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Letture, la Presenza di Dio anche in cucina a Natale

Lo stile monastico per vivere la santità del Natale

La copertina del lIbro |  | LEV La copertina del lIbro | | LEV

Che siano  avvolti da spire di neve bianche e morbide o che sui loro  tetti, campanili, giardini, chiostri brilli un tiepido sole invernale il Natale dei conventi, monasteri, abbazie conserva un sapore antico e forte. Luoghi da riscoprire, o da scoprire, in cui vivere  il senso di una festa che, anno dopo anno, viene letteralmente ricoperta da strati di inutili luccichii, di oggetti costosi e superflui, di discorsi melensi e parole che suonano false appena pronunciate. E in mezzo a tutto questo caos quasi isterico si fa strada il desiderio, la nostalgia di silenzio, di accoglienza, di bellezza, di preghiera, di Mistero.

Così, come per seguire una via controcorrente, spinti da quei desideri chiusi nel cuore si percorrono le strade dei pellegrini e si bussa alle porte dei monasteri, dei conventi, delle abbazie, magari dopo aver letto pagine che dischiudono alla visione dei loro tesori.

E’ l’esperienza che, dalla solitudine monastica allo spazio interiore quotidiano, si dipana tra le pagine di un libro straordinario, appena rieditato dalla Libreria Vaticana Editrice.  Un regalo nel significato più profondo del termine. Opera che papa Leone XIV ha indicato come  ‘esemplare’ per la sua vita spirituale per molti anni: La pratica della presenza di Dio, scritto da fra Lorenzo della Risurrezione, al secolo Nicolas Herman, un religioso carmelitano francese vissuto nel Seicento. Di famiglia contadina, si arruola nell’esercito durante la Guerra dei Trent’anni. A 26 anni cambia completamente e sceglie la vita religiosa, entrando nel convento dei carmelitani di Parigi. Conduce una vita semplice, lavorando come cuoco per la sua comunità. Il suo libro postumo, appunto  “La pratica della presenza di Dio” , lo ha reso noto in tutto il mondo.  Un vero e proprio  classico della spiritualità cristiana, nel quale la vita umana viene vissuta esattamente davanti alla presenza di Dio, nell'affidamento completo lungo le pratiche quotidiane.

Ed è proprio il Pontefice, nella prefazione allo scritto, a ricordare e sottolineare  il ruolo centrale   che esso ha assunto per lui stesso: “Come ho avuto modo di dire, insieme agli scritti di Sant’Agostino ed altri libri, questo è uno dei testi che più hanno segnato la mia vita spirituale e mi hanno formato su quale possa essere il cammino per conoscere e amare il Signore”.

Fra Lorenzo offre un insegnamento mistico di grande semplicità: vivere alla presenza di Dio in ogni momento diventa  la vera  sorgente della pace e della gioia. Un  carmelitano del Seicento potrebbe  sembrare un autore lontano nel tempo e distante dalla sensibilità odierna, anche per via del linguaggio. Non è così. E o spiega articolatamente papa Leone, sottolineando, tra le altre cose, che “come molti mistici, anche fra Lorenzo parla con grande umiltà ma anche con umorismo, poiché sa bene che ogni cosa terrena, anche la più grandiosa e perfino drammatica, è ben piccola cosa davanti all’amore infinito del Signore. Così, può dire ironicamente che Dio lo ha  ‘ingannato’, perché egli, entrato forse un po’ presuntuosamente in monastero per sacrificarsi ed espiare duramente i suoi peccati di gioventù, vi ha invece trovato una vita piena di gioia”.

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Il Pontefice, dunque, invita a cominciare questo viaggio alla scoperta di un autentico  maestro nell’arte dell’attenzione spirituale, il quale aiuta a comprendere che non serve preoccuparsi di pregare o inventarsi tecniche particolari, o mutuate da chissà quali tradizioni culturali e religiose, per entrare in contatto con Dio quando si vive costantemente alla presenza del Signore. Anzi, «è necessario riporre tutta la nostra fiducia in Dio, disfarsi di ogni altra preoccupazione, perfino della quantità di devozioni particolari per quanto valide, poiché, in realtà esse sono solo mezzi per giungere al fine», ci ricorda Lorenzo.  Che è quello di stare accanto a Dio, sia che si canti un salmo o che si cucini una minestra o un dolce. Ne aveva parlato anche nel suo viaggio di ritorno dal Libano, rievocando quella figura di frate che, muovendosi nella cucina del suo convento, sperimentava concretamente la vicinanza di Dio.

Nelle abbazie si può assurgere alle vastità celesti anche in senso astronomico, se pensiamo che ad esempio nella meravigliosa abbazia di Praglia si sta creando  un centro di interesse proprio per l'astronomia grazie all'inaugurazione di un moderno osservatorio nella storica specola, con un potente telescopio remotizzato, e dunque ospita regolarmente eventi e incontri di divulgazione scientifica, come quello di domani,  20 dicembre 2025, con esperti INAF e SAIt,  per poter vivere l’esperienza di osservazione del cielo. 

 

E visto che stare davanti a Dio può accadere in ogni  momento, in chiesa come in cucina, come dimostra la vita stessa di fra Lorenzo,  dalla cucina dei conventi e dei monasteri sale un profumo che è anche preghiera, possiamo sfogliare molti volumi dedicate proprio alle attrattive delle pietanze monastiche.  Dal seguitissimo programma La cucina delle Monache, in un volume sono state raccolte  tante ricette, spesso degli autentici gioielli culinari,  del monastero benedettino di Sant’Anna, nel cuore del centro storico di Bastia Umbra, uno splendido borgo medievale a pochi chilometri da Assisi. Custodite in uno scrigno nell’antica  biblioteca del monastero, le ricette di questo libro sono state tramandate da generazioni di monache.  Per farci gioire anche a tavola,  alla presenza del Signore.

Fra Lorenzo della Risurrezione, La pratica della presenza di Dio, Lev Edizioni,  euro 11

 

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