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L'iter nella Chiesa per essere proclamati santi

Ultima puntata del viaggio alla scoperta della santità. Oggi approfondiamo l'iter del processo di beatificazione e canonizzazione

Tutti i Santi | Tutti i Santi | Credit pd Tutti i Santi | Tutti i Santi | Credit pd

Come avviene il percorso all'interno della Chiesa per proclamare un uomo/donna beato/a, santo/santa? In termini tecnici questo percorso viene chiamato ufficialmente “processo di beatificazione e canonizzazione”. Questo percorso riguarda un fedele cattolico che in vita, in morte e dopo morte ha goduto della fama di santità o di martirio o di offerta della vita. Stiamo parlando di un vero e proprio adempimento all'interno della Chiesa, regolato da norme canoniche, ben precise. Le più recenti, quelle che vengono seguite oggi, sono contenute nella Costituzione Apostolica “Divinus Perfectionis Magister”, promulgata da san Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983. Costituzione “aggiornata” recentemente con il Motu Proprio di Papa Francesco, “Maiorem hac dilectionem”, del 2017.

 

Cerchiamo, allora, di comprendere le varie fasi del processo. Prima di tutto, c'è bisogno della cosiddetta “fama di santità” della persona, ovvero l'opinione comune della gente secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane. Questa fama deve durare nel tempo e inoltre può ingrandirsi. Tutte le persone che hanno conosciuto “il candidato” in questione sono, allora, interrogate per poter istruire il processo che dovrebbe portare la persona a essere - prima di tutto - Servo di Dio, poi Venerabile, poi Beato. Vengono esaminate: l'esemplarità della sua vita, della sua influenza positiva, della sua fecondità apostolica, della sua morte edificante. 

 

Viene definito “Servo di Dio” il fedele cattolico di cui è stata iniziata la Causa di beatificazione e canonizzazione. Il postulatore (cioè colui che perora la causa), appositamente nominato, raccoglie documenti e testimonianze che possano aiutare a ricostruire la vita e la santità del candidato. Si avvia così la prima fase: è l'apertura ufficiale di una Inchiesta in Diocesi di riferimento (dove il candidato alla santità è vissuto o morto, o comunque dove ha operato). In questo passaggio, il postulatore cercherà di concentrare l'attenzione sulla eroicità delle virtù: sono queste a determinare maggiormente il processo giuridico. Questa potrebbe definire una fase preliminare. Solo se ci saranno i presupposti per introdurre un processo, il Vescovo potrà introdurre la Causa. Il processo di beatificazione, salvo una particolare dispensa papale, non può iniziare prima che siano passati almeno 5 anni dalla morte del candidato. In questo caso, allora, una volta dato l' “ok” da parte del Vescovo, lo stesso nominerà un Tribunale composto da: un suo Delegato, un Promotore di Giustizia (a livello del Dicastero ci sarà poi il Promotore della Fede) e da un Notaio Attuario. Una apposita Commissione Storica vaglia tutti i documenti presentati. Poi ci sono i Censori Teologi che devono valutare gli stessi scritti. Tutte queste informazioni vengono raccolte e poi sigillate nel corso di una sessione di chiusura, presieduta dal Vescovo.

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Solo dopo la fase diocesano si passa a quella cosiddetta “fase romana”: tutto il materiale raccolto viene presentato al Dicastero delle Cause dei Santi che, grazie a un suo Relatore appositamente nominato, guiderà il postulatore nella preparazione della “Positio”, il volume che raccoglie la biografia del candidato e le “prove” di santità.  Questo testo viene allora consegnato ai Consultori Teologi del Dicastero e, nel caso di una “Causa storica” (quella che riguarda un candidato vissuto molto tempo prima e per il quale non vi siano testimoni oculari), anche da una commissione di Consultori Storici. Se questi voti saranno favorevoli (almeno in maggioranza qualificata), la Positio sarà sottoposta a un ulteriore giudizio dei Vescovi e dei Cardinali membri del Dicastero. In questo caso, se il Papa lo ritiene opportuno, potrà promulgare il Decreto sull'eroicità delle virtù, sul martirio del Servo di Dio o sull'offerta della vita. Il candidato, allora, diviene “Venerabile”.  

 

Il secondo passo è quello della Beatificazione. Nel caso in cui il candidato venga dichiarato “martire”, diventerà subito Beato, senza la necessità di un miracolo comprovato. Infatti, per essere dichiarati Beati c'è bisogno, appunto, di un miracolo dovuto alla sua intercessione: si tratta, di solito, di una guarigione ritenuta scientificamente inspiegabile, giudicata da una Commissione Medica convocata dal Dicastero delle Cause dei Santi e composta da specialisti, sia credenti sia non credenti. Dopo la Commissione, il miracolo deve essere al vaglio dei Vescovi e dei Cardinali membri del Dicastero della Causa dei Santi. In questo caso, il Papa può autorizzare il Decreto per rendere Beato il Venerabile.  Ultimo passo, la canonizzazione. In questo caso è necessario che avvenga un altro miracolo per la sua intercessione, avvenuto dopo la proclamazione a Beato. 


Nella storia della Chiesa, bisogna ricordare che c'è anche un'altra modalità per essere proclamati Santi: si tratta del procedimento per “equipollenza” . Il Papa può, ad esempio, approvare un culto esistente da tempo su una determinata persona che ha fama di santità.

 

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