Città del Vaticano , venerdì, 27. giugno, 2025 9:48 (ACI Stampa).
Seconda Messa di pontificato con ordinazioni presbiteriali per papa Leone XIV. La prima, lo scorso 31 maggio. E questa mattina, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, sempre nella basilica di San Pietro, sono 32 gli ordinandi al sacerdozio.
Le Letture della celebrazione: la Prima lettura, è tratta dal libro del profeta Ezechièle (34, 11-16); poi, il salmo 22; e la Seconda Lettura, dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5, 5b-11). Infine, Il Vangelo secondo Luca, al capitolo 15: l’episodio evangelico della pecora ritrovata.
Papa Leone XIV nella sua omelia si concentra, prima di tutto, sull’importanza della solennità di oggi per i sacerdoti: “Oggi, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Giornata per la santificazione sacerdotale, celebriamo con gioia questa Eucaristia nel Giubileo dei Sacerdoti. Mi rivolgo, perciò, prima di tutto a voi, cari fratelli presbiteri, venuti presso la tomba dell’apostolo Pietro a varcare la Porta santa, per tornare ad immergere nel Cuore del Salvatore le vostre vesti battesimali e sacerdotali”, così esordisce il pontefice. Cosa vuol dire parlare del Cuore di Cristo in un momento come quello di nuove ordinazioni? “E’ parlare dell’intero mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione del Signore, affidato in modo particolare a noi affinché lo rendiamo presente nel mondo”, precisa il pontefice.
Fa poi riferimento alle Letture. Il profeta Ezechiele ci ricorda “in un tempo di grandi e terribili conflitti, che l’amore del Signore, da cui siamo chiamati a lasciarci abbracciare e plasmare, è universale, e che ai suoi occhi – e di conseguenza anche ai nostri – non c’è posto per divisioni e odi di alcun tipo”. San Paolo, invece, ci ricorda “che Dio ci ha riconciliati «quando eravamo ancora deboli» e «peccatori»” e “ci invita ad abbandonarci all’azione trasformante del suo Spirito che abita in noi, in un quotidiano cammino di conversione”.
Parla della gioia, papa Leone XIV: la “gioia di Dio – e di ogni pastore che ami secondo il suo Cuore – per il ritorno all’ovile di una sola delle sue pecore. È un invito a vivere la carità pastorale con lo stesso animo grande del Padre, coltivando in noi il suo desiderio: che nessuno vada perduto, ma che tutti, anche attraverso di noi, conoscano Cristo e abbiano in Lui la vita eterna”. Da ciò, l’ “invito a farci intimamente uniti a Gesù, seme di concordia in mezzo ai fratelli, caricandoci sulle spalle chi si è perduto, donando il perdono a chi ha sbagliato, andando a cercare chi si è allontanato o è rimasto escluso, curando chi soffre nel corpo e nello spirito, in un grande scambio d’amore che, nascendo dal fianco trafitto del Crocifisso, avvolge tutti gli uomini e riempie il mondo”.





