Advertisement

Paolo VI ai Romani, il Papa dai suoi seminaristi

Le visite al Seminario Romano Maggiore alla vigilia della chiusura del Concilio

Paolo VI al Seminario Maggiore |  | Seminario Romano Maggiore Paolo VI al Seminario Maggiore | | Seminario Romano Maggiore

Il Seminario Romano maggiore è in tutto e per tutto il seminario del Papa. Non è il più antico ma al Seminario che ha la sue sede attuale al Laterano, è legata una devozione particolare. Quella alla Madonna della Fiducia.

L’Immagine della Madonna che si venera ormai da quasi due secoli nel Seminario Romano una figura di Madre col Bambino, dipinta su ovale di rame, il cui tratto distintivo è il gesto del Bambino, che con il braccio sinistro indica la Madre è la copia di un analogo originale che fu in possesso della Serva di Dio Chiara Isabella Fornari (25 giugno 1697 – 9 dicembre 1744), romana di nascita, proveniente da un’agiata famiglia della città, e successivamente abbadessa del monastero della clarisse di San Francesco in Todi.

Una storia travagliata che lega però il Seminario anche da alcuni voti fatti davanti all'immagine.

Papa Roncalli che al Seminario Romano aveva studiato nella sede di Sant' Apollinare iniziò la tradizione delle visite papali.

Tradizione che Paolo VI riprese immediatamente. L'8 febbraio del 1964 celebrava la messa nella cappella del Seminario mentre ancora si svolgevano dei lavori di ammodernamento. A Maria si rivolge il Papa con la preghiera "Mater mea, fiducia mea: diventate il motto familiare della pietà fiorente nel Seminario romano, esse esigono di essere fissate al posto giusto nel quadro della devozione alla Madonna Santissima, e in quello più grande della spiritualità e della vita religiosa, che sono proprie della formazione cristiana in genere, e dell’educazione ecclesiastica in ispecie".

Advertisement

Quello del Papa, in pieno Concilio Vaticano, è un grido per i bisogni della città, un appello ai giovani per diventare sacerdoti romani.

"Guardiamo di qui i bisogni pastorali di questa Roma, diventata troppo rapidamente immensa e variamente popolata; vorremmo da queste soglie benedette del glorioso Seminario Romano levare una voce di affettuosa chiamata a quelle anime giovanili, che non devono pur mancare nel nostro popolo, le quali cercano di dare alla loro vita un’espressione eroica e purissima, generosa e impegnata, austera e vivissima, tutta interiore in un misterioso e quasi tormentoso, ma dolcissimo colloquio con Cristo presente, urgente, e tutta esteriore, protesa in un servizio senza pari agli uomini del nostro tempo; una voce, diciamo, quasi un invito: giovani, venite con noi; amici, venite qua; figli carissimi, è vostra, è per voi questa casa, questa casa di silenzio, di studio, di preghiera e di allenamento ascetico; è il luogo, dove forse il Signore, imperioso e mansueto, vi ha dato appuntamento e vi attende; è la sede, è la fermata, dove la vostra corsa giovanile può prendere riposo e vigore, coscienza del suo cammino e lena per la grande, sublime ascensione al Sacerdozio ineffabile: sentite la divina chiamata? volete? venite?".

Poi la omelia diventa tutta mariana e dedicata alla spiritualità legata alla Mater mea Fiducia mea, motto del Seminario.

Il 2 dicembre del 1965, poco prima della chiusura del Concilio, il Papa incontra ancora i suoi seminaristi.

Il discorso per il IV centenario del Seminario romano e l'inaugurazione dei lavori per l'ampliamento. Ma ovviamente un grande spazio è dato al Concilio "il quale lascia alla Chiesa un volume di dottrine e di precetti d’incalcolabile pregio e di indiscutibile impegno; esso diventa il codice del rinnovamento della vita ecclesiastica e deve far sentire la sua corroborante autorità in ogni settore della Chiesa; anche ed in modo particolare nei Seminari. Vi sarà certamente tutto spiegato. Troverete tanta luce di sapienza e tanto vigore di azione in questo tesoro dei Decreti conciliari; Noi vi raccomandiamo di prendere in attenta e fedele considerazione tale volontà della Chiesa e di farne norma non solo di puntuale esecuzione per quanto riguarda direttamente i Seminaristi oggi, i Sacerdoti domani, ma di farne altresì fermento della vostra vita interiore; di quella vita interiore che ha ragione di principio informatore e santificante per tutto il resto della vita ecclesiastica. Specialmente un punto, che Ci sembra focale in tutta la visione conciliare: quello sulla Chiesa, che mostra il suo volto stupendo e misterioso di sacramento di Cristo; così che voi, che al servizio della Chiesa vi preparate e delle sue sembianze umane e concrete dovete essere studiosi, abbiate come faro affascinante la faccia di Cristo trasparente nel volto della Chiesa, ed abbiate di Cristo l’appassionato amore, che di Lui vi faccia discepoli, imitatori, seguaci, amici, testimoni, apostoli, servitori, come lo può e lo deve essere chi, col Sacerdozio, più d’ogni altro cristiano, alter Christus sarà chiamato e diventerà".

White Logo