Roma , sabato, 13. settembre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Aprono le scuole in Italia e i vescovi si rivolgono agli studenti – e non solo – per un messaggio di augurio per il nuovo anno scolastico con alcuni consigli, raccomandazioni ma anche indicazione su modelli da seguire come quelli di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, proclamati santi domenica scorsa da papa Leone XIV.
“Ispiratevi a Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, siate sempre più protagonisti, unici e veri”, ha scritto il vescovo di Avezzano, Giovanni Massaro, nel messaggio nel quale ricorda di aver avuto “la grazia di insegnare e vivere da vicino le dinamiche scolastiche”: ogni volta che “mi si chiede di tornare a scuola, rispondo con entusiasmo: è sempre una gioia incontrare i giovani, incoraggiare chi insegna, apprezzare il lavoro appassionato dei dirigenti”. “Quando siete dentro la scuola – scrive il presule - spesso non vedete l’ora di fuggire via. È normale. Ma vi invito ad amare la scuola. Perché solo ciò che si ama si può vivere davvero. E non c’è nulla di più utile di imparare a imparare”. E citando i due nuovi santi ha detto che hanno “vissuto con intensità, mettendo insieme fede, studio, amicizia, solidarietà”.
Il vescovo di Ancona, Angelo Spina ricorda come oggi sono tanti gli scenari di guerra nel mondo. La scuola “deve essere luogo per educare alla pace”. E poi l’invito agli studenti a creare “contenuti digitali che raccontino gesti concreti di riconciliazione, inclusione, dialogo”. “Siamo chiamati tutti – ha scritto il presule - ad essere testimoni di pace, a coltivare la pace nella nostra vita quotidiana, sia nella famiglia che nella scuola e nella comunità, diventando artigiani di pace, disinnescando l’ostilità attraverso il dialogo, praticando la giustizia e il perdono”.
“La conoscenza è fondamentale per potere acquistare la libertà”, è il monito dell’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto invitando a non demandare “a un click la ricerca della verità, abdicando dalla vostra intelligenza: applicate, invece, il grande dono della libertà che è impronta di Dio in noi, Sue creature”.
Non arrendersi alla fatica dello studio è l’invito dell’arcivescovo di Matera-Irsina, Benoni Ambarus sottolineando che “non è vero che studiare è inutile, perché tanto non aumenta il reddito. È vero invece che studiare significa comprendere di più il mondo, la cultura e vivere con consapevolezza. Possiamo scegliere di vivere o di sopravvivere, ma non è la stessa cosa”.




