Si è svolto recentemente, presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana, il terzo incontro dei leader delle religioni presenti in Italia.

Ad aprirlo il segretario generale della Cei, l’arcivescovo Giuseppe Baturi che nel suo saluto ha evidenziato che oggi “viviamo un momento buio della storia che ci interpella come cristiani e come uomini e donne di religione: siamo chiamati alla preghiera e a promuovere una cultura di pace radicata in un’idea di uomo che si rapporta con il mistero di Dio e con gli altri, che sono da riconoscere come fratelli e non come complici o nemici”. Per l’arcivescovo di Cagliari è fondamentale “pregare e diffondere una cultura, un linguaggio di pace”. Si tratta di “una responsabilità, a cui non possiamo sottrarci: al mondo che invoca la pace, una modalità più umana e più degna di vivere tra di noi, possiamo dare un contributo significativo, non mettendo da parte il nostro essere religiosi, ma sviluppandone fino in fondo ogni possibile declinazione. Sarebbe una testimonianza importante per il mondo, in questa ora buia”.

“Stare insieme è possibile, pur nella diversità”, ha aggiunto da parte sua il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo, ricordando che “vale la pena di parlare di una via italiana del dialogo interreligioso”. “Con questo terzo incontro abbiamo fatto ulteriori passi avanti nella concretezza, nella collaborazione e nella libertà di parola”, ha spiegato annunciando che “si va verso un Simposio, da tenersi nel 2026, per dire che si può camminare insieme e che le religioni non sono a servizio di sé stesse ma della società”. Il dialogo continua. Precedentemente a questo incontro dal sito della Cei apprendiamo il 16giugno scorso, sempre nella sede della Conferenza Episcopale Italiana, si è svolto un incontro dei rappresentanti delle Chiese cristiane presenti in Italia con l’obiettivo di elaborare “una via italiana del dialogo”, all’interno del cammino internazionale, per far sì che l’ecumenismo diventi uno stile dei credenti di tutte le Confessioni. Per il terzo anno consecutivo i rappresentanti delle chiese cristiane in Italia si sono riuniti per confrontarsi sulle sfide dell’ecumenismo oggi, in un tempo di tensioni e di conflitti mondiali. Promosso dalla Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, l’incontro, spiega il Presidente, il vescovo Derio Olivero, ha permesso “di fare un ulteriore passo legato al territorio: ci siamo resi conto che l’ecumenismo è ancora troppo di nicchia e marginale all’interno di tutte le Chiese”. Per questo, continua, “è stata espressa la comune intenzione di elaborare una via italiana del dialogo che faccia diventare ecumenici coloro che abitano nel territorio italiano e aiuti ad affrontare insieme tematiche complesse come l’insegnamento delle religione nelle scuole, la cura delle coppie miste, il Battesimo per i figli delle coppie miste, l’ospitalità eucaristica”. Dall’incontro è scaturita quindi la proposta concreta di un Simposio, che si terrà nel gennaio 2026, “una novità assoluta per le Chiese cristiane”. I lavori sono stati anche l’occasione per ribadire “l’impegno delle Chiese per la pace e il Creato”.

E nell’anno in cui si ricorda il 1700 anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea non mancano le iniziative promosse dalle diocesi come a Savona-Noli dove si è svolto un incontro su “Nicea 325 – 2025”. Le comunità cristiane del territorio si sono incontrate per riflettere sull’eredità del primo concilio ecumenico della storia e poi si sono ritrovate per un momento di preghiera comune. Il Concilio di Nicea  – hanno spiegato i promotori – “non fu soltanto un dibattito teologico ma anche un esempio di come il dialogo possa generare unità e rinnovamento spirituale. L’assemblea convocata dall’imperatore Costantino I il Grande rappresentò un momento cruciale per affrontare le divisioni teologiche nell’ancora ‘giovane’ cristianesimo e consolidare l’unità fra i credenti. Oltre duecento vescovi provenienti da tutto l’Impero Romano si riunirono nella città, oggi Iznik, in Turchia, per discutere questioni fondamentali”. Un Concilio “non solo segnò un momento fondamentale per l’elaborazione delle dottrine cristiane ma mostrò anche l’importanza di un dialogo condiviso per affrontare questioni teologiche ed esistenziali, permettendo alle principali correnti del cristianesimo di mantenere una certa unità, almeno per altri secoli, nella consapevolezza di porre le basi per una testimonianza che stava già cambiando il presente e avrebbe partecipato a costruire il futuro”. “Professiamo un solo battesimo” è stato il tema di una celebrazione ecumenica che si è tenuta nelle settimane scorse a Biella per iniziativa della Commissione diocesana per l’Ecumenismo e il dialogo in collaborazione con la Chiesa valdese di Biella e la Chiesa evangelica della Riconciliazione e con gli auspici della Chiesa ortodossa romena. Il momento di preghiera ha voluto fare memoria del 1700° anniversario del I Concilio ecumenico di Nicea. E a Torino, nell’ambito di “Teologia oggi”, il ciclo di incontri su temi attuali e approfondimenti promosso dalla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale – Sezione parallela di Torino, si è svolto un incontro sul tema “Dire Dio oggi. A 1.700 anni dal Concilio di Nicea” durante il quale sono stati presentati tre volumi: “Quale Dio?” di Alberto Cozzi; “Cercare Dio?” di Cristina Simonelli e di “Dio sta con me?” di Ferruccio Ceragioli.