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Capodistria, un centro di irradiazione per la pace in Europa?

Si è tenuta, lo scorso 14 giugno, la seconda edizione del Forum Interreligioso per la Pace di Capodistria. Un progetto di dialogo nel cuore dell’Europa

Forum per la Pace, Capodistria | Un momento del Forum per la Pace di Capodistria | cortesia di Druzina.si Forum per la Pace, Capodistria | Un momento del Forum per la Pace di Capodistria | cortesia di Druzina.si

Era stato invitato anche Papa Francesco, alla prima edizione del Forum Interreligioso per la Pace di Koper, Capodistria, nel 2023. Il Papa non andò, ma andò il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, partecipando ad un dialogo di vari leader religiosi dei Balcani e nel cuore dell’Europa che si proponevano di lanciare un modello per la pace e la riconciliazione in Europa.

La seconda edizione dell’evento si è tenuto lo scorso 14 giugno, e aveva come tema “Valori condivisi e temi per la pace”. V hanno partecipato leader di diverse religioni presenti in quindici Paesi balcanici: Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Romania, Serbia, Turchia e Slovenia. Si è conclusa con una dichiarazione in dieci punti, in cui viene riaffermato l’impegno comune delle religioni dei Balcani per la pace, la famiglia, il dialogo.

Si legge nella dichiarazione che “i leader religiosi sono i primi a guardare oltre i piani politici e di altro tipo, pur mantenendo il contatto con le sofferenze di questo mondo”.

La dichiarazione mette in luce che “La mentalità egoistica dello stile di vita consumistico, la generale alienazione tra le persone, la minaccia di una guerra globale e la mancanza di speranza per il futuro richiedono un incontro tra rappresentanti delle religioni e altri attori sociali”.

C’è, insomma, una comune responsabilità delle religioni, ed “Ebraismo, Cristianesimo e Islam sono definiti da una serie di punti di partenza correlati, radicati nell'eredità del patriarca biblico Abramo e in una comprensione della natura umana che abbraccia tutti i popoli e tutte le culture”.

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Queste tre religioni – aggiunge – comprendono “la vita e la famiglia alla luce di un dono naturale e, al tempo stesso, di un dono gratuito del Creatore, del cui sviluppo ogni individuo è responsabile sia nell'ambito privato che in quello pubblico. Pertanto, il matrimonio tra un uomo e una donna, da cui scaturiscono la nascita di una nuova vita, l'educazione dei figli e la formazione di intere comunità religiose, nazionali e di altro tipo, appare una forma di vita insostituibile”.

Inoltre, i partecipanti al Forum “sostengono iniziative spirituali, intellettuali, legislative e di altro tipo che contribuiscano alla protezione e alla promozione integrale dei fenomeni che riflettono i valori della vita”,  a partire dal matrimonio “tra un uomo e una donna, aperto alla procreazione e all'educazione dei figli”, passando per “la vita di tutte le persone dal concepimento alla morte naturale, indipendentemente dalla loro età, stato di salute o posizione sociale”, fino alla “l'assistenza agli anziani, ai disoccupati o agli emarginati sociali in qualsiasi modo”.

Inoltre, promuovono “la creazione di un sistema sanitario compassionevole, pronto ad alleviare la sofferenza e a restituire la forza a ogni individuo in virtù della sua inalienabile dignità, non in base alla produttività economica”, e “l'esercizio della libertà religiosa che consenta agli individui, alle famiglie e alle comunità di trovare un senso alla vita e protegga la legittima presenza delle tradizioni spirituali nell'ambiente privato e pubblico”.

L’idea è quella di “realizzare un'immagine olistica della persona umana e di promuovere processi sociali equilibrati. Parte integrante di questo impegno sono i valori della famiglia, della vita e della libertà religiosa, che rafforzano anche la preoccupazione per uno sviluppo economico sostenibile. Il suo focus dovrebbe essere sul benessere della persona e della comunità, non sulla sottomissione a una crescita o a un profitto illimitati”.

Quindi, la dichiarazione su concentra sui Balcani, in una situazione sociale che “è peggiorata a causa del calo delle nascite e dell'emigrazione di massa dei giovani all'estero. Tali fenomeni hanno conseguenze disastrose, poiché minacciano il rinnovamento demografico, che può gradualmente portare alla scomparsa di singole nazioni, stati e comunità religiose”.

