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"Anche oggi, Giovanni Paolo II chiederebbe ai giovani di non avere paura"

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“Anche oggi, Giovanni Paolo II chiederebbe di non avere paura… di non avere paura degli attentati, di parlare insieme, di pregare insieme, di cantare insieme”. Don Jan Machniak, sacerdote tra i più ascoltati da Giovanni Paolo II e membro della commissione storica della causa di beatificazione, riceva ACI Stampa nella canonica di via Kanoniczka, a due passi da quella che è stata la prima casa dell’arcivescovo Wojtyla a Cracovia. Racconta dell’eredità di Giovanni Paolo II, della Polonia, della devozione della Divina Misericordia di cui lui è un esperto.

Padre Machniak, quale è l’eredità che Giovanni Paolo II ha lasciato alla Polonia?

Giovanni Paolo II ha fatto della Polonia un Paese aperto al mondo. Quando venne a visitarci per la prima volta, chiese che scendesse lo Spirito Santo e desse la forza. E questa forza si sentiva, si percepiva che qualcosa andava a cambiare in Polonia. Era questa apertura al mondo che noi sognavamo di vedere, ma che la Cortina di Ferro non ci permetteva di vivere.

E come è venuta questa apertura?

Giovanni Paolo II ci ha detto che Cristo è il futuro del mondo. Dopo 2 mila anni di cristianesimo, c’erano nuove correnti filosofiche come il comunismo e l’esistenzialismo che dicevano che il cristianesimo era finito, non aveva forza. Veniva anche detto che il capitalismo legato al cristianesimo aveva distrutto il cristianesimo stesso. Giovanni Paolo II ha invece dimostrato che il cristianesimo è invece qualcosa che ti spinge allo sviluppo, a scoprire nuove prospettive, nuovi livelli di vita. Noi, da studenti, eravamo affascinati dall’esistenzialismo, era di moda, e lo contrapponevamo al comunismo, cui non credevamo. Giovanni Paolo II ci ha detto che né l’esistenzialismo, né il comunismo erano la risposta. La risposta era l’apertura al mondo, perché il cristiano è capace di cambiare il mondo. Ha portato in questo senso nuova luce e nuovo respiro.

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Come ha portato questa luce e questo respiro?

Ha mostrato l’universalità della Chiesa, specialmente con i suoi viaggi. E così ha fatto tanto per i cristiani polacchi, ma anche per la Chiesa in tutto il mondo. Seguendo Giovanni Paolo II, abbiamo potuto vedere in Africa, in Asia, in ogni continente, la bellezza dell’universalità del cristinaesimo. Abbiamo visto che il cristiano è un uomo che difende un altro uomo, porta la giustizia sociale. Abbiamo visto che essere cristiani non significa solo seguire la teologia, ma era anche vivere. Quando ci chiediamo: chi è per noi Giovanni Paolo II? Ci rispondiamo: è l’uomo che ci ha mostrato come cambiare il mondo amando gli altri.

Oggi la Polonia è ancora in grado di ascoltare questo messaggio?

La Polonia cambia come cambia il mondo. Sperimentiamo consumismo e materialismo, cose di cui Giovanni Paolo II ci aveva avvertito. Noi non conoscevamo il materialismo, mancavano le cose materiali, ma poi è arrivato. E oggi ci sono problemi, c’è l’ideologia del gender. Il catechismo ha sempre insegnato che Dio ha creato l’uomo maschio e femmina, ma quando arriva il benessere, una persona conta perché è ricco, pensa di poter fare quello che vuole. Ed è un tema che viene dal marxismo, perché quando studiavo lettere all’università mi insegnavano che l’uomo si definisce in base al consumo. E invece Giovanni Paolo II ci ha insegnato che questo non è vero.

La Divina Misericordia che strada può indicare all’Europa?

La Divina Misericordia ci può dare fiducia nel fatto che è possibile cambiare tutto e  dare nuova prospettiva a quelli che danno il senso della vita.

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E Giovanni Paolo II cosa direbbe oggi?

Giovanni Paolo II non imponeva idee. Sappiamo che pregava la coroncina della Divina Misericordia ogni giorno. Credo che oggi direbbe le stesse parole che disse nella Messa di inizio del ministero petrino: “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo”. E’ l’invito a non avere paura degli attentati, a stare insieme. È importante, perché l’uomo può sentirsi spaurito. Ma Giovanni Paolo II aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale, ha visto i tedeschi e i russi lottare tra loro, ne ha visto le conseguenze… eppure ha detto di non avere paura! Il male che c’è nel mondo ci ha toccato ogni momento, ma dobbiamo andare avanti! E credo che i giovani venuti qui abbiano proprio bisogno di questo!