reale. Così, contro la tentazione di fuggire in mondi virtuali, esso aiuta a mantenere un sano contatto con la natura e con la vita concreta, luogo in cui solo si esercita l’amore”.