Advertisement

A Milano si "vive da Dio" con una piccola fraternità voluta da Don Alberto Ravagnani. Sull'esempio di Acutis

Li abbiamo raggiunti a Milano e abbiamo conosciuto "Fraternità-Vivere da Dio"

Il balconcino di Fraternità |  | VG / ACI Stampa
Il balconcino di Fraternità | VG / ACI Stampa
Alessio, un ragazzo di Fraternità |  | VG / ACI stampa
Alessio, un ragazzo di Fraternità | VG / ACI stampa

A Milano alcuni giovanissimi come Alessio, Davide, Niccolò vivono in un luogo speciale, a pochi passi dal centro della città, in un posto chiamato "Fraternità Vivere da Dio". E in effetti, Don Alberto Ravagnani, giovane sacerdote anche lui, insegna loro a vivere, lavorare, studiare avendo lo sguardo rivolto a Dio e sull'esempio costante di Carlo Acutis, ormai santo.

La Fraternità voluta da Don Ravagnani, prete youtuber con la passione per i social, ha sede presso la parrocchia di San Gottardo al Corso di Milano, dove i ragazzi condividono la vita ordinaria: si svegliano, pregano insieme, fanno colazione, studiano o lavorano. 

Don Alberto descrive così ad ACI stampa / EWTN le giornate dei ragazzi: "Ci svegliamo la mattina, preghiamo e poi facciamo colazione. Dopodiché iniziano le attività: chi deve andare a scuola va a scuola, altrimenti si lavora. E il lavoro che facciamo è per Fraternità: organizzazione eventi, comunicazione, progettazione per iniziative nostre o in collaborazione con altri". Tutto questo con un amico in più, San Carlo Acutis.

All’ingresso della loro casa, una gigantografia di Carlo Acutis — dono della madre Antonia Salzano — accoglie ogni visitatore e ogni ragazzo come un promemoria visibile che la santità è possibile, qui e ora.

"Carlo Acutis, per me, è la testimonianza che si può essere santi. E che essere santi non significa essere perfetti. La santità è accessibile. Credo che Carlo aiuti a risignificare questo concetto", dice Don Alberto ad ACI stampa / EWTN News.

Advertisement

Poi il gruppo Fraternità spiega l'importanza che i social media hanno nella loro missione e nella loro vita. "Il mondo è anche virtuale. Le persone abitano la dimensione digitale, hanno i social network. Questi mettono in contatto la gente e diventano luoghi dove passano valori — o disvalori. Ecco perché la presenza della Chiesa e la testimonianza dei cristiani in quei contesti può far passare il Vangelo, ma soprattutto creare legami. Io credo che i social ci diano la possibilità di raggiungere le persone e farci prossimi alla loro vita", conclude Ravagnani.

White Logo