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Papa Leone XIV: Nella consacrazione religiosa, l'obbedienza atto d’amore

L'udienza, stamane, con i Partecipanti ai Capitoli Generali e Assemblee di varie Congregazioni e Istituti

L'udienza di stamane | L'udienza di stamane | Credit Vatican Media L'udienza di stamane | L'udienza di stamane | Credit Vatican Media

"Sono molto contento di incontrarvi in ​​occasione dei vostri Capitoli e Assemblee. Saluto la Superiora ei Superiori Generali presenti e tutti voi, impegnati in questi giorni in un lavoro di ascolto e discernimento. Alcune delle vostre Congregazioni sono elettive, e anche questo è un dono grande per la Chiesa e una grande responsabilità, che affidiamo assieme al Signore". Con queste parole papa Leone XIV ha salutato i Partecipanti ai Capitoli Generali e Assemblee di varie Congregazioni e Istituti (quali Missionari del Preziosissimo Sangue; Società di Maria (Maristi); Frati Francescani dell'Immacolata; e Orsoline di Maria Immacolata) ricevute in udienza stamane.

 

Il papa, poi, ha ricordato le testimonianze dei vari fondatori delle congregazioni come  Brigida di Gesù Morello, fondatrice delle Suore Orsoline di Maria Immacolata , che “già nel diciassettesimo secolo - dice il pontefice - attraverso la formazione delle giovani, in tempi nei quali non sempre la società ne riconosceva appieno il valore, inaugurava un'opera di promozione della donna che avrebbe portato molti frutti nel futuro”. Poi, ricorda San Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue. E ancora padre Jean-Claude Colin , fondatore della Società di Maria (i Maristi).  Infine, due figure come quelle di San Francesco e San Massimiliano Kolbe, ispiratori per la nascita dei Frati Francescani dell'Immacolata.

 

Riguardo a queste figure di santità, il pontefice ha sottolineato che “la poliedrica eredità che vi porta qui”. Di questa eredità, papa Leone XIV sottolinea, allora “alcuni aspetti unificanti”. Il primo " è l'importanza, nella vocazione religiosa che condividete, della vita comune, come luogo di santificazione e fonte di ispirazione, testimonianza e forza nell'apostolato", ricorda il pontefice. E, allora, ricorda l'azione dello Spirito Santo che “ha ispirato” tutti coloro che hanno voluto “unirsi a sorelle e fratelli che la Provvidenza ha posto sul suo cammino, perché nella comunione dei buoni il bene si moltiplicasse e crescesse”. Successivamente, si ricorda il secondo aspetto: nella consacrazione religiosa, l'obbedienza “come atto d'amore”. Un atto che ha bisogno di obbedienza: “Gesù ce ne ha dato l'esempio nel suo rapporto col Padre: «Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato». Cita Sant'Agostino che “sottolinea con forza lo stretto rapporto che c'è, nella vita cristiana, tra obbedienza e amore vero: «A voi sta a cuore la carità – dice in un discorso –; ora l'obbedienza è sua figlia [...], la radice è sottoterra, i frutti allo scoperto. Non credo a ciò che è abbarbicato al suolo se non vedo quel che pende sul ramo. Hai la carità? Mostramene il frutto! Fa' che io veda l'obbedienza [...]. Che io possa stringere fra le braccia la figlia per riconoscere la [fecondità della] madre»”.  

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Continua poi: "L'obbedienza, nel suo significato più profondo di ascolto fattivo e generoso dell'altro, è un grande atto d'amore con cui si accetta di morire a sé stessi perché il fratello e la sorella possono crescere e vivere. Professata e vissuta con fede, essa traccia un cammino luminoso di donazione, che può aiutare molto il mondo in cui viviamo a riscoprire il valore del sacrificio, la capacità di rapporti duraturi e una maturità nello stare insieme che va oltre il "sentire" del momento per cementarsi nella  fedeltà. L'obbedienza è una scuola di libertà nell'amore”.

L'ultimo aspetto che papa Leone XIV sottolinea è l'attenzione ai segni dei tempi. Il pontefice a riguardo si esprime così alle varie congregazioni e istituti ricevuti in udienza: "Senza questo sguardo aperto e sollecito sulle reali esigenze dei fratelli, nessuna delle vostre Congregazioni sarebbe mai nata. I vostri fondatori e fondatrici sono stati persone capaci di osservare, valutare, amare e poi partire, anche a rischio di grandi sofferenze, anche a costo di rimetterci del proprio, per servire i fratelli nelle loro reali necessità, riconoscendo nell'indigenza del prossimo la voce di Dio". 



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