Teheran , venerdì, 24. ottobre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Nel sesto distretto di Tehran, capitale dell’Iran, sorge la cattedrale di San Sarkis. Lì, ora, arriva una metropolitana e la stazione della metro in prossimità della cattedrale è stata dedicata alla Santa Vergine Maria, Maryam-e Moghaddas. Una decisione decisamente inusuale nel mondo islamico, accolta dalle comunità cristiane armene e assire come un riconoscimento ufficiale del patrimonio storico iraniano.
Così, anche l’Iran si aggiunge alle nazioni con stazioni metro “mariane”: a Roma c’è Santa Maria del Soccorso, a Parigi c’è Notre-Dame-des-Champs, a Madrid c’è Parque de Santa María.
La stazione della metro si trova vicino alla cattedrale armena di San Sarkis. I cristiani armeni sono il gruppo più numeroso di cristiani in Iran, che si contano in 200 mila persone. E vivono una situazione paradossale. Da una parte, a Qom, nell’Università delle Confessioni Religiose, si è persino promossa la traduzione del catechismo in farsi, in modo da poter studiare e comprendere la fede cattolica. Dall’altra, i cristiani, specialmente se convertiti dall’Islam, vivono una repressione sempre più intensificatasi, in particolare a partire dal 2024.
La Costituzione iraniana riconosce i cristiani come “Popolo del Libro” e garantisce libertà di culto entro i limiti stabiliti dalla legge; tre seggi in Parlamento sono riservati a loro, agli armeni e agli assiro-caldei. Ma nella pratica molte restrizioni restano in vigore: nella scuola, nella lingua, nei diritti civili e nell’accesso a certe carriere.
Parlando con il sito UCCR Online, Marziyeh Amirizadeh, cristiana iraniana salvata dalla condanna a morte nella prigione di Evin grazie all’intervento segreto di Benedetto XVI, ha messo in luce come la popolazione iraniana si stia sempre più convertendo dall’Islam al cristianesimo, e che però queste persone sono arrestate e sottoposte a imputazioni come la “propaganda contro la sicurezza nazionale”.




