Advertisement

Sant’Anselmo all’Aventino, Papa Leone XIV: “Un cuore pulsante nel grande corpo del mondo benedettino”

Santa Messa nel 125° anniversario della Dedicazione della Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino

Papa Leone XIV a Sant'Anselmo |  | Vatican Media / EWTN
Papa Leone XIV a Sant'Anselmo | Vatican Media / EWTN
Papa Leone XIV a Sant'Anselmo |  | Vatican Media / EWTN
Papa Leone XIV a Sant'Anselmo | Vatican Media / EWTN
Papa Leone XIV a Sant'Anselmo |  | Vatican  Media / EWTN
Papa Leone XIV a Sant'Anselmo | Vatican Media / EWTN

In occasione del 125° anniversario della Dedicazione della Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino questo pomeriggio i benedettini hanno un ospite speciale: Papa Leone XIV. Arrivato intorno alle 16.45 presso la bellissima chiesa sul colle Aventino di Roma, il Pontefice ha ricevuto simbolicamente le chiavi della Chiesa da parte dell’Abate primate Jeremias Schröeder.

Tutto inizia nel 1888 quando Leone XIII affida all'Arcivescovo di Catania, il monaco benedettino Giuseppe Benedetto Dusmet, l'incarico di riaprire l'antico collegio Sant'Anselmo.  La chiesa di Sant'Anselmo fu terminata e consacrata l'11 novembre del 1900. Oggi, dopo 125 anni, Papa Leone XIV, davanti a tantissimi benedettini, partecipa alla Messa più importante nell’anniversario della Dedicazione.

Ricordiamo anche che dal 1962 la Chiesa di Sant’Anselmo è il luogo da cui parte la processione penitenziale presieduta dal Papa il mercoledì delle Ceneri.

Papa Leone XIV nella sua omelia ricorda l’importante figura di Leone XIII, il quale con questa edificazione voleva “contribuire a un potenziamento della presenza benedettina nella Chiesa e nel mondo, attraverso una sempre maggiore unità all’interno della Confederazione Benedettina, scopo per cui fu introdotto anche l’Ufficio dell’Abate Primate. E questo perché era convinto che il vostro antico Ordine potesse essere di grande aiuto al bene di tutto il Popolo di Dio in un momento ricco di sfide, come fu il passaggio dal XIX al XX secolo”.

Per il Papa “Il monastero, così, si è sempre più caratterizzato come luogo di crescita, di pace, di ospitalità e di unità, anche nei periodi più bui della storia”.

Advertisement

“Pure nel nostro tempo non mancano sfide da affrontare. I cambiamenti repentini di cui siamo testimoni ci provocano e ci interrogano, suscitando problematiche finora inedite. Questa celebrazione ci ricorda che, come l’apostolo Pietro, e insieme a lui Benedetto e tanti altri, anche noi potremo rispondere alle esigenze della vocazione ricevuta solo mettendo Cristo al centro della nostra esistenza e della nostra missione, partendo da quell’atto di fede che ci fa riconoscere in Lui il Salvatore e traducendolo nella preghiera, nello studio, nell’impegno di una vita santa”, dice il Pontefice nella sua omelia.

Ho pensato al complesso in cui ci troviamo come a una realtà che deve ambire a diventare un cuore pulsante nel grande corpo del mondo benedettino con al centro, secondo gli insegnamenti di San Benedetto, la chiesa”, continua il Papa.

“Nell’alveare operoso di Sant’Anselmo, sia questo il luogo da cui tutto parte e a cui tutto ritorna per trovare verifica, conferma e approfondimento davanti a Dio, come raccomandava San Giovanni Paolo II, nella sua visita al Pontificio Ateneo in occasione del Centenario di fondazione. Diceva, riferendosi al suo Santo patrono: «Sant’Anselmo ricorda a tutti che la conoscenza dei misteri divini non è tanto conquista del genio umano, quanto piuttosto dono che Dio fa agli umili e ai credenti”, conclude infine il Papa.

 

White Logo