Roma , sabato, 16. agosto, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Il 15 agosto rappresenta una data simbolo in Italia. È una data che ricorda riposo, spensieratezza, festa, etc. ma è anche una data simbolo nel calendario liturgico cattolico. La Chiesa, infatti, celebra la festa dell’Assunzione di Maria in cielo. Una festa sentita: in Italia: sono tante le cattedrali, chiese a lei dedicate e tante sono i centri che hanno Maria Assunta come patrona.
Nelle tante celebrazioni liturgiche tema centrale è stata la preghiera per la pace a poche ore dal summit Tramp-Putin in Alaska.
A Treviso il vescovo Michele Tomasi ha presieduto la celebrazione eucaristica nel santuario di Santa Maria Maggiore (Madonna granda). Una celebrazione che riunisce i fedeli trevigiani e le autorità cittadine, civili e militari. Da secoli, infatti, si ripete il tradizionale gesto, compiuto dal Sindaco della città, del dono del cero votivo, che arde davanti all’immagine di Maria col bambino, particolarmente venerata dai trevigiani. Un gesto che ha le sue origini nel 1300, quale atto di ringraziamento per una contesa di proprietà risolta con le armi a favore di Treviso e, successivamente, per l’insurrezione che depose il responsabile del governo della città, il quale aveva assunto verso i cittadini lo stile del tiranno. Era questa la motivazione di una delibera dell’Assemblea comunale trevigiana che istituì la tradizione annuale del dono del cero. Una riflessione, quella di Tomasi, che, a partire dalle letture della liturgia, ha toccato anche la “difficile” e “dura” attualità e ha voluto ricordare il recente Giubileo dei giovani. “Viviamo in tempi difficili. Duri. E spesso siamo smarriti ed impotenti, di fronte alle lotte ed alle guerre che insanguinano i giorni che stiamo vivendo”, ha detto il presule. Sono il drago rosso e la grande tribolazione narrata nell'Apocalisse a evocare “le immagini cui ci troviamo di fronte ogni volta che lasciamo entrare nella nostra vita le notizie che provengono anche da vicino a noi, nel cuore dell’Europa e sulle sponde del nostro stesso mare Mediterraneo”, ha aggiunto. Una tribolazione che viviamo anche noi, ha sottolineato il vescovo, anche quando pensiamo che non ci tocchi da vicino o ci illudiamo che nel nostro angolo di mondo vada tutto bene: “Quando vengono messe in discussione le ragioni dell’umano e la vita degli innocenti, soprattutto dei bambini; quando l’unico criterio per regolare le questioni certamente spinose nel mondo è l’arbitrio del più forte e la negazione del diritto alla vita dell’altro; quando sfiducia, lotta, polarizzazione diventano l’unico modo ritenuto ragionevole e utile per gestire le questioni che toccano tutti, allora stiamo proprio vivendo questa grande tribolazione. Anche se in questo nostro angolo felice di mondo possiamo illuderci che tutto vada bene, siamo legati a tutti, nel mondo, e il nostro bene non può essere pieno, vero, e sicuramente non sarà sostenibile se lo otteniamo rimanendo indifferenti a quello degli altri”.
Pontificale solenne per l'Assunta anche a Como presieduto dal card. Oscar Cantoni. Il Capitolo della cattedrale di Como ricorda che “quella del 15 agosto è la nostra festa patronale” essendo la cattedrale, chiesa madre della diocesi, dedicata proprio all'Assunta. “In una giornata come quella di oggi, in cui tante persone vivono in un clima di gioia e di festa spensierata, la Chiesa ci aiuta ad esaltare e promuovere la gioia cristiana, quella che non tramonta, distinguendola così da quella momentanea e spesso illusoria”, ha detto Cantoni durante l’omelia aggiungendo che oggi “non è facile parlare di vittoria della vita sulla morte, di trionfo del bene sul male, in questo periodo storico, in cui siamo travolti da notizie tenebrose, dove il male ci appare vittorioso e la violenza travolge la vita di tanti nostri fratelli in molte parti del mondo. Questa situazione che tanto ci rattrista e ci opprime non è sconosciuta nella Bibbia, ci è stata presentata nella prima lettura, dal libro dell’Apocalisse. Qui la violenza e la morte sono raffigurate nell’immagine del drago, pronto a divorare il frutto della donna incinta, che grida nel travaglio del parto”. “Santa Maria, che oggi veneriamo assunta in cielo, vittoriosa sulle forze del drago, vestita di luce, accompagna e incoraggia l’umanità dolente. Essa - ha detto il vescovo di Como - fa scendere la speranza sulle nostre paure, sulla incertezza del nostro tempo, sulle sofferenze che attraversiamo, sui piccoli o grandi draghi che inquietano la nostra storia e ci assicura che il male non prevarrà, perché Dio mantiene sempre le sue promesse e la sua misericordia è più forte del male”. “Affidiamo – è stata la preghiera - a Maria le sorti dell’umanità. Oggi che è la sua festa si interponga nel dialogo dei due grandi della terra e sia mediatrice di pace e di giustizia, lei sola capace di mettere fine alle guerre, che si sono sempre e dappertutto dimostrate inutili e hanno provocato solo tanto dolore, lacerando i cuori”.
“L’Assunzione di Maria comunica alla nostra umanità fragile che Dio vuole la salvezza di tutti noi”, ha detto il vescovo di Lamezia Terme, Serafino Parisi celebrando, alla vigilia della festa, nel Santuario diocesano della Madonna di Dipodi, spiegando che l’Assunzione della Vergine Maria è “una festa bellissima, che comunica alla nostra umanità, fragile e segnata da tanti limiti, un messaggio di speranza: Dio vuole la salvezza di tutti noi, la nostra meta e il nostro punto di riferimento definitivo è la vita in Dio. Ecco perché Maria è chiamata, nella liturgia, segno di sicura speranza e di consolazione. La nostra speranza è Gesù Cristo e Maria, con la sua Assunzione, ci dice che in Lei si già è realizzato quello che domani, quando il Signore lo vorrà, si realizzerà per ognuno di noi”. “Guardiamo – ha detto il vescovo Parisi - allo scempio delle guerre, alla sofferenza, alle malattie. Pensiamo a quella nostra cattiveria generata dall’illusione di poter costruire sul dolore degli altri la nostra ricchezza, il nostro prestigio, la nostra grandezza. Sulle lacrime degli altri, è bene che ce lo ricordiamo, nessuno può mai dire di diventare nulla. E di fronte a tutto questo, Maria è segno di consolazione: come il suo dolore si è aperto per la grandezza di Dio al mistero dell’amore, così le nostre sofferenze, le malattie, le ingiustizie che patiamo o che infliggiamo agli altri, con la nostra disponibilità a incamminarci verso Dio, possono essere redente. Tutto in Dio sarà eternamente perdonato, tutto vivrà eternamente in Dio”.




