Non abituatevi alla violenza dice Zuppi, ma sentiamo "la chiamata e la forza umanissima e possibile di essere discepoli di Gesù, operatori di pace in un mondo come questo, per difendere la vita sempre dal suo inizio alla fine, di tutti, senza distinzioni, rivestendo la persona sempre di dignità e cura". Ecco la forza del Giubileo "e la gioia di potere confessare oggi la nostra fede insieme a Pietro. Credo che tu sei la salvezza perché la vita non finisce e Tu ci prepari un posto nella tua casa del cielo. Credo che la vita con Te, Signore, è gioia perché piena di amore e perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere" e ancora ecco la speranza "in un mondo nel quale la notte della rassegnazione riempie di felicità individuali, spegne i sogni. Grazie Gesù, amore mio e nostro, che non ti rassegni e continui ad avere fiducia in noi". Conclude Zuppi: "Io credo, Signore. Credo perché ho ascoltato la Tua parola, vivo la Tua presenza, vedo il Tuo amore" senza paura "di smettere di aspettare sempre pensando di dovere avere tutte le risposte, perché la sicurezza sei Tu, le risposte le trovo vivendo e l’amore urge nel mio cuore". Le nostre comunità anche le più piccole sono grandi se dentro c'è il Signore, dice Zuppi, con la forza della fraternità. Dobbiamo essere pietre per costruire un edificio spirituale, contro la tentazione del diavolo, e solo con il Signore diventiamo attori della vita vera.
Dopo la Liturgia della Parola, e la benedizione dell'acqua e del fuoco, una serie di preghiere che iniziano con la parola "Credo" hanno riunito i ragazzi della Piazza.
Tra le voci in piazza anche quella del Patriarca di Gerusalemme Pizzaballa che in un video messaggio nel quale ha ricordato la sofferenza di migliaia di persone per la guerra, eppure, dice, "sono tante le persone che, in questo mare incredibile di sfiducia e di odio, sono ancora capaci di mettersi in gioco per fare qualcosa per l’altro, perché credono nell’altro e non si arrendono a questa situazione di “io e nessun altro”, ma puntano sul “noi insieme”. Questo è il futuro della Terra Santa, lo si voglia o no: tutti resteremo qui, tutti dovremo trovare un modo per ricominciare e per riprendere".
E quindi ecco il ruolo del Risorto. "Questo Risorto oggi lo vediamo nelle tante persone che ancora credono che la pace non sia un miraggio o solo uno slogan, ma qualcosa di concreto che si può costruire. Tutti insieme, ciascuno nel proprio contesto, dobbiamo diventare operatori di pace, capaci di dire con il Risorto: la pace sia con voi. Una pace che non è solo un augurio, ma è vita vissuta e sperimentata.
Qui è ancora possibile, sono certo che lo sia in Italia o ovunque, basta volerlo, basta crederci e mettersi in gioco, come tanti uomini e donne di ogni tempo e ovunque, anche in Terra Santa. Grazie per quello che state facendo, per la vostra vicinanza che abbiamo sentito molto concreta e molto tangibile. Vi attendiamo, speriamo che presto questa guerra finisca, i pellegrinaggi possano riprendere e che possiamo rincontrarci e abbracciarci a Gerusalemme".
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