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Note storiche, i cavalli dei Pontefci un storia di potere e servizio

Dopo le immagini di Papa Leone XIV con il cavallo bianco Proton

Papa Leone XVI e Proton |  | Vatican Media Papa Leone XVI e Proton | | Vatican Media

Le immagini di Papa Leone XIV e lo stallone arabo bianco, Proton, dono di un allevatore polacco, hanno fatto il giro del mondo, immagini insoliti per il 2025 forse. Vedere Papa Leone XIV avera tanta familiarità con la gestione di un cavallo sorprende. Ma di fatto i Papi sono sempre andati a cavallo e non solo nelle processioni, con il supporto di "palafrenieri" ma anche da soli. Pio IX cavalcava regolarmente nelle zona della Magliana ad esempio.

Per capire meglio la storia dei cavalli e dei Papi c'è un libro curioso, purtroppo solo in svedese, scritto da Kari Lawe sui cavalli del Papa. Cultura di corte e simbolismo del potere nello Stato Pontificio di Roma. A prima vista l'argomento può sembrare marginale, ma il merito del libro è quello di mostrare quanto il cavallo sia stato sorprendentemente legato alla religione sia nelle religioni precristiane, nell'antichità greco-romana, sia nella tradizione cristiana.

Dal Medioevo e, fino all'introduzione dell'automobile, la corte papale condivideva con le altre corti l'uso dei cavalli per le cerimonie e gli spostamenti solenni. Ma esisteva anche una simbologia cristiana specifica legata al cavallo, che affondava le sue radici nell'Apocalisse. Forse si pensa ai cavalieri apocalittici, ma il cavaliere più importante dell'Apocalisse si trova nel capitolo diciannove: la Parola di Dio. È il Cristo vittorioso che qui avanza al galoppo sul suo cavallo:

«E vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama "Fedele e Verace", e giudica e combatte con giustizia. (...) Era vestito di un mantello intinto nel sangue, e il suo nome è "Verbo di Dio". Gli eserciti celesti lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco splendente».

Questa immagine del Cristo vittorioso ebbe un ruolo importante nella visione che i papi del primo Medioevo avevano dei cavalli e dei cavalieri, ma fu soppiantata dall'immagine tardo-medievale del Cristo sofferente, che ebbe un ruolo così importante nella mistica trecentesca di Brigitta e in tutta la vita religiosa tardo-medievale.

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Un'occasione particolarmente importante in cui si potevano vedere i papi a cavallo era quando, appena eletti, prendevano possesso della loro cattedrale. Questa "presa di possesso", in italiano "possesso", era una solenne processione a cavallo spesso raffigurata e descritta, che sopravvisse fino al XIX secolo.

I papi continuarono a cavalcare e a svolgere la presa di possesso del Laterano a cavallo fino all'inizio del XIX secolo, quando iniziarono a viaggiare in carrozza fino a Pio IX, che nel 1846 fece partire il Corteo dal Palazzo del Quirinale, residenza dei Papi esitva.  Dopo la conquista di Roma da parte dell'Italia nel 1870, per lungo tempo non fu più effettuata alcuna presa di possesso. L'attività delle scuderie papali si limitò al trasporto dei vari funzionari del Vaticano. Il marchese svedese Claes Lagergren, ciambellano papale, racconta che al suo primo incarico nel 1884 fu prelevato dal Vaticano da una carrozza di corte trainata da due cavalli neri.

Dopo i Patti Lateranesi del 1929, venne smantellata la scuderia che divenne un magazzino per la Biblioteca Vaticana.

L'ultimo cocchiere in Vaticano si chiamava Rinaldo. Aveva pianto quando i cavalli erano stati aboliti in Vaticano. Cocchiere di 5 Papi Rinaldo Jacchini morì nel 1936. Aveva servito Pio XI, l'ultimo papa interessato davvero ai cavalli. Si dice che il Papa avesse un preferito nelle scuderie, Alì un cavallo ungherese comprato in coppia ai tempi di San Pio X.

 

 

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