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Papa Leone XIV: La sinodalità non è un modello rigido. C’è bisogno di una conversione sinodale

Il papa, all’apertura del Giubileo delle equipe sinodali e degli organismi di partecipazione, pone l’accento su diversi temi: primo fra tutti, la formazione.

L'incontro di oggi pomeriggio con il papa | L'incontro di oggi pomeriggio con il papa | Credit Vatican Media
L'incontro di oggi pomeriggio con il papa | L'incontro di oggi pomeriggio con il papa | Credit Vatican Media
Il papa all'incontro di oggi pomeriggio | Il papa all'incontro di oggi pomeriggio | Credit Vatican Media
Il papa all'incontro di oggi pomeriggio | Il papa all'incontro di oggi pomeriggio | Credit Vatican Media

Era atteso questo incontro nell'aula Paolo VI, la sala Nervi in ​​Vaticano. 200 membri delle equipe sinodali e degli organismi di partecipazione, riuniti per il loro Giubileo (da oggi al 26 ottobre prossimo), hanno accolto il papa con un grande, lungo e caloroso applauso. Si ascoltano tante grida: “Viva il papà!”. Applausi e qualche canto addirittura. Il papa viene accolto dal cardinale Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo che aveva aperto i lavori nel primo pomeriggio, alle 15,00.

 

Era atteso questo momento di incontro-dialogo con Papa Leone XIV: un momento in cui sette rappresentanti di sette aree geografiche hanno presentato un rapporto sulle sfide dei cambiamenti introdotti per implementare la sinodalità nei loro territori. La sinodalità della Chiesa universale è tutta rappresentata: i colori si mescolano; i linguaggi s'intrecciano e sembrano parlare tutti lo stesso idioma. I temi sono tanti e vari. Le domande al pontefice sono state più che altro un'introduzione alle varie visioni che il pontefice ha voluto condividere con l'uditorio della Sala Nervi. Si inizia con una relazione affidata al rappresentante dell'Africa. E dalla domanda che gli viene posta, il papa risponde con una visione dell'Africa assai propizia per la Chiesa perché - dice il papa - “ha tanto da offrirci”, anche se sottolinea che ci sono “tante sfide che possono diventare tante occasioni”. Nel cammino sinodale, dichiara papa Leone XIV è importante l'ascolto, soprattutto. Un ascolto anche delle persone che sono in “ricerca”. Sottolinea poi quanto sia importante per la Chiesa la missione: a tal proposito ricorda il suo predecessore, papa Francesco. Così è per papa Leone XIV: “La Chiesa è missionaria” e deve, dunque, annunciare il Vangelo, “la Buona Novella” fino “alla fine del mondo”, così il pontefice citando lo stesso Vangelo. Infine, si ricorda che la sinodalità non può essere interpretata come “un modello rigido”: “deve essere conversione”, concludono. E' il momento dell'Oceania. In questo caso, papà Leone parla allora della situazione climatica. Una situazione a cui “è necessaria una risposta urgente”. Fa riferimento, allora, alla Laudato si' di papa Francesco. Ribadisce che bisogna rispondere alla “chiamata” (la definisce “chiamata” papa Leone XIV) che è presente nel documento pontificio del suo predecessore. Ribadisce, infatti, con forza: “Non possiamo rimanere passivi” ma “dobbiamo occuparci di queste cose” per “rendere il mondo un posto migliore”. Al rappresentante dell'America del Nord (del Canada-Québec) che chiede “Che cosa direbbe ai sacerdoti che temono che la sinodalità possa ridurre l'autorità dei pastori?”, il papa risponde che non tutti possono “correre alla stessa velocità” e molto spesso “le resistenze provengono dalla paura”. Come risolvere questa domanda? Per papa Leone XIV la strada è: “Aprire il proprio cuore”. E poi porge la sua attenzione sull'importanza della “formazione”: “se non c'è questa formazione a tutti i livelli” ci saranno sempre problemi. Poi, il Medio Oriente: un “gusto delicato” a cui il pontefice dedica parole di speranza. Si pensa al prossimo viaggio in Libano. La domanda verte sui cambiamenti necessari nelle chiese orientali per vivere appieno lo spirito sinodale. E allo spirito, ma Spirito Santo, guarda il pontefice: invita alla preghiera, infatti, per il territorio del Medio Oriente e, quindi, per le chiese orientali. E, allora, dichiara: “Dobbiamo unirci per essere segni di speranza”. Segue una pausa musicale eseguita da padre Cristobal Fones SJ, Direttore della Rete Mondiale di Preghiera del Papa. 

