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Nuovi martiri, cosa significa essere martire per la fede oggi ?

Le storie italiane di martirio

La copertina del libro |  | San Paolo
La copertina del libro | San Paolo
Un momento della presentazione |  | San Paolo
Un momento della presentazione | San Paolo

Perché "nuovi" e che cosa dicono della fede in Italia? Le risposte si trovano in un libro che da un Giubileo ad un altro racconta il "martirio", la testimonianza della fede.

Luigi Accattoli e Ciro Fusco firmano " Nuovi Martiri. 443 storie cristiane nell' Italia di oggi" per i tipi della San Paolo.

Non è solo un aggiornamento, ma una rilettura del concetto stesso di martirio, come ha spiega il prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi il Cardinale Semeraro presentando il libro. O piuttosto un allargamento del concetto in chiave tomista.

Chi è il martire? Colui che testimonia la fede e le virtù connesse, come la giustizia. Virtù cardinali e teologali, quindi anche virtù che si possono definire "civili" ma che senza la fede non avrebbero portato al martirio.

Il libro, è stato presentato nella basilica di San Bartolomeo all' Isola Tiberina a Roma, il santuario dei Martiri del XX e XXI secolo. Un luogo suggestivo anche per poter raccontare come, attraverso i secoli lo stesso concetto di martirio sia mutato.

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Nuovi quindi come ha detto il cardinale Semeraro spesso significa che anche i contesti culturali sono cambiati, e sono nuovi appunto.

Un esempio molto chiaro è quello del giudice Livatino, ucciso,  coma ha detto chi gli ha sparato, perché cristiano coerente che non sarebbe sceso a compromessi.

Il libro racconta storie italiane e di questo ha parlato Don Angelo Romano che della basilica è stato Rettore ed è membro della Commissione per i Nuovi Martiri. L'italianità è un modo per raccontare la fede del nostro paese. I missionari uccisi in ogni parte del mondo sono la percezione dell' Italia all'estero. Un'Italia poco conosciuta, un modo di avere una immagine della Chiesa diversa dal consueto. E oggi il martirio soprattutto dei missionari, ha spiegato Don Angelo avviene per cause persecutorie tanto diverse, dal terrorismo alle mafie ai conflitti etnici.

I numeri parlano chiaro: in 25 anni ci sono stati 1624 martiri segnalati alla Commissione. Soprattutto in Africa e Asia, soprattutto missionari.

Ma a leggere il libro si capisce quanto vario sia oggi, purtroppo, lo scenario dei possibili martirii. La postafazione di Fusco spiega bene il concetto e la visione contemporanea dei martirio, come la introduzione dell' arcivescovo Baturi, segretario generale della CEI, chiarisce che il martirio interroga la nostra fede. Le 443 schede risultano esaustive nella loro brevità.

Oltre a nomi come quello di don Andrea Santoro, ucciso nel 2006 mentre pregava nella sua chiesa a Trabzon, in Turchia, e il vescovo Luigi Padovese, assassinato nel 2010 sempre in Turchia dal suo autista, un militante islamista, c'è la storia di Leonella Sgorbati e Annalena Tonelli, colpite nei loro ospedali in Somalia e in Somaliland, rispettivamente nel 2006 e nel 2003, hanno subito la stessa sorte di Graziella Fumagalli, assassinata nel 1995 nell’ospedale che dirigeva in Somalia.

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E poi Emilio Gandolfo, Maria Laura Mainetti, Roberto Malgesini, Pino Puglisi e Giuseppe Diana sono testimoni della fede e della giustizia del nostro tempo. Né il sacrificio appartiene solo a sacerdoti e religiosi: anche laici come Marco Biagi, Luca Attanasio e Santa Scorese sono stati riconosciuti degni della palma del martirio, come in passato lo furono Salvo D’Acquisto, Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Rosario Livatino, il generale Dalla Chiesa e Piersanti Mattarella.

 

NUOVI MARTIRI, Edizioni San Paolo 2025, pp. 329, euro 25,00

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