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Papa Leone XIV: “Quando Dio viene nel mondo, si vede!”

L'Angelus di Papa Leone XIV

Papa Leone XIV |  | Vatican Media / EWTN Papa Leone XIV | | Vatican Media / EWTN

Dopo la Messa celebrata per il Giubileo dei detenuti, Papa Leone XIV si affaccia dal Palazzo Apostolico in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus.

“Il Vangelo di oggi ci fa visitare in carcere Giovanni il Battista, che si trova prigioniero a motivo della sua predicazione. Ciò nonostante, egli non perde la speranza, diventando per noi segno che la profezia, anche se in catene, resta una voce libera in cerca di verità e di giustizia”, commenta il Papa.

“Chi cerca verità e giustizia, chi attende libertà e pace interroga Gesù. È proprio Lui il Messia, cioè il Salvatore promesso da Dio per bocca dei profeti? La risposta di Gesù porta lo sguardo su coloro che Lui ha amato e servito. Sono loro: gli ultimi, i poveri, i malati a parlare per Lui. Il Cristo annuncia chi è attraverso quello che fa. E quello che fa è per tutti noi segno di salvezza. Infatti, quando incontra Gesù, la vita priva di luce, di parola e di gusto ritrova senso: i ciechi vedono, i muti parlano, i sordi odono. L’immagine di Dio, deturpata dalla lebbra, riacquista integrità e salute. Persino i morti, del tutto insensibili, tornano alla vita. Questo è il Vangelo di Gesù, la buona notizia annunciata ai poveri: quando Dio viene nel mondo, si vede!”, dice il Papa prima della preghiera mariana.

“Dalla prigione dello sconforto e della sofferenza ci libera la parola di Gesù: ogni profezia trova in Lui il compimento atteso. È Cristo, infatti, che apre gli occhi dell’uomo alla gloria di Dio. Egli dà parola agli oppressi, ai quali violenza e odio hanno tolto la voce; Egli vince l’ideologia, che rende sordi alla verità; Egli guarisce dalle apparenze che deformano il corpo. Il Verbo della vita ci redime così dal male, che porta il cuore alla morte. Perciò, come discepoli del Signore, in questo tempo d’Avvento siamo chiamati a unire l’attesa del Salvatore all’attenzione per quello che Dio fa nel mondo”, conclude il Papa.

Poi, dopo la recita della preghiera mariana, il Pontefice passa ai consueti saluti. Il Papa ricorda in particolare i 124 martiri della diocesi spagnola di Jaén, beatificati ieri e quelli beatificati a Parigi.  “Lodiamo il Signore per questi martiri, coraggiosi testimoni del Vangelo, rimasti fedeli alla Chiesa”, dice il Papa.

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Anche il Papa li divide in due gruppi: il primo, guidato da don Manuel Izquierdo Izquierdo, conta 58 compagni; il secondo, legato alla figura di don Antonio Montañés Chiquero, ne comprende 64. 

Poi un pensiero alla Repubblica Democratica del Congo. "Seguo con viva preoccupazione la ripresa degli scontri nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Mentre esprimo la mia vicinanza alla popolazione, esorto le parti in conflitto a cessare ogni forma di violenza e a ricercare un dialogo costruttivo, nel rispetto dei processi di pace in corso", conclude il Pontefice.

 

 

 

 

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