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Il Presidente di Athletica Vaticana: “Speriamo di vincere la medaglia d’oro per l’inclusione”

Intervista a Giampaolo Mattei, Presidente di Athletica Vaticana che ci racconta il ruolo e le iniziative di Athletica

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“Essere un simbolo nel cuore del Vaticano e della Chiesa cattolica come testimone cristiano usando iniziative spirituali, di supporto e culturali per dialogare con la comunità sportiva mondiale”. Questo lo scopo dell’Athletica Vaticana, l’associazione polisportiva che dal 2017 coinvolge impiegati e cittadini vaticani giovani e meno giovani, laici e clero, uomini e donne con la passione per lo sport. La scorsa domenica l’Athletica Vaticana è stata al centro di numerose iniziative grazie al Giubileo dello Sport. Ma i progetti e i piani per il futuro sono tantissimi.

Durante una conferenza stampa presso la Sala Stampa della Santa Sede che riguardava proprio il Giubileo degli sportivi, Giampaolo Mattei, Presidente di Athletica Vaticana ha raccontato ai microfoni di ACI Stampa / EWTN il ruolo della sua associazione. “L'Athletica Vaticana è un nome grosso perché è l'associazione Polisportiva ufficiale della Santa Sede. Ma poi vai a vedere siamo un gruppo di dipendenti vaticani, di cittadini vaticani, circa 500, che condivide la passione dello sport, ma non lo sport e basta. Cioè cerchiamo di metterci con molta l'umiltà, un'idea di solidarietà, di attenzione, che nessuno rimanga indietro. E questo lo sport. Ci stiamo accorgendo, strada facendo, che è un'incredibile canale innanzitutto di incontro, ma poi di opportunità di crescere come persone singole e insieme e di dialogare con tutti, perché una delle nostre caratteristiche è quella di fare tratti di strada con chiunque abbia voglia di farlo”, dice il Presidente di Athletica Vaticana.

Riconosciuta da numerose federazioni internazionali, Athletica Vaticana partecipa a livello globale, non per vincere medaglie, ma per diffondere un messaggio di fraternità e pace, un messaggio che richiama la Chiesa delle origini.  

Mattei spiega proprio ad ACI Stampa questo passaggio: “Ci sono atleti di ogni livello, professionisti e amatori, che vivono l'esperienza cristiana spirituale all'interno appunto della Chiesa. Allo stesso tempo la Chiesa è sempre stata presente nel mondo dello sport. San Paolo ne parla frequentamente e si ne parla nelle catacombe di Roma, se giriamo vediamo che ci sono nel quarto secolo degli affreschi di atleti cristiani, quindi questo dialogo non è un dialogo, è una presenza che va semplicemente resa più forte e resa più consapevole”.

Athletica Vaticana non è finita con il Giubileo dello Sport. Sono tante le idee in cantiere. “Guarda progetti, ce ne abbiamo uno al secondo. Ma perché lo sport è questo? Perché lo sport ti consente di non sederti. Abbiamo partecipato al passaggio del Giro d'Italia in Vaticano e la sera stessa, stavamo progettando che cosa potremmo fare fra una settimana? Cioè anche quando fai uno sforzo straordinario e vinci, o anche quando perdi, la cosa principale è ripartire subito, non sedersi mai. E poi credo che questo sia un servizio, una missione che serve innanzitutto a noi stessi. Lo stile dello sportivo è ripartire sempre e cercare di fare sempre meglio come servizio”.

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Athletica Vaticana è molto attenta al tema dell’inclusione, infatti con numerose iniziative mira a coinvolgere nelle attività sportive persone con disabilità, migranti, detenuti e altre persone in situazioni di fragilità. “Perché il nostro impegno non sarà mai quello di avere tanti tesserati, saremo sempre piccolini come numero, ma di provare con grande umiltà a contribuire a cambiare la mentalità di percezione, per esempio della disabilità. Io dico sempre se tu vedi un saltatore in alto amputato o un centrometista che non ha una gamba o non ha un arto, che fa quelle cose straordinarie, si rimane sbalorditi, allora, quanto più potrebbe avere un valore sociale in un ufficio, in una scuola, per i ragazzini. E se dai la possibilità non solo di fare salti in alto, ma anche di essere assunto in un ufficio o di avere un'insegnante di sostegno per tutto l'anno che non cambia continuamente, ecco, se lo sport fa questo, vince la medaglia d'oro. Così speriamo di vincere la medaglia dell'inclusione”, conclude Mattei.

 

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