Castel Gandolfo , martedì, 30. settembre, 2025 21:20 (ACI Stampa).
Consueto scambio di battute con i giornalisti questa sera, prima del suo rientro a Roma da Castel Gandolfo. Il papa era partito ieri con rientro stasera. Tema principale del breve dialogo tra papa Leone XIV e i giornalisti il recente piano Trump per la striscia di Gaza. Nel piano di Trump, dice il pontefice - secondo fonti di agenzia - “ci sono elementi molto interessanti”: quella elaborata dalla Casa Bianca per Gaza, ha continuato il pontefice, sembra una “proposta realista. Importante ci sia il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Spero Hamas accetti nel tempo stabilito”.
Sulla vicenda della Flotilla che si sta avvicinando a Gaza per portare aiuti umanitari e sulla quale permangono tensioni, il Papa rileva quanto la situazione sia molto difficile, perché, spiega, “si nota il desiderio di rispondere ad una vera emergenza umanitaria”. Speranza del Pontefice è che non “ci sia violenza e siano rispettate le persone”.
Ma i temi che il Papa affronta sono molti. Ad esempio parla della riunione convocata dal segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, con tutti i generali in assetto di guerra, pronti anche all’uso del nucleare. Come riporta Vaticana News, “Questa forma di parlare – commenta il Papa - è preoccupante” perché mostra come ogni volta la tensione aumenti. Sulla scelta, poi, del presidente statunitense Trump di cambiare il nome del Dipartimento dalla “Difesa” alla “Guerra”, Leone XIV rimarca: “Speriamo che sia solo un modo di parlare”; certamente denota uno stile di governo che “usa la forza per fare pressione. Speriamo che funzioni ma che non ci sia la guerra, serve lavorare per la pace”.
A qualche domando sul "processo Becciu" il Papa risponde semplicemente: “il processo deve andare avanti” e che “non ha intenzione di interferire”.
Poi una questione interna statunitense, un parere sul conferimento di un premio a Dick Durbin, senatore democratico con posizioni pro-aborto, da parte del cardinale Blaise Cupich, arcivescovo metropolita di Chicago. “Non sono molto informato sul caso particolare. Penso che sia molto importante guardare al lavoro complessivo che un senatore ha svolto durante, se non sbaglio, 40 anni di servizio nel Senato degli Stati Uniti”.




