“Sembra sempre più difficile, quasi impossibile, trovare spazi di ascolto per queste cose. Ma mi viene in mente un’altra partita, quella raccontata in un film, Joyeux Noël, e in una canzone di Paul Mc Cartney, giocata il 25 dicembre 1914 da alcuni soldati (tedeschi, francesi e inglesi) nella cosiddetta tregua di Natale, nei pressi della cittadina di Ypres, in Belgio”. Prende spunto da queste due citazioni musicali e filmiche, papa Leone XIV per dire che è “ancora possibile - è sempre possibile - incontrarsi, anche in un tempo di divisioni, di bombe e di guerre. È necessario costruire le occasioni per farlo”. E per fare ciò, è importante “sfidare le divisioni e riconoscere che questa è la sfida più grande: incontrarsi”.
E per incotrarsi c’è bisogno di Dio, c’è bisogno che con Lui “siamo una cosa sola” perché “il cuore è il luogo dell’incontro con Dio e con gli altri”. Per questi motivi, ““Partita” e “cuore” diventano così due parole da coniugare insieme. Ed è bello anche che questo avvenga in un evento benefico che è insieme sportivo e televisivo” precisa il pontefice.
Lo sguardo del pontefice si rivolge poi allo sport in generale che “quando è vissuto bene da chi lo pratica e da chi fa il tifo - ha questo di grande, chetrasfigura lo scontro in incontro, la divisione in inclusione. Le solitudini in comunità. E la televisione quando non è solo connessione ma comunione di sguardi può farci riscoprire come guardare gli uni gli altri. Con amore invece che con odio”. Sottolinea, infine, il valore significativo di questa particolare partita che vede impegnati poltici e cantanti: “Ci dice che la politica può unire invece di dividere, se non si accontenta della propaganda che si nutre della costruzione di nemici, ma si adopera nell’arte difficile e necessaria del confronto, che ricerca il bene comune. E ci ricorda anche come la musica arricchisca di significato le nostre parole e i nostri ricordi”.
In ultimo, l’augurio ad ognuno dei partecipanti, “a tutti coloro che saranno uniti da questo evento, e aiuteranno il progetto che esso sostiene, di guardarli negli occhi i bambini e di imparare da loro. Di ritrovare il coraggio dell’accoglienza ed essere uomini e donne dell’incontro. E la forza di credere e chiedere che venga una tregua, un tempo che fermi la rincorsa dell’odio. È in gioco la nostra umanità. Che questa partita che parla di pace segni un punto a suo favore”.
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