Istanbul , venerdì, 12. dicembre, 2025 11:00 (ACI Stampa).
Le immagini del viaggio in Turchia di Papa Leone XIV sono ancora vive nella memoria di noi tutti, ma cosa ha significato il viaggio per i giovani turchi? Ne parla Serkan Sahin, organista e studente al Pontificio Istituto Musica Sacra
Noi, giovani cristiani, dobbiamo prima accogliere nel nostro cuore Gesù Cristo, che desidera visitarci ogni giorno. Lui è un Re che bussa, sempre non solo ai nostri cuori….cristiani, ma a tutti. Gesù bussa anche ai musulmani, anche con le parole del Papa e preghiamo perché il suo messaggio arrivi anche ai credenti di buona volontà che potranno accogliere il messaggio di unità e riconciliazione che lui ci ha portato durante il viaggio. E noi cattolici dobbiamo soprattutto condividere lo spirito di pace che il Signore ci ha portato, prima con i nostri fratelli e sorelle cristiani e poi con i nostri fratelli e sorelle di tutte le altre religioni. Creare ponti è una sfida e una missione per i cattolici e i cristiani in Turchia
Il Papa ha anche detto che la vera forza della Chiesa non è nei numeri, ma piccolezza che "vive nella luce dell’Agnello", e invita a non avere paura. Cosa significa per te far parte di una minoranza religiosa?
Oggi, come sempre, il mondo ci chiama a essere forti, grandi e lupi. Ma al contrario, il vicario di Cristo Gesù ci ha consigliato di essere mansueti e piccoli e agnelli. Come ha sempre consigliato San Giovanni Paolo II nella sua vita: non dobbiamo avere paura. Certo sento questo come una sfida ma anche un incoraggiamento, la vita non è facile per noi giovani cattolici, che siamo veramente pochi in Turchia. Ma se vediamo Cristo nel volto di ogni persona che incontriamo, saremo pochi? Avremo una vita difficile?
Come vivi personalmente, da cattolico in Turchia, la chiamata quotidiana alla vigilanza e alla santità, e in che modo la storia cristiana del vostro Paese ispira la sua fede oggi?






