Vienna , lunedì, 15. settembre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Unità nella diversità. Il tema centrale dei lavori che dall’8 all’11 settembre 2025 a Vienna hanno riunito i Vescovi Orientali Cattolici d’Europa, nella loro 26° Assemblea. 65 vescovi e più di 100 rappresentanti delle Chiese Orientali Cattoliche. Tre sessioni di lavoro secondo le tre dimensioni della comunione ecclesiale in Europa: la comunione con il Vescovo di Roma; quella delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris tra di loro; e quella degli Orientali Cattolici con la Chiesa di rito Latino. Il Cardinale Gugerotti ha messo in luce l’unità e la diversità, ovvero l’universalità (della Chiesa una cattolica) e la specificità (di ognuna delle Chiese sui iuris), ed ha illustrato l’impegno della Santa Sede per sostenere l’auspicata armonia.
Sul tema della comunione tra le Chiese Orientali Cattoliche in Europa, la relazione è stata dell' Arcivescovo Grušas, Presidente del CCEE, il quale ha evidenziato nella sua relazione il dono e l’impegno che questa comunione comporta. Il Presidente ha ribadito l’importanza della condivisione attiva che si vive in questi incontri, con uno sguardo particolare alla fase implementativa del sinodo sulla sinodalità.
Infine il cardinale emerito di Vienna Schönborn ha descritto la nascita del primo Ordinariato per gli Orientali a Vienna nel 1935 come “struttura provvisoria” per aiutare i fedeli migranti ed ha evidenziato l’importanza degli Ordinariati come via costruttiva per tutelare da una parte la specificità di ognuna delle Chiese sui iuris in un territorio di giurisdizione latina, e dall’altra per ovviare alle difficoltà che una seconda gerarchia farebbe emergere in territori coestensivi.Il rapporto stretto e cordiale tra l’Ordinario e i visitatori apostolici e i capi delle Chiese sui iuris è un elemento fondamentale per una più solida comunione tra le Chiese Orientali Cattoliche e la Chiesa di Rito Latino in Europa.
L’Arcivescovo Maggiore Shevchuk, nel triste contesto della guerra in Ucraina ha ringraziato vivamente per il sostegno e l’aiuto ricevuti, sia dalle Chiese che dalle autorità civili.
Diversi i gruppi di lavoro che hanno parlato di giovani, ma anche della comprensione della nuova sensibilità sul biritualismo e sull’adattamento al rito, ora più ristretta che in passato, e con l’enfasi sulla primazia per la cura del proprio rito di origine.





