Città del Vaticano , venerdì, 24. ottobre, 2025 14:30 (ACI Stampa).
“Viviamo in quello che molti descrivono come un cambiamento epocale, un'epoca segnata da rapidi cambiamenti nella cultura, nell'economia, nella tecnologia e nella politica. In particolare, l'intelligenza artificiale e altre innovazioni stanno rimodellando la nostra comprensione del lavoro e delle relazioni, sollevando persino interrogativi sull'identità umana” con queste parole - in un discorso in lingua inglese - papa Leone XIV ha accolto nell’aula del Sinodo i superiori maggiori della Compagnia di Gesù.
“Il degrado ecologico minaccia la nostra casa comune. I sistemi politici spesso non riescono a rispondere al grido dei poveri. Il populismo e la polarizzazione ideologica approfondiscono le divisioni all'interno e tra le nazioni. Molti sono colpiti dal consumismo, dall'individualismo e dall'indifferenza” continua il pontefice. E poi, la sua attenzione si rivolge a Gesù che comunque “continua a inviare i suoi discepoli” sottolinea il pontefice. Loda la Compagnia di Gesù che “è da tempo presente là dove i bisogni dell'umanità incontrano l'amore salvifico di Dio: attraverso la guida spirituale, la formazione intellettuale, il servizio tra i poveri e la testimonianza cristiana alle frontiere culturali”.
Cita san Paolo VI che affermava alla 32ª Congregazione Generale dei Gesuiti (3 dicembre 1974): “Ovunque nella Chiesa, anche nei campi più difficili e estremi, agli incroci delle ideologie… ci sono stati e ci sono i gesuiti”. Cita, poi, anche Benedetto XVI che, anche lui, aveva sottolineato quanto i Gesuiti siano “dotati di fede profonda, di sana cultura e di genuina sensibilità umana e sociale”. Parla del discernimento, carisma tipico della Compagnia: “Siete chiamati a discernere, innovare e confidare in Cristo”, invita papa Leone XIV. E parla anche di sinodalità che - secondo lo stesso pontefice - “chiama tutti ad ascoltare più profondamente lo Spirito Santo e gli uni gli altri, affinché le nostre strutture e i nostri ministeri siano più agili, più trasparenti e più rispondenti al Vangelo”. L’attenzione è rivolta anche ai tanti conflitti in corso: “Oggi, molti soffrono di esclusione e molte ferite rimangono irrisolte attraverso le generazioni e i popoli”. E per rispondere a ciò c’è bisogno di “una cultura della riconciliazione” da anteporre alla "globalizzazione dell'impotenza".



