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Dopo il viaggio del Papa in Turchia ora parlano i giovani

La testimonianza di Serkan Sahin, organista e studente al Pontificio Istituto Musica Sacra

Papa Leone XIV in Turchia |  | Vatican Media
Papa Leone XIV in Turchia | Vatican Media
Serkan Sahin, organista e studente al Pontificio Istituto Musica Sacra |  | pd
Serkan Sahin, organista e studente al Pontificio Istituto Musica Sacra | pd

Le immagini del viaggio in Turchia di Papa Leone XIV sono ancora vive nella memoria di noi tutti, ma cosa ha significato il viaggio per i giovani turchi? Ne parla Serkan Sahin, organista e studente al Pontificio Istituto Musica Sacra

Noi, giovani cristiani, dobbiamo prima accogliere nel nostro cuore Gesù Cristo, che desidera visitarci ogni giorno. Lui è un Re che bussa, sempre non solo ai nostri cuori….cristiani, ma a tutti. Gesù bussa anche ai musulmani, anche con le parole del Papa e preghiamo perché il suo messaggio arrivi anche ai credenti di buona volontà che potranno accogliere il messaggio di unità e riconciliazione che lui ci ha portato durante il viaggio. E noi cattolici dobbiamo soprattutto condividere lo spirito di pace che il Signore ci ha portato, prima con i nostri fratelli e sorelle cristiani e poi con i nostri fratelli e sorelle di tutte le altre religioni. Creare ponti è una sfida e una missione per i cattolici e i cristiani in Turchia

Il Papa ha anche detto che la vera forza della Chiesa non è nei numeri, ma piccolezza che "vive nella luce dell’Agnello", e invita a non avere paura. Cosa significa per te far parte di una minoranza religiosa?

Oggi, come sempre, il mondo ci chiama a essere forti, grandi e lupi. Ma al contrario, il vicario di Cristo Gesù ci ha consigliato di essere mansueti e piccoli e agnelli. Come ha sempre consigliato San Giovanni Paolo II nella sua vita: non dobbiamo avere paura. Certo sento questo come una sfida ma anche un incoraggiamento, la vita non è facile per noi giovani cattolici, che siamo veramente pochi in Turchia. Ma se vediamo Cristo nel volto di ogni persona che incontriamo, saremo pochi? Avremo una vita difficile?

Come vivi personalmente, da cattolico in Turchia, la chiamata quotidiana alla vigilanza e alla santità, e in che modo la storia cristiana del vostro Paese ispira la sua fede oggi?

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Proprio come la mia risposta alla prima domanda, c'è un Re che bussa alla mia porta instancabilmente ogni giorno. Tutto ciò che devo fare è lasciarlo entrare. Una volta che Lui entra nella mia vita e mi invita a partecipare e vivere nel suo regno, né il tempo, né lo spazio, né i problemi mondani diventano peso ma tutto è tempo di grazia dato e offerto dal Signore, che è il Re di questo regno dove lui ci chiama a vivere.  E vivere la buona novella è possibile a tutti e anche ai cattolici in Turchia come in altri luoghi dove siamo una minoranza. Si, come avete visto durante il viaggio del Papa non è impossibile da vivere il messaggio di pace che è nel Vangelo.

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