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Anche in Germania, edifici di culto sotto attacco, una forma di persecuzione anticristiana

Una chiesa devastata in Germania |  | pd
Una chiesa devastata in Germania | | pd
Madeleine Enzelberger, direttrice esecutiva dell'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa |  | pd
Madeleine Enzelberger, direttrice esecutiva dell'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa | | pd

Da anni, organi di stampa e osservatori, denunciano un’escalation di attacchi alle chiese tedesche. Lo afferma da diverso tempo Jakob Johannes Koch, esperto di arte della Conferenza Episopale Tedesca. Anche il 2023 non è cominciato con i migliori auspici. Il 10 febbraio scorso è stato appiccato il fuoco dolosamente alla Kreuzerhöhungskirche di Wissen. L’11 marzo è stata saccheggiata una chiesa nel quartiere Laim di Monaco. I fedeli sono stati insultati e sono stati urlati commenti contro la religione. Ancora a metà marzo l’edificio della parrocchia Sant’Egidio a Leimen nel Baden-Württemberg è stato scassinato addirittura per la seconda volta. Madeleine Enzlberger, direttrice esecutiva dell'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (Observatory on Intolerance and Discrimination against Christians in Europe) ci aiuta a fare chiarezza su questi fenomeni e soprattutto sul loro incremento.

Direttrice Enzlberger, Qual è il punto di vista dell’Osservatorio su questi attacchi?

«Purtroppo questi episodi non sono casi isolati da molto tempo. Nei nostri archivi abbiamo già documentato oltre 5.000 casi di intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa. La Germania è uno dei Paesi in cui registriamo il maggior numero di crimini d'odio. Per quanto riguarda gli attacchi come quelli di Monaco e di Sant'Ilgen, è evidente che i pregiudizi negativi nei confronti dei cristiani in alcuni casi si spingono a tal punto da sfociare in atti criminali. Lo Stato deve intervenire con decisione per evitare che la violenza contro i cristiani si normalizzi nella società. Altrimenti, c'è il rischio che la spirale della violenza si intensifichi». 

Qual è lo sfondo di questi fenomeni?

«Il numero di crimini d'odio contro i cristiani in Germania non è così alto come in Francia, ma è comunque elevato rispetto ad altri Paesi europei. Ciò che preoccupa in Germania è la dinamica sociale che sta diventando sempre più anticristiana. La pressione sui cristiani da parte della società è in aumento. Abbiamo anche pubblicato uno studio sul fenomeno dell'autocensura tra i cristiani in Germania. In questo studio è emerso chiaramente che soprattutto lo sviluppo di un'intolleranza secolare porta alla discriminazione dei cristiani a tutti i livelli della società». 

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Quanto questi fenomeni sono influenzati dall’attuale discussione sulla riforma della Chiesa in Germania? Mi riferisco per esempio al Cammino sinodale ma anche alle discussioni sui casi di abuso sessuale da parte del clero.

«Secondo le nostre attuali osservazioni, l'attuale discussione all'interno della Chiesa non ha un impatto significativo sulla probabilità di crimini d'odio contro i cristiani. Tuttavia, gli insegnamenti morali della Chiesa e l'emergere di nuovi scandali di abusi sono sempre il chiaro motivo per cui gruppi estremisti di sinistra, ma anche singoli individui, attaccano».

Qual è l'identikit dell’attentatore di chiese “tipo” in Germania?

«Al momento non c'è un'immagine chiara. Le persone o i gruppi che attaccano le chiese in Germania provengono da uno spettro molto ampio. Osserviamo attacchi provenienti sia dalla scena estremista di destra che da quella di sinistra, anche se l'estremismo di sinistra è chiaramente più rappresentato qui. Ma ci sono anche crimini d'odio commessi da satanisti, estremisti musulmani o semplicemente da individui anticristiani».

Secondo la Sua esperienza, quali sono i motivi di questi attacchi?

«Come sono diversi i gruppi di autori, così sono diverse le loro motivazioni. Tuttavia, alla base di tutti c'è l'odio contro i cristiani. Nel caso dei gruppi estremisti di sinistra, di solito si tratta di questioni relative agli insegnamenti morali della Bibbia e della Chiesa, spesso percepiti come contraddittori rispetto alle questioni LGBTQ+ o all'aborto. I satanisti spesso rubano le ostie per i loro rituali e spesso profanano chiese e cimiteri. Nel caso dei estremisti musulmani, il motivo degli attacchi è la necessità di combattere una presunta falsa religione. Infine, ci sono individui che spesso citano scandali di abusi come motivazione del loro odio verso le chiese. In molti casi, tuttavia, non è possibile individuare un movente chiaro e differenziato perché non si sa esattamente chi ci sia dietro. Si può solo riconoscere che c'è stato un motivo generale anticristiano».

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L'Osservatorio ha un file aperto sul satanismo in Germania? Cosa può dire al riguardo?

«Abbiamo una categoria per i satanisti nella funzione di ricerca negli archivi del nostro sito web, che è possibile selezionare per vedere tutti i casi relativi al satanismo. Sì, i satanisti attaccano le chiese, ma non sono il gruppo più numeroso». 

Citava il vostro sito web, che in effetti riporta fedelmente gli attacchi alle chiese o alle istituzioni ecclesiastiche in tutta Europa. Pensa che il fenomeno sia sottovalutato?

«Purtroppo il problema è enormemente sottovalutato e solo lentamente i governi, ma anche i cristiani stessi, stanno iniziando a diventare più attenti al problema. Sono più che altro i crimini d'odio contro altri gruppi religiosi ad essere in primo piano a livello politico e mediatico. È proprio per questo motivo che è stato fondato l'Osservatorio, per evidenziare questo fenomeno e portarlo all'attenzione della popolazione. La documentazione dei crimini d'odio in generale ha una funzione importante. È un misuratore e un indicatore ideale degli attuali sviluppi sociali e delle dinamiche potenzialmente pericolose. Sottolineiamo sempre che una democrazia trae la sua forza e stabilità dalla conservazione dei suoi valori e delle sue libertà fondamentali. Ciò è particolarmente visibile se queste libertà fondamentali e la protezione che offrono sono garantite in egual misura a tutti i gruppi della società. Se questo non accede, non sono solo i gruppi interessati ad avere un problema, ma l'intero sistema democratico. Tolleranza e diversità, le nuove bandiere delle nostre democrazie liberali, devono essere garantite e vissute da tutti. Diversità significa anche che ci sono molte opinioni e punti di vista diversi su questioni che non tutti condividono allo stesso modo. Ma idealmente, esiste un sano discorso pubblico che rende possibile un dibattito pacifico, anche su questioni difficili».