Roma , sabato, 9. agosto, 2025 12:30 (ACI Stampa).
“Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci mette di fronte ad un aspetto singolare della vita di Gesù che suscita stupore e lascia perplessi. Come è possibile che proprio i suoi conterranei non riconoscano il Messia vedendo quello che diceva e faceva? Non solo. Si chiedono come sia possibile che uno di loro di cui conoscono bene la famiglia possa agire in modo così straordinario. Una tale asimmetria tra la conoscenza abituale e l’eccezionalità di quanto Gesù compie diventa addirittura motivo di scandalo. Gesù non si meraviglia più di tanto e rispetta anche questa sensibilità dei suoi concittadini ricordando un antico detto sapienziale che vede i profeti sempre poco compresi proprio nel loro ambiente”.
Con queste parole pronunciate dall’assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, mons. Claudio Giuliodori, nella celebrazione eucaristica, si sono concluse le catechesi organizzate in collaborazione con il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, durante il giubileo dei giovani con la presenza di circa 3000 giovani.
Nell’omelia l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università della Cei, ha incentrato la riflessione sul beato Piergiorgio Frassati, che sarà canonizzato domenica 7 settembre: “Questa vicenda evangelica è illuminante anche per comprendere un aspetto della figura del beato Frassati di cui tutti percepivano la straordinarietà di vita, senza riuscire però a cogliere fino in fondo la profondità della sua esperienza spirituale e il suo cammino di progressiva santificazione”.
Riprendendo alcune lettere scritte agli amici ed ai familiare mons. Giuliodori ha evidenziato la sua fede: “Sappiamo che anche i suoi familiari, pur cogliendo la particolare sensibilità religiosa di Pier Giorgio, non avevano compreso quale ricchezza spirituale si nascondesse in quella vita apparentemente così normale, vivace e piena di interessi. Anche il padre, intellettuale di primo piano e uomo di grande levatura culturale, sociale e politica, non potrà che ammettere onestamente di aver compreso ben poco di quel suo figlio che pur vivendo a pieno nella Torino borghese del suo tempo, aveva il cuore e la mente rivolte alle cose alte di Dio e alle realtà più povere e umili dove cercava e sapeva di incontrare il volto di Cristo”.
Insomma il beato torinese è stato un ‘normale straordinario’: “Questa ‘straordinaria normalità’ che caratterizza la vita di Frassati ce lo fa sentire particolarmente vicino… La canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e di Carlo Acutis che avremo la gioia di vivere il prossimo 7 settembre, ci consente di riscoprire la preziosa testimonianza e la grande attualità di questi due giovani, differenti per età, periodo storico e contesto socio-culturale, ma accomunati dall’essere riconosciuti dalla Chiesa come modelli di vita cristiana. In particolare, ora siamo qui nel contesto del Giubileo dei Giovani e abbiamo la fortuna di poter avere in mezzo a noi il corpo di Pier Giorgio. Per questo dono siamo grati alla Chiesa di Torino e alla famiglia”.