I leader religiosi notano che “parte delle cause della minaccia demografica nei Balcani può essere individuata nelle relazioni interetniche e interreligiose irrisolte, nel funzionamento disordinato delle istituzioni statali, nonché nello sfruttamento economico e nella corruzione, che distruggono la fiducia nelle relazioni interpersonali”.

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Riprendendo la Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II, i leader religiosi sottolineano che “è dovere della Chiesa cattolica e delle altre comunità religiose invitare tutti coloro che occupano posizioni di responsabilità nella società a garantire ai lavoratori un impiego nei loro Paesi, una retribuzione dignitosa, condizioni per una vita familiare serena e la libera espressione dell'identità religiosa e culturale”.

Inoltre “i partecipanti al forum sono convinti che un prerequisito per costruire la pace tra nazioni, stati e comunità religiose sia la sensibilità ai valori della vita e della famiglia. L'inviolabilità della vita è il fondamento di ogni azione giusta nell'ambito privato e pubblico, e la famiglia è la dimensione iniziale di apertura verso i propri simili, che devono impegnarsi quotidianamente per la pace e l'unità in circostanze spesso difficili”.

Infine, i rappresentanti delle religioni abramitiche promuovono la “attualità della formazione di una sorta di "alleanza strategica" per la tutela della vita e della famiglia, a cui è legata anche la libertà religiosa. Tale alleanza rifletterebbe il sostegno reciproco nel difendere pubblicamente posizioni comuni e nell'aiutare tutti coloro che, a causa di varie difficoltà o pressioni sociali, hanno difficoltà a realizzare i valori della vita e della famiglia. I cristiani e i membri delle altre religioni abramitiche sono convinti che, nelle condizioni incerte dell'inizio del XXI secolo, dobbiamo essere, ancora più di prima, la voce della vita, della famiglia e della libertà religiosa, cioè dei valori che permettono la pace tra nazioni, stati e comunità religiose”. 

Aprendo il Forum, il Presidente della Conferenza episcopale slovena,  il vescovo Andrej Saje,  ha ricordato ai presenti che viviamo nella stessa area geografica e affrontiamo le stesse sfide del momento presente.

"La nostra responsabilità di contribuire a plasmare il futuro è grande. Siamo chiamati a essere, in questo tempo, come ha scritto il compianto Papa Francesco , la voce della fratellanza. Siamo la voce di coloro che non vedono la fede come un ostacolo, ma come un aiuto, o, come sottolinea il nuovo Papa Leone XIV , siamo il ponte che ci collega con gli altri". L’arcivescovo di Sarajevo Tomo Vukšić, da parte sua, ha affermato che il merito principale di tutti gli incontri interreligiosi risiede innanzitutto nel fatto stesso che si incontrano direttamente i rappresentanti di diverse comunità religiose e di diverse convinzioni religiose personali, e per questo “hanno valore per la pace”, perché questi incontri danno “l’opportunità di conoscersi, scambiare opinioni su vari argomenti, condividere esperienze provenienti dal loro specifico ambiente e dalla loro vita”.

L’arcivescovo di Sarajevo ha notato che “incontro, cooperazione e dialogo non sono solo valori per la pace, ma sono anche un grande obbligo morale per i cattolici”.

Anche la presidente di Slovenia Nataša Pirc Musar ha partecipato al Forum, insieme all'ex Presidente Borut Pahor, nonché rappresentanti del corpo diplomatico e rappresentanti della vita sociale ed economica della Slovenia. Ha partecipato anche il Cardinale László Némét, arcivescovo di Belgrado.

Il vescovo di Capodistria Štumpf ha sottolineato che “gli ideatori del Forum per la Pace dei Balcani sono consapevoli di quanto sia necessario e persino urgente, in questo preciso momento, un incontro dei rappresentanti religiosi a Capodistria. Le tensioni in quest'area minacciano la pace e rischiano di causare gravi conflitti. Membri di diverse tradizioni religiose hanno già chiarito chiaramente al forum precedente che desideriamo proseguire insieme il cammino verso la pace, che può essere trovato solo in Dio. Egli è il Creatore e anche il custode della pace. Tutto ciò che inizia con Lui, allora tutto procede bene, e tutto ciò che finisce con Lui, allora si trovano frutti buoni e meravigliosi in Lui".  

All’evento, si è affiancato anche un Forum dei Giovani.

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