 

La seconda parte degli interventi-domande-questioni inizia con uno sguardo sull'America Latina e Caraibi. Il papà, in questo caso, sottolinea ancora una volta l'importanza dell'ascolto dello Spirito Santo affinché possiamo diventare “inclusivi”. L'accento della domanda, infatti, era su come poter vivere l'inclusività tramite la sinodalità. E, ancora una volta, parla di formazione, fondamentale per l'altra parola-chiave sinodalità. Pone lo sguardo anche al Giubileo che ricorda quanto sia un momento di “conversione e riconciliazione” per la nostra vita. E ribadisce anche “la spiritualità del Vangelo”: “Ciò può ispirarci per poter seguire le strade di inclusione”. Uno dei punti salienti del Documento del cammino sinodale è stato senza dubbio la questione del ruolo della donna nella Chiesa. E proprio su questo tema si sta sviluppando la relazione e la domanda del rappresentante dell'Europa che chiede al papà “quale speranza possono nutrire le donne nella Chiesa universale”? Papa Leone XIV nella sua risposta tocca, allora, diverse domande. Partendo tra l'altro dalla propria esperienza in famiglia: “Mio padre e mia madre erano molto attivi nella parrocchia”. Parla degli anni '70 quando aveva inizio un discorso sull'uguaglianza tra uomo e donna. La madre, alla domanda, se volesse o meno questa eguaglianza, rispondeva: “No, perché siamo già migliori”. Una battuta del pontefice che si trasforma poi in un discorso più ampio. Ricorda, infatti, che non tutti i vescovi “permettono alle donne di ricoprire il giusto ruolo nella Chiesa”. Parla di cultura, soprattutto: soprattutto di quei paesi che ancora non riconoscono l'importanza della donna nella Chiesa. Su ciò “ci sono ancora alcuni ostacoli” ammette il pontefice. Il ruolo della Chiesa, allora, è quello di poter - in una certa misura - trasformare le culture ancora lontane nell'uguaglianza fra uomo e donna. Non si tratta - precisa il papa - solo di una questione all'interno della Chiesa, ma parla soprattutto anche di aspetti culturali, sociali. Ci sono ancora paesi in cui la differenza sociale si sente. E molto. Il discorso, allora, si amplia per il pontefice. Come si amplia quando si parla dell'Asia, l'ultimo Paese a essere sentito per la sequela di interventi domande. Elogia dell'Asia il suo precipuo “senso del mistero” presente in tante religioni del continente asiatico. Ed è a questo scenario che il pontefice guarda per poter ribadire quanto sia importante l'ascolto dello Spirito: “Possiamo imparare dall'Oriente”. 

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L'incontro si conclude con la recita del "Padre Nostro" e la Benedizione finale ai presenti impartita dal pontefice. 

Il pomeriggio che ha visto coinvolti i 200 membri della Sessione di apertura del Giubileo è iniziato alle 15 con una preghiera e un intervento del cardinale Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo. A questo si sono poi alternati gli interventi del cardinale Grzegorz Ryś, arcivescovo di Łódź in Polonia; Miguel De Salis Amaral, portoghese, professore straordinario di Ecclesiologia nella facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce; Mariana Aparecida Venâncio, membro della Commissione nazionale di animazione per la fase attuativa del Sinodo in Brasile. Gli interventi sono stati moderati dal vescovo agostiniano Luis Marín De San Martín , sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo.


















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