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Dalle Diocesi, Riapertura delle scuole. I vari messaggi: Acutis e Frassati, modelli per la gioventù

Aprono le scuole in Italia e i vescovi si rivolgono agli studenti – e non solo – per un messaggio di augurio per il nuovo anno scolastico con alcuni consigli e raccomandazioni

Immagine di repertorio | Immagine di repertorio | Credit Chiesa di Milano Immagine di repertorio | Immagine di repertorio | Credit Chiesa di Milano

Aprono le scuole in Italia e i vescovi si rivolgono agli studenti – e non solo – per un messaggio di augurio per il nuovo anno scolastico con alcuni consigli, raccomandazioni ma anche indicazione su modelli da seguire come quelli di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, proclamati santi domenica scorsa da papa Leone XIV.  

“Ispiratevi a Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, siate sempre più protagonisti, unici e veri”, ha scritto il vescovo di Avezzano, Giovanni Massaro, nel messaggio nel quale ricorda di aver avuto “la grazia di insegnare e vivere da vicino le dinamiche scolastiche”: ogni volta che “mi si chiede di tornare a scuola, rispondo con entusiasmo: è sempre una gioia incontrare i giovani, incoraggiare chi insegna, apprezzare il lavoro appassionato dei dirigenti”. “Quando siete dentro la scuola – scrive il presule - spesso non vedete l’ora di fuggire via. È normale. Ma vi invito ad amare la scuola. Perché solo ciò che si ama si può vivere davvero. E non c’è nulla di più utile di imparare a imparare”. E citando i due nuovi santi ha detto che hanno “vissuto con intensità, mettendo insieme fede, studio, amicizia, solidarietà”. 

Il vescovo di Ancona, Angelo Spina ricorda come oggi sono tanti gli scenari di guerra nel mondo. La scuola “deve essere luogo per educare alla pace”. E poi l’invito agli studenti a creare “contenuti digitali che raccontino gesti concreti di riconciliazione, inclusione, dialogo”.  “Siamo chiamati tutti – ha scritto il presule - ad essere testimoni di pace, a coltivare la pace nella nostra vita quotidiana, sia nella famiglia che nella scuola e nella comunità, diventando artigiani di pace, disinnescando l’ostilità attraverso il dialogo, praticando la giustizia e il perdono”. 

La conoscenza è fondamentale per potere acquistare la libertà”, è il monito dell’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto invitando a non demandare “a un click la ricerca della verità, abdicando dalla vostra intelligenza: applicate, invece, il grande dono della libertà che è impronta di Dio in noi, Sue creature”. 

Non arrendersi alla fatica dello studio è l’invito dell’arcivescovo di Matera-Irsina, Benoni Ambarus sottolineando che “non è vero che studiare è inutile, perché tanto non aumenta il reddito. È vero invece che studiare significa comprendere di più il mondo, la cultura e vivere con consapevolezza. Possiamo scegliere di vivere o di sopravvivere, ma non è la stessa cosa”. 

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Acutis e Frassati fonte di ispirazione anche per l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti che invita a “coltivare speranza e originalità” e a vivere la scuola come luogo dove “tramettere e acquisire nozioni, ma dove abilitare a stare al mondo in modo consapevole, efficace e responsabile”. E citando i due santi ha scritto che “sono stati studenti appassionati, motivati a impegnarsi e a vivere al meglio le opportunità offerte dalla comunità scolastica. Hanno vissuto la scuola coltivando grandi speranze, e se la morte ha loro impedito di realizzare i grandi progetti che avevano in cuore, hanno comunque lasciato una testimonianza di una vita di assoluto valore”. 

Gli studenti devono essere “luce nei vostri ambienti, artigiani di speranza” per il vescovo Domenico Cornacchia alla guida della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi spiegando che la scuola “è terra di speranza: un luogo dove si cresce, si impara a conoscersi, si coltivano i propri talenti”. “Tra i banchi, nelle aule, nei corridoi, ogni giorno è un’occasione per imparare, maturare, intrecciare amicizie, condividere esperienze e porre le basi per il proprio futuro”, scrive il presule sottolineando che la scuola è “soprattutto il luogo dell’incontro: con sé stessi, con gli altri, con il mondo. È lì che si comincia a costruire il domani”. 

La scuola “scrive la speranza ora dopo ora, giorno dopo giorno e, più che attenderla a braccia incrociate, la costruisce con lo sforzo di tutti”, evidenzia il vescovo Giuseppe Mengoli, alla guida della diocesi di San Severo: “ringrazio la scuola semplicemente perché c’è e perché c’è ancora”, sottolinea: “non la vogliamo perfetta, poiché come ogni altra istituzione vive nelle ben note dinamiche storiche che impediscono ogni forma di idealizzazione”. “La comunità scolastica degli alunni, dei docenti, del personale ausiliario – aggiunge - continua ad essere il volto della speranza, il segno della vita e, mi piacerebbe dire anche, la prova dell’amore che, se ‘move il sole e l’altre stelle’, è in grado anche di muovere i passi della volontà e dell’intelligenza di coloro che ne fanno parte”.

“Non lasciatevi sfuggire l’occasione unica che avete: siate curiosi, studiate con passione, coltivate amicizie vere, non abbiate paura di puntare verso l’Alto” è l’invito che Ciro Fanelli, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, rivolge a studenti, docenti, personale e dirigenti scolastici sottolineando l’importanza di non cedere allo scoraggiamento e di riscoprire nello studio un nutrimento che diventa dono condiviso. 

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