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Abusi sui minori a Colonia, spunta un nuovo rapporto con 300 casi

Si tratta del “Rapporto WSW”, finora secretato, redatto da uno studio legale di Monaco di Baviera

Cardinale Rainer Maria Woelki |  | Robert Boecker_Arcidiocesi di Colonia Cardinale Rainer Maria Woelki | | Robert Boecker_Arcidiocesi di Colonia

Si apre un nuovo vaso di Pandora nella vicenda degli abusi sessuali commessi da religiosi su minori nell’Arcidiocesi di Colonia. A partire da ieri, presso la sala conferenze Maternushaus dell’Arcidiocesi, è possibile consultare per novanta minuti le 510 pagine del rapporto dello studio legale di Monaco di Baviera Westpfahl Spilker Wastl (WSW) su abusi ed insabbiamenti a Colonia. 

L’accesso alla sala è consentito solo a giornalisti, persone coinvolte e altre categorie di interessati, purché senza cellulare e senza orologio, dal momento che i più moderni, oggi, sono dotati di camera. La pubblicazione degli atti è inoltre interdetta. Il “Rapporto WSW” sarebbe dovuto essere presentato un anno fa, ma il cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, ne impedì, allora come ora, la pubblicazione perché – secondo i professori di diritto Matthias Jahn und Franz Streng - lederebbe i diritti dei coinvolti. Secondo i due periti, infatti, lo studio legale Westpfahl Spilker Wastl avrebbe commesso diverse leggerezze ed imprecisioni nella stesura del Rapporto. Per esempio, avrebbero prodotto una sorta di «registro dei peccati e dei peccatori» e non avrebbero tenuto separati i fatti dai giudizi. Questo parere dei due giuristi è consultabile, nella stessa sala, insieme al Rapporto. 

Similmente al “Rapporto Gercke” (di quasi 900 pagine), presentato lo scorso martedì a Colonia, e che il Cardinale Rainer Maria Woelki deciso di far tradurre  in inglese,  anche il “Rapporto WSW” riguarda circa 200 autori di reato e circa 300 vittime di violenza sessuale. Cita inoltre per nome gli incaricati diocesani e individua le loro mancanze nel trattare i casi di abuso: ex arcivescovi, ex vicari generali e altri ufficiali, già nominati dal “Rapporto Gercke”. Come il Gercke nemmeno il “Rapporto WSW” assegna responsabilità, omissioni o negligenze all´arcivescovo in carica, il cardinale Woelki. 

Il “Rapporto WSW” procede evidenziando 15 casi esemplari per ogni funzionario diocesano, mostrando le loro omissioni nel trattare i casi di abuso. I legali di Monaco di Baviera nominano il “clericalismo” come causa di queste omissioni: chi avrebbe dovuto reagire ed intervenire, insomma, non lo avrebbe fatto per paura. O perché si sentiva, secondo i legali del “Rapporto WSW”, più legato ai colpevoli che alle vittime. Nel Rapporto queste connessioni rimangono non specificate, così come incerti appaiono i nessi temporali, denunciano ancora i due giuristi. 

Durante la presentazione del “Rapporto Gercke”, martedí 23 marzo scorso a Colonia, il cardinale Rainer Maria Woelki ha sottolineato la necessità di modificare il diritto canonico relativo agli abusi. Il porporato ha evidenziato l’errore di prospettiva - «tutto dalla parte degli autori degli abusi» - che vede negli violenze solo la rottura del voto di celibato. Nonché vere e proprie contraddizioni tra le linee guida della Conferenza episcopale tedesca e il diritto canonico della Chiesa universale. Per esempio, rifiutandosi di distruggere gli atti relativi agli abusi, il cardinale Woelki, paradossalmente, contravverrebbe ad alcune leggi ecclesiastiche del diritto canonico. 

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Il vicario generale, monsignor Markus Hofmann, ha presentato un nuovo Vademecum in otto punti, che presenta il modus operandi che da ora in poi l’Arcidiocesi di Colonia assumerà nei casi di abuso e di omissione di intervento. Verrà istituita una commissione indipendente di sette membri che lavorerà ai casi. I suoi membri verranno scelti dal Land Nord Reno-Vestfalia e dalle vittime. È stato inoltre istituito un fondo di cinque milioni di euro – formatosi per lo più da donazioni di religiosi – per il risarcimento delle vittime. Maggiori controlli di accusati e di religiosi già sanzionati attraverso regolari colloqui con psicologi e altri religiosi. Rafforzamento dell’ufficio di “pronto intervento” con una nuova risorsa e intensificazione del lavoro di prevenzione. Riattivazione dell’organico completo della Consulta delle vittime. Gli atti sui responsabili verranno digitalizzati a prova di manomissione. Riforma della formazione dei sacerdoti con, tra le altre cose, rafforzamento della presenza femminile nei processi formativi. 

Il caso degli abusi nell’Arcidiocesi di Colonia rischia di modificare, in qualche caso, persino la toponomastica delle città tedesche. Thomas Müller, sindaco di Hundeshagen, piccola cittadina della Turingia di 1.200 abitanti, medita di modificare infatti il nome di “Piazza Cardinale Meisner”, dedicata appunto all’ex arcivescovo di Colonia (dal 1988 al 2014), scomparso nel 2017 e accusato dal “Rapporto Gercke” di molti casi di insabbiamento. «Se dipendesse da me – ha detto il primo cittadino di Hundeshagen - cambierei il nome della piazza». La mozione verrà presentata nel consiglio comunale del prossimo 4 maggio. Il “Rapporto Gercke” ha denunciato ben 75 omissioni di intervento commesse da otto persone, alcune vive, altre defunte, dal 1975 al 2018. Di esse, ben 24, vengono imputate al cardinale Meisner, il quale teneva un fascicolo su questi casi, intitolato Brüder im Nebel, Fratelli nella nebbia. 

Anche la sindaca di Colonia, Elfi Scho-Antwerpes, riflette di modificare il nome della piazza antistante il Duomo di Colonia, finora dedicata al Cardinale Joseph Höffner, arcivescovo di Colonia dal 1969 al 1987: «Alla luce delle nuove informazioni, il nome di “piazza Höffner” dovrebbe essere cambiato».

Nel settembre del 2018 la Conferenza episcopale tedesca (CET) commissionò uno studio sugli abusi sessuali nelle diocesi tedesche a tre università della Germania: Mannheim, Heidelberg e Gießen. Dalla ricerca – intitolata “Abuso sessuale di minori da parte di sacerdoti cattolici, diaconi e religiosi di sesso maschile nella giurisdizione della Conferenza Episcopale Tedesca” - risultò che dal 1946 al 2014 nelle diocesi tedesche ben 3.677 minori sono stati vittime di abusi sessuali commessi da 1.670 religiosi. 

A partire dalla perdita di credibilità della Chiesa tedesca, a seguito di questa pubblicazione, due anni fa l’allora presidente della CET il cardinale Reihnard Marx, lanciò dalla città di Lingen, nella diocesi di Osnabrück, dove dall’11 al 14 marzo 2019 erano riuniti i vescovi in assemblea plenaria, l’idea di un Cammino sinodale con il compito di riformare la Chiesa tedesca. Il Cammino sinodale è iniziato nel gennaio del 2020 ed è tutt’ora in corso.